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Puntare all’Edilizia Smart: l’appello dei presidenti

Puntare al futuro ed investire sull'innovazione tecnologica attraverso lo scambio di informazioni e dati in tempo reale, per avviare uno sviluppo sostenibile, per la ripresa del settore e per l'efficienza energetica.

(Rinnovabili.it) – “Il Governo agisca” queste l’appello lanciato dalle pagine de Il Sole 24 Ore da Giovanni Azzone, Paolo Buzzetti, Giorgio Squinzi e Piero Torretta, rispettivamente nientemeno che il rettore del Politecnico di Milano, il presidente dell’Ance, il presidente di Confindustria e il presidente del Consorzio Ancenergia e di Uni. L’appello è rivolto al Governo chiedendo il passaggio ad un’Edilizia Smart, proiettata al futuro e non più al passato per risollevare uno dei comparti maggiormente toccati dalla crisi, ovvero il settore delle costruzioni.

“Il settore delle costruzioni rappresenta una quota importante del Pil nazionale – si legge nel comunicato – oltre il 9%, di cui una parte (circa il 2,5% del Pil ogni anno) è rappresentata da opere pubbliche di nuova realizzazione o di manutenzione, irrinunciabili per il funzionamento del Paese: si pensi soltanto ai temi dell’efficienza energetica, della sicurezza degli edifici scolastici, alla prevenzione del rischio sismico e idrogeologico. Sono i temi del “Piano città” contenuto nel Decreto crescita, che certamente rappresenta una iniziativa rilevante, coerente anche con la visione oggi largamente condivisa delle smart cities”.

La ripresa del settore edilizio rappresenterebbe dunque un volano per l’intera economia nazionale, che attraverso il “Piano Casa”arriverebbe a smuovere fino a 6 mld di euro a fronte di un investimento iniziale di 2 mld, e con la creazione di oltre 100.000 nuovi posti di lavoro. La ricetta proposta da Squinzi, Buzzetti, Azzone e Torretta, punta al miglioramento dell’efficienza del sistema di gestione del problema, puntando al futuro ed investendo sull’innovazione tecnlogica, unica strada possibile per tracciare una nuova traiettoria di sviluppo e prevenire danni irreversibili all’ambiente e di conseguenza alle persone, “fornendo nuovi strumenti per ottimizzare le prestazioni strutturali, energetiche ed ambientali, la semplificazione delle procedure, il controllo della qualità, l’individuazione preventiva degli errori, il dialogo collaborativo tra i moltissimi operatori coinvolti nella filiera del processo edilizio”. La condivisione dei dati a livello globale, per prevenire eventuali errori già commessi in passato da altri, attraverso il ricorso ai cosdetti strumenti BIM, i Building Information Modeling, già in uso in altri Paesi, come ad esempio la Gran Bretagna che ha già deciso che dal 2016 tutte le opere pubbliche saranno realizzate usando tali nuovi strumenti, che secondo le stime porterebbero ad una riduzione dei tempi, dei costi e degli sprechi del 30%.

Alcune esperienze pilota esistono già n Italia come il progetto cofinanziato dal Ministero dello Sviluppo economico nel Bando “Efficienza energetica” di Industria 2015, guidato dal Consorzio ANCEnergia che prevede la formazione della prima Banca Dati unificata ed interoperabile della filiera delle costruzioni, le cui potenzialità sarebbero rivolte prima di tutto all’incremento dell’efficienza e della crescita dello sviluppo sostenibile.

“Sono queste le ragioni per cui proponiamo al Governo di prendere in considerazione le misure per incentivare l’uso degli strumenti BIM e degli standard dell’interoperabilità nella filiera delle costruzioni, anche attraverso la semplificazione normativa”.