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Prevedere il futuro, simulando città sostenibili

(Rinnovabili.it) – Il susseguirsi di tecniche costruttive sempre più moderne ed innovative, porta con se un altro tipo di evoluzione, legata piuttosto alla restituzione grafica del progetto, alla parte teorica, dove i modelli 3D fanno da padroni. Se prima questi strumenti informatici servivano soprattutto ai progettisti per illustrare dal punto di vista estetico il proprio progetto, oggi la componente digitale è indispensabile per un buon esito. E’ questo il caso del Building Information Modeling, più conosciuti con l’acronimo BIM, capaci di inglobare all’interno di un unico file di lavoro, gli innumerevoli dati che concorrono a realizzare un progetto. Per questo motivo le piattaforme dedicate a questo genere di interventi, sono andate via via moltiplicandosi, fino ad arrivare a vere e proprie “macchine pensati”.

Per avere un esempio più concreto di questo concetto, è sufficiente citare il caso della città di Seattle, recentemente protagonista di una vasta riqualificazione, mirata a trasformare un brano di città in un modello di riferimento a livello urbano, architettonico, urbanistico, sociale ed umano. Sembra impossibile che un semplice strumento informatico possa arrivare a tanto, tuttavia il lavoro svolto dalla Seattle Housing Authority e dallo studio di ingegneri della Parsons Brinkerhoff ha dimostrato il contrario.

 

Non si tratta più solo di modelli 3D statici che permettono di vedere un’anticipazione di come potrebbe apparire l’edificio ultimato, ma questi strumenti si sono trasformati nel mezzo capace di dare uno sguardo anticipato al futuro, prevedendo ad esempio dove potrebbero verificarsi ingorghi in città, quale potrebbe essere il flusso di pendolari diretto al centro, fino ad arrivare all’analisi puntuale dell’intero sistema delle reti elettriche, idriche o delle fognature. Questo è il procedimento messo in atto dal team di progettisti che si è occupato della riqualificazione di Seattle e che è riuscito ad anticipare la risoluzione dei numerosi problemi che, in caso contrario, sarebbero stati scoperti solo a costruzione ultimata.

La domanda alla quale rispondere potrebbe essere riassunta in un semplice concetto chiave espresso dagli stessi progettisti: “what if…”, “cosa succede se…”; partendo da questo quesito sono stati sviluppati una serie di programmi multi funzionali capaci di integrare al proprio interno una numerosissima serie di database e di concetti, esplicitati poi attraverso il modello grafico in 3D che, in questo caso, ha esteso il tradizionale sistema BIM applicato ad un singolo edificio, ad un intero brano di città.

L’obiettivo è quello di simulare una città sostenibile da tutti i punti di vista, passando alla fase operativa con maggiori certezze e consapevoli delle scelte “green” che potrebbero essere portate avanti.

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