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Rapporto Federcostruzioni: nonostante l’inflazione per il 2023 si attende una crescita del + 4%

Secondo il rapporto di Federcostruzioni, presentato oggi al SAIE, per garantire un futuro al settore andranno sciolti i nodi dell'inflazione, del caro materiali, dei crediti incagliati e della mancanza di incentivi

Rapporto Federcostruzioni
credits: SAIE Bari

Nel 2022 il comparto delle costruzioni ha raggiunto un valore totale di produzione di circa 600 miliardi di euro

(Rinnovabili.it) – Nonostante l’inflazione, i crediti incagliati, i continui cambi di rotta in tema di bonus edilizi, la filiera delle costruzioni continua a crescere stimando un +4% anche per il 2023. Le conferme arrivano dal Rapporto di Federcostruzioni presentato oggi alla fiera SAIE di Bari durante l’evento inaugurale.

Grazie all’impatto decisivo dei bonus fiscali e del PNRR, nel 2022 il settore edilizio raggiungeva un valore di produzione di circa 600 mld di euro, contribuendo ad aumentare nello stesso tempo anche i tassi di occupazione, con 3 milioni di addetti impegnati nel comparto.

Le prospettive future alla luce delle molteplici complessità

E’ lo stesso MEF a confermare l’impatto positivo sulla crescita del PIL attribuito all’edilizia e alla sua lunga filiera produttiva, tuttavia alla luce delle ultime novità e della delicata situazione geopolitica attuale, interrogarsi sul prossimo futuro è d’obbligo. Secondo il rapporto di Federcostruzioni questo 2023 si chiuderà comunque con un segno positivo, ma cosa accadrà nel 2024 dipenderà fondamentalmente dalle scelte che verranno fatte nei prossimi mesi.

A pesare come un macigno sul comparto delle costruzioni sono prima di tutto i 30 miliardi di crediti ancora incagliati che, secondo il Centro Studi ANCE, stanno mettendo in crisi oltre 95mila cantieri. Si aggiunge poi il capitolo delle riqualificazioni abitative, con le richieste di efficientamento della Direttiva Case Green, il caro materiali e l’instabilità politica.

I dati del Rapporto testimoniano che nel 2022 la filiera ha proseguito nel suo complesso a crescere, malgrado qualche settore non abbia ancora raggiunto i valori pre crisi”. Con un 2023 che ha sostanzialmente tenuto, così indicano le previsioni, “affrontiamo un’incertezza economica acuita da crediti incagliati, caro materiali, inflazione, alti tassi d’interesse ed una complessa instabilità geopolitica – riconosce la Presidente Marone. Nonostante ciò, la filiera confida in una piena attuazione del PNRR e una gestione oculata e concreta della transizione verde per garantire non solo una risposta robusta e flessibile alle urgenti sfide sociali e ambientali che caratterizzano il nostro tempo, ma anche la competitività green della nostra filiera industriale. È urgente poi risolvere la problematica dei crediti incagliati e concedere proroga per i lavori già in corso relativi al Superbonus 110%”.

I suggerimenti di Federcostruzioni

Il Rapporto di Federcostruzioni conferma quanto già denunciato dalla federazione nei giorni passati. Accanto alle azioni messe in campo da Regioni quali la Basilicata, Puglia, Umbria, Calabria e Veneto per riaprire parzialmente l’acquisto di crediti, e la riattivazione della piattaforma di Poste Italiane, è necessario coinvolgere anche il settore bancario. E’ necessario il “coinvolgimento delle grandi partecipate pubbliche nell’acquisto dei crediti, per dare un segnale concreto di fiducia che oggi manca per tutti”, sottolinea Marone. “Se non si consente di concludere i lavori iniziati e che sono a un certo stato di avanzamento – spiega infatti la Presidente – rischiamo migliaia di contenziosi, fallimenti, lavori abbandonati o fatti in tempi accelerati per finire entro dicembre”. “I bonus sono stati una misura necessaria in una situazione emergenziale per far ripartire l’economia – conclude – oggi è giusto pensare a una rimodulazione, ma senza lasciare allo sbando professionisti, cittadini e imprese che aspettano risposte”.