Il settore finanziario non riflette il valore aggiunto della qualità energetica degli immobili
(Rinnovabili.it) – Aumentano nel 2021 le compravendite di edifici ristrutturati e performanti. Crescono del 30% gli acquisti di nuove costruzioni in classe A1, ma la qualità energetica degli immobili italiani resta ancora lontana dagli obiettivi dell’Unione Europea per il 2030.
E’ il quadro dipinto dal monitoraggio del mercato immobiliare in funzione dell’efficienza energetica condotta da ENEA, dall’’Istituto per la Competitività (I-Com) e dalla Federazione Italiana degli Agenti Immobiliari Professionisti (Fiaip). Giunta al suo nono anno, l’indagine ha preso a campione oltre 600 agenti immobiliari professionali Fiaip.
Compravendite edifici ristrutturati in aumento
Gli immobili ristrutturati stanno recuperano la caduta registrata tra il 2019 e il 2020, attestandosi al 32% delle compravendite totali per il 2021. Merito anche degli incentivi fiscali ed in particolare del Superbonus che ha visto il momento di massima applicazione proprio nel 2021. Dopo un anno, quello della pandemia, in cui i cittadini hanno lascito da parte l’efficienza a favore di maggiori spazi interni ed esterni degli edifici, la qualità energetica degli immobili è tornata a crescere. Tra le caratteristiche che maggiormente attraggono gli acquirenti la presenza di impianti di climatizzazione ad alta efficienza (23,3%), un buon isolamento termico delle strutture (21%) e degli infissi (20,9%), impianti di generazione a fonti rinnovabili (17,6%).
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Tuttavia il rapporto annuale Fiaip – ENEA – I-Com evidenzia un potenziale di efficientamento ancora inutilizzato nella ristrutturazioni.
L’80% del patrimonio immobiliare resta fermo alle ultime classi
Purtroppo il 90% delle transazioni immobiliari riguardano ancora le ultime tre classi energetiche. Nelle zone di estrema periferia i risultati peggiori, mentre nelle zone di pregio la qualità energetica degli immobili risulta essere un ottimo fattore di compravendita con il 36% delle trattative in classe A e B.
“Il mercato immobiliare non sembra ancora aver pienamente assorbito la scossa di due potenziali driver molto importanti rispetto al tema dell’efficienza energetica: la pandemia di Covid-19 e il Superbonus 110% per le ristrutturazioni edilizie”, dichiara Franco D’Amore, Vicepresidente I-Com, “sebbene siano riscontrabili degli impatti non trascurabili. la quota di immobili ristrutturati e compravenduti che ricadono nelle prime classi energetiche rimane inchiodata a una percentuale che supera di poco il 30%. Un percentuale troppo bassa e che indica ancora come spesso nelle ristrutturazioni edilizie si sprechi una importante finestra di opportunità per riqualificare anche dal punto di vista energetico un immobile”.
L’investimento finanziario non agevola l’efficientamento energetico
Purtroppo un fattore chiave emerso dal rapporto Fiaip – ENEA – I-Com è la scarsa attenzione posta dal settore finanziario rispetto al valore ed alla qualità energetica degli immobili. Gli istituti finanziari hanno un atteggiamento precauzionale rispetto al rischio di frodi e spesso sono condizionati dalla mancanza di competenze adeguate nella valutazione di progetti di efficienza energetica che spingono ad escludere i risparmi energetici tra gli elementi di garanzia del prestito.
“Nonostante i passi in avanti compiuti negli ultimi anni, grazie a misure come il Superbonus 110% e agli altri incentivi, per il raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico al 2030 e per la completa decarbonizzazione del settore edilizio nel 2050, così come previsto dalla Strategia Nazione di Riqualificazione Energetica del Parco Immobiliare Nazionale, risulterà fondamentale la messa in campo di ulteriori misure strutturali, accompagnate anche da una maggiore capacità del sistema creditizio di offrire strumenti finanziari per la riqualificazione energetica degli immobili”, sottolineaIlaria Bertini, Direttrice del Dipartimento Unità per l’Efficienza Energetica ENEA.