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Rapporto Immobiliare non residenziale: nel 2021 il valore di scambio ha raggiunto i 16,8 mld

Negozi, uffici, capannoni industriali. Il Rapporto Immobiliare sul non residenziale mostra un pieno superamento delle criticità del 2020 nelle compravendite.

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Foto di Isa Marinescu da Pixabay

Il Rapporto Immobiliare è realizzato dall’Osservatorio del Mercato dell’Agenzia delle Entrate

(Rinnovabili.it) – Dopo le residenze arriva la pubblicazione del Rapporto Immobiliare dedicato agli immobili del terziario, commerciali e produttivi, realizzato dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrante in collaborazione con l’Associazione Italiana Leasing (Assilea).

L’anno di riferimento è ovviamente il 2021. Un anno che mostra una netta ripresa del mercato non residenziale con un aumento delle compravendite rispetto all’anno precedente del 36,9% per i negozi, del 30,7% per gli uffici e del 41,6% per i capannoni. In totale le unità compravendute sono state quasi 65.000 con un corrispettivo nel valore di scambio di ben 16,8 miliardi di euro.

Dai dati mostrati nel Rapporto Immobiliare anche il non residenziale sembra aver superato ormai la crisi pandemica, dopo i primi segnali di ripresa visibili già dalla fine 2020. O almeno lo si percepisce dai volumi compravenduti. In termini di quotazione medie infatti, la tendenza da un decennio ad oggi ha segno negativo. Le colpe sono probabilmente da attribuire alla crisi di fine anni 2000, ancora non completamente esaurita.

Il Rapporto si focalizza su tre segmenti di mercato, uffici, negozi e settore produttivo, ponendo attenzione anche alle dinamiche territoriali e regionali.

Mercato degli uffici in leggera crescita

Prediligendo lo smart working, la pandemia ha bloccato il mercato degli uffici, che ha assistito ad una crescita fisiologica nel 2021 del + 30,7% rispetto al 2020. Un incremento comunque consistente rispetto all’ultimo anno pre pandemico del 2019 con un + 17,8%. Si parla di ben 12.419 transizioni, il dato più alto dell’ultimo decennio.

Delle dodici citta con popolazione superiore alle 250mila persone prese in esame dal Rapporto dell’Agenzia, è Milano a tirare il mercato con 1.164 unità compravendute, più del doppio di Roma (517) e ben cinque volte più di Torino (233).

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In generale si registra comunque una forte disomogeneità territoriale, con 7 delle 12 città analizzate che non sono riuscite a recuperare i volumi pre pandemia. Come successo con il residenziale infatti, anche nel caso degli uffici sono i comuni più piccoli ad aver avuto una ripresa più incisiva.

Mercato dei negozi conferma il calo decennale

Nel 2021 sono 36.984 le transazioni registrate per i negozi , rispettivamente con una +36,9% rispetto al 2020 e +17,3% sul 2019. E’ la quotazione media nazionale ha confermare invece il calo decennali con un valore di 1.444 €/m2, sceso del -2,6% rispetto al 2020.

I tre mercati più consistenti in termini di compravendite restano Milano (2.074), Roma (1.768) e Torino (1.023). Tuttavia è nel rapporto con il 2019 che si percepisce l’inattività del settore che solo per Torino è cresciuto del 14,2%, segnando addirittura un -12,4% per Milano, che fatica a tronare ai livelli pre covid.

A livello regionale, il Lazio registra un leggero calo del 3,9%, arrivando a 1.876 €/m2 mentre Basilicata e Calabria sono le due regioni che mantengono il proprio dato medio al di sotto dei 1.000 €/m2.

Record per il settore produttivo

L’ultimo segmento di mercato analizzato dal Rapporto Immobiliare non residenziale dell’Agenzia delle Entrate è il settore produttivo. E’ qui che si registra un record, con 15.161 compravendite nel 2021, il dato più alto dal 2008. A livello territoriale tutte le Regioni hanno registrato tassi di crescita rispetto al 2019 a doppia cifra. Ad eccezione della Liguria (+4,1%) e della Sicilia (-4,1%). 

In considerazione nella natura del segmento produttivo, il rapporto ha puntato la lente non sui capoluoghi, ma sulle province. Le quotazioni migliori si registrano al Centro-Nord con le sole eccezioni di Bari e Roma.