Positivo il commento del CNAPPC che sottolinea ancora alcune criticità
(Rinnovabili.it) – Nel DEF c’è il tanto atteso riferimento che conferma la proroga del Superbonus al 2023. La nota al Documento di economia e finanza (NADEF 2021) è stata approvata ieri dal Consiglio dei Ministri su proposta del Presidente Mario Draghi e del Ministro Franco.
Positivo il commento di Miceli, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, che sottolinea però alcune criticità.
“Il provvedimento ha certamente consentito la ripresa del settore delle costruzioni colpito già dal 2008 da una profonda crisi strutturale che è stata fortemente aggravata dall’emergenza pandemica. A questo importante risultato economico non si è però aggiunto un risultato altrettanto apprezzabile sul piano ambientale a causa dello stato del nostro patrimonio edilizio, vecchio ed obsoleto, sul quale gli interventi sono stati necessariamente poco incisivi”.
Agenda urbana come priorità
Secondo Miceli la svolta “ambientale che tutti si auspicano” è possibile solo inserendo l’Agenda Urbana tra le priorità del Governo, per definire politiche efficaci con la sostenibilità delle città al centro dell’interesse.
La proroga del Superbonus è un segnale importante, ma dovrebbe trasformarsi in una “misura strutturale all’interno di nuove strategie basate sulla rigenerazione urbana, puntando, non su interventi a pioggia o episodici, ma su interventi integrati in ambito urbano, introducendo una sorta di Superbonus urbano”, si legge nel comunicato del CNAPPC a commento del Def.
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Per il presidente Miceli l’obiettivo primario resta la riqualificazione urbana ed energetica delle periferie, la qualità degli spazi urbani, l’efficienza delle reti tecnologiche urbane alimentate da energie rinnovabili, il potenziamento del verde e la mobilità dolce.
“Mettere in essere strategie innovative per la filiera delle costruzioni”, conclude, “ci metterebbe anche al riparo dal riproporsi di una crisi strutturale da cui sarebbe difficile venire fuori, tenuto conto che la crescita del settore – bisogna riconoscerlo – è figlia di una bolla, indotta appunto dai cospicui incentivi fiscali, i cui effetti saranno limitati nel tempo”.