Alla luce dei cambiamenti introdotti dal regolamento Ecodesign e dalla Direttiva Case Green, anche il MASE è pronto ad aggiornare il Decreto Requisiti Minimi modificando sostanzialmente la definizione di prestazione degli impianti
Non più prestazioni puntuali e nominali, ma performance energetiche stagionali
(Rinnovabili.it) – Cambiamenti in vista a livello nazionale per il calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici alla luce della prossima Direttiva Case Green (EPBD) e delle novità introdotte dall’aggiornata direttiva sull’Ecodesign e sull’etichetta energetica. Oggetto del cambiamento è il Decreto Requisiti Minimi del 26 giugno 2015, ormai diventato obsoleto dato che si basa su rendimento e prestazioni puntuali anzichè su performance stagionali.
Cambia la modalità di definizione delle prestazioni energetiche
La conferma che il MASE è al lavoro per modificare il Decreto interministeriale “Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici”, arriva dal Sottosegretario all’Ambiente e la Sicurezza energetica, Claudio Barbato, nella risposta ad un’interrogazione sottopostagli in Commissione Ambiente dalla deputata Ilaria Fontana.
Il Decreto interministeriale è essenziale per adeguarsi alle richieste future della Direttiva EPBD, dato che definisce le modalità di applicazione della metodologia di calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici, compreso l’utilizzo delle fonti rinnovabili, oltre alle prescrizioni e i requisiti minimi degli impianti per la climatizzazione invernale ed estiva.
“Negli scenari energetici che si configurano al 2030 e al 2050 un ruolo fondamentale per la progressiva decarbonizzazione dell’economia e per il raggiungimento dell’obiettivo net zero è da attribuirsi ai progetti di efficientamento energetico e di promozione dell’utilizzo delle fonti rinnovabili; in tale contesto i valori minimi di performance dei prodotti per la climatizzazione invernale, estiva e di produzione di acqua calda sanitaria richiamati nel decreto requisiti minimi contrastano con l’esigenza di adottare con sollecitudine misure efficaci che accelerino il perseguimento dei citati obiettivi”, commenta la deputata
Il cambiamento di approccio nella definizione dei requisiti minimi sarà fondamentale per passare da prestazioni meramente puntuali, a vere e proprie performance energetiche stagionali degli impianti di climatizzazione più vicino all’utilizzo che ne fa l’utenza.
I prossimi passi
Dalla risposta di Barbaro si evince che l’iter procedurale di aggiornamento del Decreto interministeriale è attualmente in corso con la condivisione del nuovo Schema il Ministro della salute nonché con il Ministro della difesa e successivamente, dovrà passare dallintesa della Conferenza unificata.
Il documento introduce “nuove disposizioni riguardanti i sistemi tecnici per l’edilizia, finalizzate a favorire l’installazione, ove possibile, delle tecnologie più efficienti, nonché a prevedere sistemi avanzati di regolazione e controllo”.
In altre parole, il futuro decreto requisiti minimi, definirà le prestazioni energetiche degli edifici favorendo il benessere termo-igrometrico degli ambienti indoor, la sicurezza in caso di incendio e la riduzione dei rischi connessi all’attività simica.
“È altresì opportuno specificare che lo schema di decreto contiene anche disposizioni inerenti all’integrazione delle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici negli edifici, a cui è necessario dare debita declinazione attuativa”, conclude Barbaro.
Il nuovo Schema aggiornerà anche i requisiti per le pompe di calore, anch’essi oggetto della revisione in ambito Ecodesign, andando a definire un rendimento stagionale e non più solo nominale.