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Piano Casa Lazio: no dal Governo, ora al vaglio della Corte Costituzionale

Illegittimo ed incostituzionale. Pesanti le accuse sul Piano Casa del Lazio, che violerebbe norme comunitarie sulla tutela del paesaggio e sull'abuso edilizio

Nella seduta straordinaria del Consiglio dei Ministri di lunedì, il Governo ha deciso di impugnare il Piano Casa bis della regione Lazio, promosso dalla Giunta Polverini nell’agosto scorso. Passa la linea del ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan: “Non sarò certo io il ministro che permetterà abusi sul paesaggio senza controlli”, aveva commentato il ministro sulle pagine del Corriere della Sera, sottolineando l’illegittimità costituzionale del Piano casa del Lazio.

Il provvedimento andrà al vaglio della Corte Costituzionale a causa delle deroghe riguardanti il Piano Paesaggistico, le zone archeologiche ed i condoni sulle aree vincolate. Il primo punto nel mirino, attaccato anche dall’Ordine degli Architetti di Roma, è quello relativo al condono, che consentirebbe al Comune della capitale di approvare una norma che valuti univocamente tutte le richieste di condono del 1985, 1994 e 2003, lasciando un margine di soli 90 giorni per la valutazione, terminati i quali tutte le richieste verrebbero considerate sanate, una prerogativa che dovrebbe essere unicamente statale.

Secondo Amedeo Schiattarella, presidente dell’Ordine degli Architetti di RomaLa semplificazione delle procedure relative all’approvazione di strumenti urbanistici ed edilizi a livello locale è una grande opportunità, ma deve essere gestita in modo consapevole e coerente, proponendo modelli capaci sia di instituire regole certe e coerenti, sia di velocizzare gli iter procedurali sia, altresì, di valorizzare l’immenso patrimonio edilizio ed ambientale italiano”.

Anche nei contenuti paesaggistici, il Piano Casa è stato attaccato nella sua legittimità, evidenziando il rischio di eventuali deroghe ai vincoli attuali che consentirebbero di derogare diverse aree sottoposte a vincoli ambientali e paesaggistici, “riqualificandole e recuperandole” mediante il “trasferimento della edificazione esistente o prevista nelle aree di valore paesaggistico”, norme che violerebbero la Convenzione europea del paesaggio sottoscritta a Firenze il 20 ottobre 2000.

Numerose dunque le polemiche relative al Piano Casa del Lazio, che potrebbe anche mettere in imbarazzo l’Italia davanti all’Unione Europea, a causa delle violazioni del trattato comunitario che stabilisce l’indispensabile integrazione con la tutele dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile.

Numerose le proposte e le esortazioni di revisione del Piano Casa a favore di una maggiore attenzione energetica, come affermato anche da Ance e Legambiente, promuovendo unPiano casa che sia una spinta alla riqualificazione energetica e all’edilizia di qualità. Nei maggiori paesi industrializzati, e in particolar modo nei principali paesi europei, il percorso più efficace individuato è di legare la riqualificazione del patrimonio immobiliare ad obiettivi di efficienza energetica e di diffusione dell’uso delle fonti rinnovabili- spiegano Ance e Legambiente- un obiettivo ribadito dalla nuova direttiva 91/02 in discussione al Parlamento europeo che ne prevede l’applicazione in tutti gli interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente”.

Applicazioni indispensabili indipendentemente dal Pino Casa laziale, che serviranno al nostro Paese per avvicinarsi a testa alta, agli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2  ed utilizzo delle fonti rinnovabili previste dal pacchetto energia-ambiente 20.20.20.