di Tommaso Tetro
Stabiliti i criteri d’incentivazione per investimenti in progetti di rigenerazione urbana
(Rinnovabili.it) – Vale 8,5 miliardi di euro. Ed è ora pronto a partire ufficialmente. E’ il piano per la rigenerazione urbana da parte dei Comuni fino al 2034 previsto nel Dpcm del 21 gennaio scorso, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Il limite complessivo del Fondo ammonta a 150 milioni di euro per il 2021, 250 milioni per il 2022, 550 milioni per ciascuno degli anni 2023 e 2024 e 700 milioni per ciascuno degli anni dal 2025 al 2034. Il decreto finanzia interventi triennali fino al 2034, dedicati alla rigenerazione urbana da parte dei Comuni con almeno 15mila abitanti, secondo specifici criteri e modalità definite.
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Quello che è possibile finanziare sono singole opere pubbliche o insiemi coordinati di interventi anche compresi nell’elenco delle opere incompiute, per ridurre i fenomeni di marginalizzazione, degrado sociale e per migliorare la qualità del decoro urbano (compresa la demolizione di opere abusive realizzate da privati). In particolare si punta alla manutenzione per il riuso e rifunzionalizzazione di aree pubbliche e di strutture edilizie esistenti pubbliche per finalità di interesse pubblico, anche compresa la demolizione di opere abusive realizzate da privati in assenza totale difformità dal permesso di costruire e la sistemazione delle pertinenti aree.
Ma anche al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, anche grazie a interventi di ristrutturazione edilizia di immobili pubblici, con particolare riferimento allo sviluppo dei servizi sociali e culturali, educativi e didattici, ovvero alla promozione delle attività culturali e sportive. E alla mobilità sostenibile.
Per i primi tre anni, dal 2021 al 2023, i Comuni beneficiari possono fare richiesta per uno o più interventi, entro alcuni limiti massimi: 5 milioni per i Comuni da 15mila a 49.999 abitanti; 10 milioni per i Comuni da 50mila a 100mila abitanti; 20 milioni per i Comuni con popolazione superiore o uguale a 100.001 abitanti, per i Comuni capoluogo o sede di città metropolitana. Nel caso le domande dovessero essere superiori alle risorse disponibili ci sarà una lista di quelle con maggiore priorità indicate dall’indice di vulnerabilità sociale e materiale più alto.
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