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Qualità e sicurezza nel Patto per la casa della Lombardia

(Rinnovabili.it) – E il “Patto per la casa” fu. Dopo un anno di serrato lavoro, è finalmente giunto alla versione definitiva il patto che vorrebbe cambiare volto al welfare abitativo della Lombardia e non solo. Si tratta di un decalogo di impegni ineludibili, per rispondere alla richiesta abitativa, per contrastare la crisi del settore e per restituire valore alla qualità dell’abitare soprattutto attraverso gli interventi di miglioramento energetico. Per firmare il Patto si sono riuniti attorno ad un unico tavolo il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, l’assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti e 53 diversi soggetti pubblici, privati e del sociale che operano nel settore immobiliare, tra i quali numerose istituzioni locali (sindaci dei capoluoghi di Provincia, Anci, Upl), sindacati (degli inquilini e confederali), associazioni dei costruttori, degli artigiani e delle banche, cooperative, categorie professionali come notai e architetti, mondo del volontariato e del non profit, prefetto di Milano.

“Il Patto – ha esordito il presidente Formigoni – rappresenta un sistema integrato di interventi che interessano quello che può essere considerato uno dei pilastri del welfare, messo a dura prova dalla difficile congiuntura economica: il tema della casa. Nasce da un confronto ampio, allargato a tutto il territorio lombardo. Un approccio nuovo, che invita a una maggior responsabilizzazione di ciascuno e rende possibile una moltiplicazione delle risorse grazie anche al lancio di strumenti come il Fondo immobiliare, che vanta già una dotazione di oltre 200 milioni di euro”.

I dieci punti del Patto della Casa

Partendo dalle esigenze dei cittadini, il Patto si articola in dieci punti che vorrebbero rispondere alle richieste della comunità, adeguandosi alla qualità progettuale contemporanea e garantendo elevate prestazioni:

  1. Welfare abitativo;
  2. Edilizia Pubblica – il Patto per la casa prevede la costruzione di 6.000 nuovi alloggi in social housing entro il 2015 e la riqualificazione di oltre 4.000 residenze entro il 2013, utilizzando i 340 mln di euro già disponibili dal programma Prerp, ai quali si aggiungono i 54 mln stanziati dallo Stato per il Piano di edilizia abitativa nazionale;
  3. Riqualificazione di aree urbane – Sempre nelle intenzioni del Piano, anche il riassetto urbanistico di interi quartieri, per garantire qualità della vita, sicurezza e sostenibilità, favorendo la costruzione di situazioni di mix abitativo, evitando le pericolose situazioni della zoonizzazione;
  4. Fondo immobiliare – modificando le forme di agevolazione e raddoppiando i finanziamenti disponibili per il Fondo Immobiliare, che passerà dai 220 mln attuali a 400 mln.
  5. Fondo Risparmio energetico – 30 mln di euro provenienti dalla Regione, serviranno a garantire la qualità edilizia e ridurre i costi energetici per gestori ed utenti;
  6. Sistema di accreditamento;
  7. Sportello casa – Per la buona riuscita di tutti i punti del Patto, sarà indispensabile diffondere al meglio le informazioni a disposizione dei cittadini, per rendere capillare la trasformazione;
  8. Leve Urbanistiche – per favorire la ripresa del settore edilizio il Patto prevede l’incentivazione degli interventi di edilizia sociale, favorendo tutti i comuni che nel nuovo PGT, si impegnino a garantire interventi di social housing;
  9. Diffusione di esperienze – la creazione di un rete virtuale tra tutti i soggetti interessati permetterà di diffondere i progetti migliori e renderli disponibili per altre esperienze dello stesso tipo;
  10. Sicurezza – Problemi sociali e sicurezza sono i punti più importanti del Patto della Casa, che prevederà la creazione di diversi piani per le emergenze, la manutenzione e l’integrazione sociale.

L’assessore Zambetti ha poi illustrato i contenuti dell’Intesa, sottolineando anzitutto come l’obiettivo dell’agire istituzionale deve partire “da un’attenzione ferma e rigorosa ai bisogni della gente”. “Il Patto – ha spiegato – individua nuove e più efficaci linee d’azione attraverso cui rispondere alle differenziate e specifiche esigenze abitative dei cittadini e vuole avere l’ambizione di rappresentare anche il contributo lombardo allo sviluppo di politiche nazionali per l’abitare”.

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