Rinnovabili

La ristrutturazione del Centre Pompidou in chiave low carbon 

La ristrutturazione del Centre Pompidou
credits: Centre Pompidou

Il recupero firmato da Moreau Kusunoki, Firda Escobedo Studio e AIA Life Designers terminerà nel 2030

Saranno gli architetti dello studio Moreau Kusunoki e del team messicano di Frida Escobedo Studio ad occuparsi della ristrutturazione del Centre Pompidou di Parigi che nel 2025 chiuderà i battenti per riaprire nella nuova veste a partire dal 2030. L’iconica architettura progettata da Renzo Piano e Richard Rogers costruita negli anni ‘70 del Novecento e conosciuta anche come Beaubourg, sarà restaurata con un approccio low-carbon che punta a ridurre i consumi energetici aumentando il comfort, ma nel massimo rispetto della conservazione dell’architettura preesistente ormai simbolo del XX secolo.

Importanza all’esistente ed al contesto

Senza aggiungere superficie costruita, il progetto vincitore del concorso per la ristrutturazione del Centre Pompidou trasformerà gli spazi interni seguendo quattro approcci identificati dal team di architetti vincitore: creare porosità fisiche e visive in tutto il sito, garantire percorsi fluidi, attivare e riqualificare gli spazi e rispettare il contesto esistente.

Il punto di partenza sarà la piazza antistante che verrà incrementata garantendo la completa integrazione nel tessuto urbano e recuperando gli spazi inutilizzati. Il secondo focus sarà il restyling del Forum, lo spazio interno centro di accoglienza del complesso. Per valorizzare questo spazio gli architetti stanno studiando un volume aperto su tre livelli che verrà ulteriormente qualificato inondando di luce naturale grazie alla sostituzione delle facciate tagliafuoco con elementi vetrati. Il “bruco” presente in facciata ovvero le scale di collegamento, verranno riprese all’interno per dare un senso di continuità.

Una volta completata nel 2030 la ristrutturazione del Centre Pompidou accoglierà anche la Biblioteca, il Museo, il New Generation Center, oltre agli spazi del Forum, dell’Agorà interna e del Foro. 

Ristrutturare un’icona del XX secolo

credits: Centre Pompidou

Ad occuparti del progetto tecnico per la ristrutturazione del Centre Pompidou saranno gli architetti di AIA Life Designers. Tre gli obiettivi dell’intervento di recupero: conferire all’edificio il potenziale di una nuova costruzione, garantire la sostenibilità e l’adattabilità di un’icona dell’architettura del XX secolo, limitare l’impronta ambientale (energia, impronta di carbonio, ecc.). 

Passando dal progetto alla pratica, questi obiettivi si tradurranno nei seguenti lavori:

Per affrontare al meglio l’intervento ciascun elemento della struttura sarà “etichettato” in base all’intervento prescelto (conservativo, rifatto in modo identico, modificato), in questo modo si avrà una chiara idea degli interventi da eseguire nello scandire del tempo. 

Restyling low carbon 

Sia a livello culturale che tecnico, un approccio low-carbon permette di ridurre il consumo energetico controllando il comfort termico, installando tecnologie ad alte prestazioni (LED, recupero di energia dai rifiuti, refrigeranti a basso impatto), ma anche a pianificare il futuro installando soluzioni robuste per limitare futuri interventi di manutenzione e sostituzioni importanti nei prossimi decenni. 

Questo approccio si applicherà anche durante le fasi di costruzione della ristrutturazione del Centre Pompidou dove il consumo sarà limitato da attrezzature ad alta efficienza idrica ed energetica.

In questa prospettiva, l’obiettivo sarà anche quello di puntare a livelli di riutilizzo molto efficienti per tutto il ciclo dell’intervento di restauro:

Significativa è anche la scelta di materiali da costruzione identificati come salubri per l’utente e per l’ambiente, smontabili, separabili e riutilizzabili. Saranno privilegiati componenti assemblabili meccanicamente per semplificare i processi di decostruzione, sarà creata una banca dati di materiali composta da una quantità di elementi simili che ne faciliterà il riutilizzo in futuro e sarà valorizzata la vicinanza geografica come fattore importante nella riduzione dell’energia necessaria per la costruzione.

Concepito come un progetto smontabile e riciclabile, questo gesto architettonico si inserisce nella logica iniziale del Centre Pompidou: uno spazio in continuo movimento.

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