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Il quartiere riciclabile di Taiwan insegna l’edilizia circolare Net Zero 

Una banca dati per identificare ciascuno dei 41mila elementi costruttivi del complesso, consumi energetici ed idrici autoprodotti nella quasi totalità, elettrodomestici in affitto e fattorie condivise per produrre oltre 3.400 kg di cibo l’anno. E’ il Taisugar Circular Village esempio di edilizia circolare

edilizia circolare
Photo credit: Studio Millspace

Il complesso può essere completamente riciclato a fine vita

Se il concetto di edilizia circolare fa riferimento ad un’economia delle costruzioni capace di rigenerarsi da sola, allora il villaggio Taisugar Circular Village (TCV) di Taiwan può esserne l’emblema. Pensato per diventare autosufficiente sia dal punto di vista delle risorse che dal punti di vista alimentare, questo complesso adotta soluzioni innovative per assicurare la circolarità dei materiali anche a fine vita e tutte le implementazioni necessarie per migliorare la vita dei residenti riducendo i costi.

Modularità e passaporto dei materiali sono la chiave per un’edilizia circolare

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Photo credit: Studio Millspace

Il Taisugar Circular Village (TCV) ospita 351 unità abitative, una fattoria urbana, un eco-stagno e tre blocchi residenziali. Al suo interno trovano inoltre posto la Circular Demo House (C-House) che funge da soggiorno del complesso, la Eco-House (E-House) che funge da cucina e la C-Farm, l’orto urbano che alimenta il villaggio.

Tutti gli edifici sono costruiti affidandosi alla modularità secondo un sistema ripetitivo. La prefabbricazione ha velocizzato i tempi di montaggio e ridotto al minimo gli sprechi, oltre ad assicurare facilità di smontaggio futuro. L’aspetto più interessante è certamente la Banca dati dei materiali da costruzione realizzata con tecnologia BIM: questo sistema consente di assegnare ad ogni componente edilizio un ID personale che consente di monitorarlo durante l’intero ciclo di vita. In questo modo si avrà un’idea chiara e precisa della quantità e della tipologia di materiali a disposizione anche nel caso di una demolizione futura e di un reimpiego; l’assegnazione di un ID facilita anche la manutenzione potendo identificare con esattezza quale sia il problema e come risolverlo considerando il fatto che i materiali censiti sono ben 41.000.

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Elettrodomestici in affitto

Ma all’interno dell’edilizia circolare rientrano anche le componenti accessorie di una casa non direttamente collegate alla sua costruzione, come ad esempio gli elettrodomestici.

Nel Circular Village di Taiwan i proprietari di casa non comprano gli elettrodomestici, ma li affittano dal produttore secondo particolari contratti stabiliti ad hoc. In questo modo si assicura sempre la massima efficienza del componente ed un riciclo a fine vita. 

Questo contratto di fornitura basato sui servizi è utilizzato anche con tutto il resto dei componenti edilizi, come gli ascensori, le cucine, i mobili fino alle stesse serrature elettroniche.

Il TCV trasforma i residenti nella parte integrante di un ecosistema condiviso anche nella produzione alimentare. All’interno di tutti i blocchi residenziali sono diverse le aree condivise che estendono la vita delle famiglie anche all’esterno del proprio appartamento. Queste aree comuni assicurano una varietà di servizio, trasformandosi anche in una piattaforma di comunicazione per sponsorizzare le possibilità offerte dall’edilizia circolare. 

Efficienza energetica Net Zero

La capacità di produrre energia in loco è essenziale per assicurare all’edilizia circolare le necessarie prestazioni. Nel Circular Village i 2.500 pannelli fotovoltaici inseriti in copertura, permettono una produzione di 172.602 kWh/anno nei mesi più caldi dell’anno. Il sistema con recupero di calore chiude il cerchio , assicurando efficienza al 100%. Un sistema per il recupero dell’acqua piovana permette di risparmiare nei consumi idrici circa 10.000 tonnellate d’acqua, necessaria per innaffiare i giardini pensili e l’orto urbano che produce circa 3.400 kg di cibo l’anno.

Il progetto è firmato dal team BaF Bio-architectura Formosana.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.