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Giordania, Porto a emissioni zero per Aqaba: entro il 2040 diventerà un hub 100% energia rinnovabile

Il progetto permetterà di trasformare l'area marittima della città in un porto a emissioni zero. Un hub di ricerca e innovazione ecologico, sostenibile ed economicamente attivo

Porto a emissioni zero
credits: BIG Bjarke Ingels Group

Bjarke Ingels, autore del progetto: “Trasformare le parti marginali e trascurate delle nostre città è enorme passo avanti in sostenibilità”

(Rinnovabili.it) – Si chiama Aqaba Container Terminal e di fatto è il primo passo di un percorso su grande scala che punta a decarbonizzare gli hub portuali e marittimi. Il primo scalo a diventare un porto a emissioni zero si trova in Giordania, nella città di Aqaba appunto. Il masterplan è elaborato da Bjarke Ingels Group (BIG) congiuntamente agli sforzi di APM Terminals e Maersk.

Entro il 2040 quella che originariamente era una zona grigia della città, diventerà il centro della comunità locale, alimentato unicamente da energia rinnovabile, servito solo da mezzi elettrici o in sharing e composto da edifici ad alta efficienza energetica e ridotti consumi.

La superficie da riqualificare supera i 3 milioni di mq e sarà solo il primo dei molti hub e porti a emissioni zero che collegheranno le città della Giordania. L’approccio di BIG al progetto combina strategie sociali, economiche e ambientali attraverso una visione olistica che vede la sicurezza e l’efficienza operativa come elementi chiave dell’abbattimento delle emissioni.

Partendo dai principi ESG per ottenere un porto a emissioni zero

Negli ultimi decenni, le industrie hanno trainato la crescita economica, ma hanno anche contribuito alle disuguaglianze sociali e al grave impatto ambientale. L’Aqaba Container Terminal è un esempio di come un’infrastruttura più pulita, silenziosa e sicura possa creare nuove forme di ambienti urbani sostenibili. In qualità di urbanista e architetto paesaggista, la collaborazione è stata un’occasione unica per esplorare il potenziale nascosto dietro i siti industriali e ripensare le infrastrutture come catalizzatori per una trasformazione urbana sostenibile”, commenta Giulia Frittoli, Partner di BIG.

Il porto non sarà solo un centro marittimo, ma comprenderà una serie di strutture per la ricerca , l’innovazione, nonché strutture commerciali e centri logistici. In questo modo si trasformerà l’area in un centro di attrazione per le comunità locali.

Ma l’obiettivo carbon neutral è decisamente impegnativo da raggiugnere. Soprattutto perchè all’interno del conteggio, i progettisti inseriranno anche la riduzione delle lunghe distanze del trasporto merci.

A livello pratico, tutte le coperture diventeranno tetti solari per accogliere il fotovoltaico. L’energia pulita prodotta servirà ad alimentare le gru, i veicoli e le stazioni di ricarica elettrica. La scelta dei materiali punterà sul riciclo e sulle forniture locali. In questo modo anche l’economia del luogo ne trarrà vantaggio.

Quando Maersk e APM Terminals ci hanno invitato ad aiutare a reinventare i porti per container come hub per la crescita verde in futuro, ci siamo sentiti estremamente motivati”, ha commentato Bjarke Ingels, fondatore e partner di BIG.

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Negli ultimi anni abbiamo lavorato a un Piano per il Pianeta, un piano generale in cui abbiamo tentato di pianificare in modo pragmatico una presenza umana sostenibile sulla Terra. Questa collaborazione ci ha permesso di andare ben oltre il nostro normale territorio e di tuffarci a capofitto nella nostra passione per l’utilizzo dell’architettura e della pianificazione per risolvere sfide complesse e su larga scala. Per noi, questo quadro è un enorme passo avanti per la sostenibilità e per ripensare la nostra professione per lavorare nelle parti spesso trascurate delle nostre città e attivarle per svolgere un ruolo cruciale nell’urgente e necessaria trasformazione energetica della nostra società.”.