La progettazione passiva permette di combattere le temperature che per 8 mesi l’anno superano i 40°C
(Rinnovabili.it) – Niente di meglio che il caldo clima desertico del Rajasthan, in India, per mettere in pratica e sperimentare il valore della progettazione passiva. Lo sanno bene gli architetti dello studio Sanjay Puri di Mumbai, abituati a dar vita ad architetture adatte a rispondere alle difficoltà climatica della zona. Considerati tra i 100 migliori studi di architettura al mondo dal ArchDaily e pluripremiati, il team di Sanjay Puri ha progettato Casa Mirai come una scultura.
Guardando il design esterno si capisce perchè l’edificio sia stato soprannominato Casa degli archi.
Ma nulla è casuale. Ogni aggetto, ogni elemento che appare decorativo in realtà ha una funzione precisa nel disegno complessivo.
La casa degli archi
Grazie all’attenzione alla progettazione passiva infatti l’involucro curvilineo che circonda la casa, crea spazi semiaperti lungo tutto il perimetro, aumentando la profondità degli aggetti sui lati rivoti verso il verde. Gli spazi aperti e le aperture nella facciata sono rivolte a nord, mentre la facciata sud e quella ovest sono ridotte in dimensioni e quasi senza aperture.
Casa Mirai è destinata a ben 3 generazioni differenti che convivono sotto lo stesso tetto. Era essenziale perciò pianificare con cura gli spazi, creando luoghi adatti alla condivisione da parte di tutta la famiglia, ma anche aree più private.
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In sezione, le altezze sono variabili con un particolare gioco di volumi: la camera da letto ha un unico volume, la zona pranzo ha un doppio volume, mentre la zona giorno ha un volume intermedio di 1,5 livello.
Creare dislivelli interni, facilita la circolazione dell’aria tra un lato e quello opposto della casa, in questo modo il caldo desertico viene combattuto grazie alla ventilazione naturale.
L’involucro esterno riduce significativamente il guadagno di calore, essenziale per un clima che supera i 40°C per 8 mesi l’anno.
La costruzione di casa Mirai è stata condotta in collaborazione con artigiani e manodopera locale utilizzando mattoni, arenaria e intonaco di calce.
Oltre alla progettazione passiva, l’edificio si serve di alcune componenti attive per la produzione di energia rinnovabile in loco e la riduzione dei consumi: come il sistema di recupero delle acque piovane, il riciclo delle acque domestiche, i pannelli solari in copertura.