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Quando la luce naturale raggiunge il cuore degli edifici

(Rinnovabili.it) – Il consumo energetico degli edifici è dovuto in buona parte anche al dispendio di elettricità per l’illuminazione artificiale degli ambienti interni. Se a livello europeo le normative comunitarie impongono il rispetto di standard più o meno “umani” per quanto riguarda la disponibilità di illuminazione naturale negli ambienti lavorativi, le città orientali ed in particolar modo il Giappone, sembrano essere ancora piuttosto indietro da questo punto di vista. Una delle principali cause è ovviamente l’incredibile quantità di persone che una città come Tokyo deve essere in grado di accogliere, ricorrendo prima di tutto a soluzioni edilizie sviluppate in altezza, estremamente affollate e dove, troppo spesso, l’illuminazione proviene unicamente da elementi artificiali. Mentre la normativa della capitale giapponese sta cercando di compiere dei passi avanti, il MIT in collaborazione con l’EPFL, l’École Polytechnique Fédérale de Lausanne, hanno elaborato una nuova soluzione costruttiva per l’involucro trasparente che potrebbe essere in grado di sostituire completamente (durante le ore diurne) l’illuminazione artificiale. Si tratta di un nuovo particolare tipo di finestra, capace di convogliare la luce naturalein profondità all’interno degli edifici, indipendentemente dalla loro larghezza. Le prima sperimentazioni del nuovo sistema sono state installate in sei piani di un grattacielo per uffici di Tokyo

Tecnologie integrate alle facciate

Il prototipo è stato progettato da Marilyne Andersen, la direttrice del Laboratorio Interdisciplinare di Performance-Integrated Design del MIT, passando poi alla sua realizzazione pratica nelle strutture dell’EPFL di Losanna. Le complesse finestre sperimentate hanno permesso di portare la luce naturale nel cuore degli edifici fino a 15 metri di profondità, catturando e reindirizzando la luce verso l’interno, senza però abbagliare con raggi diretti, gli occupanti.

“Basandosi sulle dimensioni di una finestra standard, possiamo raggiungere una profondità di illuminazione al massimo di 6 metri”, afferma Marilyne Andersen, “con la nostra tecnologia, siamo in grado di raddoppiare questo risultato”.

Queste complesse finestre integrano due soluzioni tecnologie all’interno delle due lastre dei tradizionali doppi vetri, per catturare e diffondere la luce. Il primo dispositivo è composto da una serie di lamelle di alluminio fissate parallelamente tra loro e caratterizzate da una sezione a doppia curvatura parabolica su entrambi i lati, che cattura la luce reindirizzandola verso il soffitto e nello stesso tempo proteggono dai raggi diretti del sole. Il secondo dispositivo accoppiato alle lamelle comprende invece un cilindro trasparente acrilico di mezzo centimetro di diametro che trasforma la luce azimutale in luce diffusa all’interno della stanza. Infine il tutto è completato da un soffitto dalle caratteristiche specchianti ma dotato di una certa granularità, per accentuare la diffusione laterale della luce, ma mantenendo una diffusione verso il centro della stanza.

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