Secondo lo studio il raffrescamento passivo ridurrebbe il fabbisogno del 35%
(Rinnovabili.it) – Si parla molto di risparmio energetico negli ultimi giorni soprattutto dopo la presentazione del piano Repower EU che punta tutto sulle rinnovabili. Anche il comparto edilizio, uno dei più energivori, deve fare la sua parte. Ma migliorare le prestazioni degli edifici non vuol dire solo impiegare energia pulita, ma anche e soprattutto, ridurre i consumi. Ed il raffrescamento passivo è una delle soluzioni più efficaci da questo punto di vista.
Lo sanno bene i ricercatori della University of Göttingen ed i cinesi della Nanjing Forestry University che hanno creato un nuovo materiale a base di legno. Il composto è capace di riflettere la luce solare, fungere da isolante termico e riemettere poi il calore assorbito nell’atmosfera.
Prestazioni degne di nota
La composizione chimica dell’innovativa schiuma isolante sfrutta una miscela di nanocristalli di cellulosa, connessi grazie ad una resina di rinforzo in silano. Il composto ottenuto viene quindi liofilizzato in una schiuma bianca.
Dai dati raccolti le prestazioni ed il livello di raffrescamento passivo raggiunto sono degni di nota: il materiale sarebbe in grado di riflettere il 96% della luce solare visibile ed emettere il 92% della radiazione infrarossa assorbita.
I test sul campo
Per valutare le prestazioni e la capacità di raffrescamento, i ricercatori hanno posizionato il materiale sopra una scatola rivestita di alluminio esponendola ai raggi diretti del sole di mezzogiorno. Il materiale ha mantenuto l’interno della scatola più fresca di 9.2°C rispetto all’aria esterna. Ed anche in condizioni di maggiore umidità il raffrescamento passivo ha garantito un abbassamento di temperatura di 7.4°C.
Una soluzione di questo tipo potrebbe essere applicata ai tetti o alle pareti di un edificio abbattendo il fabbisogno energetico per raffrescamento del 35%.
Inoltre, se compressa la schiuma di legno altera la propria capacità di raffrescamento. Cosa vuol dire? Che si potrebbe trasformare in un materiale termoregolatore, capace di adattarsi al raffrescamento richiesto dall’utente o dall’atmosfera modificandone la densità.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista NanoLetters.