Secondo un recente report il prossimo mondiale in Qatar 2022 definito la prima Coppa del Mondo carbon neutral è in realtà in grande imbroglio
La cd Coppa del Mondo “carbon neutral” genererà più emissioni dell’Islanda
(Rinnovabili.it) – Non c’è ancora stato il calcio d’inizio per i Mondiali di calcio e già assistiamo al primo autogol. O meglio è quanto afferma il gruppo Carbon Market Watch accusando la FIFA e il Qatar di essere molto lontani dalla Coppa del Mondo carbon neutral tanto decantata.
Secondo l’associazione no profit, i calcoli utilizzati per far sembrare l’evento carbon neutral ignorano alcune delle principali fonti di emissioni. Inoltre i crediti acquistati per compensare le emissioni avrebbero un basso livello di integrità ambientale.
L’affermazione avanzata che la definisce la prima Coppa del Mondo Carbon neutral, “semplicemente non è credibile”. Afferma Gilles Dufrasne di Carbon Market Watch, l’autore del rapporto. “Nonostante la mancanza di trasparenza, l’evidenza suggerisce che le emissioni di questa Coppa del Mondo saranno notevolmente superiori a quanto previsto dagli organizzatori, ed è improbabile che i crediti di carbonio acquistati per compensare queste emissioni abbiano un impatto sufficientemente positivo sul clima”.
Carbon neutral è un traguardo tutt’altro che semplice da raggiungere. Significa avere un impatto sul clima nullo o trascurabile. Per la prima volta la Fifa ha sviluppato una strategia di sostenibilità congiuntamente con il paese ospitante, proprio per assicurare un abbattimento totale delle emissioni.
Per fare ciò tutti gli stadi mettono in campo soluzioni ad alta efficienza, per ridurre il fabbisogno ed i consumi, evitare sprechi idrici, gestire in maniera intelligente i rifiuti. Ben sette degli otto stadi che ospiteranno la competizione sono stati costruiti da zero, come il Wakrah Stadium di Zaha Hadid, o il Lusail Stadium di Foster + Partners.
Una competizione “compatta”, ma poco green
Un’altra strategia impiegata dalla Fifa è la scelta di rendere la competizione il più compatta possibile. Tutte le sedi dei Mondiali sono situate entro 50 chilometri dal centro della capitale del Qatar, Doha. L’obiettivo era ovviamente quello di ridurre al minimo il numero di trasporti ed i voli aerei. Tuttavia, come sottolinea il report, una strategia di questo tipo ha previsto la costruzione di ben 8 Stadi in una città come Doha dove, fino a poco prima della manifestazione, ne bastava uno solo.
Cosa significa in termini di emissioni? Che il conteggio preso in considerazione dalla FIFA tiene conto solo della “condivisione d’uso”. Ovvero attribuisce alla struttura solo le emissioni prodotte nel breve tempo della durata dei Mondiali, e non dell’intero ciclo di vita. La restante impronta di carbonio sarà attribuita agli occupanti futuri ed all’uso che ne faranno.
“E’ un problema importante, perchè questi stadi sono stati costruiti appositamente per la Coppa del Mondo”, prosegue il rapporto. “Il futuro uso estensivo di così tanti stadi in uno spazio geografico così ristretto è incerto”.
Conteggio di emissioni al ribasso
Secondo gli organizzatori la “Coppa del Mondo carbon neutral” emetterà circa 3,6 megatonnellate di Co2. Ben 1,5 mln di tonnellate in più dei Mondiali in Russia del 2018 e più di quanto emetta l’intero Paese dell’Islanda in un anno.
Ma per la no profit Carbon Market Watch, si tratta anche di un numero al ribasso. La cifra sarebbe sottostimata di ben 8 volto, non tenendo conto le emissioni degli edifici nel loro ciclo di vita.
Dunque servirebbero un gran numero di crediti per compensare tutte le restanti emissioni. Secondo il rapporto però si tratta di crediti di “bassa qualità” calcolati sulla base di uno standard creato appositamente per il torneo. Un sistema che però ad ora ha registrato solo due progetti all’attivo, pari a poco più di 130mila crediti, contro gli 1,8 mln di crediti necessari per compensare l’intero torneo.