Grazie alla creatività di Jaime Lerner, il sindaco che ha cambiato il volto di Curitiba, la città si è trasformata in un esempio di efficienza, sostenibilità, ecologia, pianificazione e lungimiranza.
Oggi il tema della sostenibilità è all’ordine del giorno ed un numero sempre maggiore di città piccole e grandi, sta cercando in tutti i modi di scalare la graduatoria delle metropoli più “eco”, per potersi fregiare del titolo di Smartcity o Greencity. Eppure, in tempi non sospetti e precisamente all’inizio degli anni ’70, era già iniziato un processo di trasformazione per pochi lungimiranti eletti, già in grado di intravedere i risvolti negativi che avrebbe potuto avere una pianificazione sregolata e poco attenta all’ambiente urbano.
Con queste premesse è iniziata la storia di Curitiba, una città collocata nel sud del Brasile, precisamente nello stato di Paranà e che oggi conta circa 1,8 milioni di abitanti, per un’estensione di 435 km di territorio. Il protagonista di questa storia è l’architetto urbanista Jaime Lerner, che proprio nel 1971 venne eletto sindaco della città brasiliana, che in pochi anni seppe completamente trasformare, rendendola un esempio di sostenibilità che tutt’ora resiste.
Negli anni ’60 infatti, Curitiba si è trovata a fronteggiare il grave problema della carenza di alloggi e del pericolo della cementizzazione, dovuta al boom industriale ed all’improvviso raddoppiamento della popolazione. Una decisione sbagliata, avrebbe potuto portare la città al collasso, come effettivamente avvenne per numerose altre metropoli internazionali i cui devastanti esiti sono tutt’oggi sotto gli occhi di tutti. Fino a quel momento la qualità di vita in Curitiba era tutt’altro che positiva, il numero di macchine che ogni giorno transitava per la città era molto elevato e solo 1 mq per abitante, era destinato a verde pubblico.
L’allora trentatreenne sindaco Jaime Lerner, dimostrando grande saggezza, mise in atto un processo rivoluzionario, che stravolse l’immagine della città e che ebbe inizio con un’iniziativa tutt’altro che popolare: decise di convertire una delle maggiori arterie di traffico cittadino (Rua de Flores) in strada pedonale, con tanto di aiuole e lastricato. Come era ovvio, a seguito di questa decisione, illustrata ai cittadini attraverso un masterplan di pianificazione dei sei isolati interessati, si scatenarono numerose e feroci polemiche. Per far fronte a questo problema il sindaco decise di ricorrere ad una strategia impensabile fino a quel momento: la rapidità. In sole 72 ore, riuscì a trasformare completamente questo brano di città senza lasciare, ai ricchi contestatori, nemmeno il tempo per organizzare la protesta.
Quello che il disegno del masterplan non era riuscito ad ottenere, lo ottennero i fatti. Il Progranma di ristrutturazione della città venne esteso in in brevissimo tempo al sistema di trasporto pubblico, ai parchi urbani e addirittura, all’impronta ecologica dei suoi abitanti.
La prima metropolitana di superficie
Nei primi anni ’70 la maggior parte delle città in espansione investiva nel trasporto pubblico puntando tutto sui primi esempi di metropolitana; la città di Curitiba non voleva certo essere da meno, ma il problema della mancanza delle risorse necessarie alla costruzione delle reti sotterranee era tutt’altro che semplice da superare. Ancora una volta fu la genialità di Lerner a trovare una soluzione:
“Abbiamo cercato di capire, che cos’è una metropolitana? Deve avere velocità, comfort, affidabilità e numerosa frequenza. Ma perché deve essere sotterraneo? Inevitabilmente è un sistema molto costoso. Perchè non ottenere gli stessi benefici con gli autobus, ricavando corsie apposite dal sistema viario?”
Senza dover ricorrere all’ampliamento dei viali, le grandi arterie di traffico cittadino vennero suddivise in più corsie: la centrale dedicata ai due servizi di rapid bus, affiancato da due corsie “lente” riservate agli spostamenti brevi ed una corsia “veloce” per il traffico automobilistico intenso. A differenza del sistema al quale siamo abituati, le linee non si differenziano in base al percorso, bensì in base alle tipologie, a loro volta distinte in dirette, veloci e con poche fermate, più lente ma adatte agli spostamenti all’interno dei quartieri.
Quando questo sistema venne inaugurato il numero dei passeggeri trasportati in un giorno corrispondeva a 54.000 persone, oggi il numero è salito a 2,3 milioni; questo è stato possibile anche grazie all’installazione nel 1992, di una nuova tipologia di piattaforma tubolare vetrata d’imbarco, munita di tornelli per l’ingresso (azzerando le evasioni) molto simile a quella delle metropolitane. Nelle ore di punta la frequenza di arrivo degli autobus è pari a 30 secondi, ciò significa riuscire a trasportare circa 36.000 persone in un’ora.Purtroppo negli ultimi anni si è verficata una controtendenza, che ha spinto molti cittadini a scegliere il mezzo privato piuttosto che quello pubblico, una scelta dettata forse più dalla moda che da esigenze pratiche, in quanto tutt’oggi Curitiba, incentiva i suoi cittadini all’utilizzo degli autobus, mantenendo i prezzi molto bassi arrivando anche alle famiglie più povere.
Il sogno di ogni ambientalista
Prevenire il problema prima che si generi. Sembra lo slogan perfetto per la Curitiba degli anni ’80 dove ancora prima di avere problemi di inquinamento globale e sovraccarico delle discariche, aveva avviato un sistema di Raccolta differenziata. Con lo slogan “Lixo Que Não é Lixo, Spazzatura che non è spazzatura” è nato nel 1989 uno dei primi centri comunali di raccolta differenziata, nonchè un nuovo approccio al problema, che coinvolgeva in prima persona gli abitanti, ricchi e poveri. Un esempio curioso è il sistema inventato per coinvolgere nell’impresa anche la popolazione delle Favellas, “ripagando” con ticket gratis per l’acquisto di frutta e verdura tutto il materiale riciclabile (lattine, vetro e carta) che era possibile recuperare dalla città. I dati hanno confermato l’atteggiamento ottimistico: negli anni ’90 l’attività di riciclo copriva il 70% dell’intera produzione di rifiuti della città.
La passione di Lerner ha completamente trasformato la città, il Piano di riqualificazione urbana ha fin dall’inizio dotato la città di numerosi parchi ed aree a verde pubblico, indispensabili per ridurre i danni delle inondazioni e fondamentali per alzare la qualità della vita dei cittadini. Oggi ci sono circa 51 mq di verde pubblico per abitante, un bel traguardo rispetto ai mq degli anni ’70.
Oggi Curitiba rimane una delle città più vivibili del Brasile e del Mondo, nonostante alcuni problemi “contemporanei” legati alla crisi economica. Attualmente, la città brasiliana si trova a dover affrontare nuove sfide, soprattutto legate all’ulteriore espansione della sua area metropolitana, per poter accogliere un numero sempre maggiore di lavoratori provenienti dalla campagna. Gli attuali urbanisti devono confrontarsi con un bagaglio culturale del passato molto importante, trovando il modo di convertirlo alle nuove esigenze. Una risposta arriva direttamente da colui che ha dato vita per primo alla “nuova” Curitiba, Jaime Lerner: “Le città non sono il problema, sono la soluzione”.