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Piano Casa, il MIT elabora la strategia partendo dal dialogo con i privati

Partendo da Tavoli di lavoro con gli enti territoriali interessati, il MIT è pronto ad elaborare la strategia per il prossimo Piano Casa. Tra i punti su cui agire in via prioritaria, la semplificazione normativa e la definizione di modelli per il recupero del patrimonio edilizio dismesso

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Foto di Pete Linforth da Pixabay

Commento positivo da parte del CNAPPC che chiede la creazione di una Banca dati del Riuso

(Rinnovabili.it) – Si è svolta la seconda riunione del Tavolo di consultazione per il Piano Casa, programmata dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Durante l’incontro è stata illustrata la strategia del prossimo futuro i cui aspetti principali riguarderanno sia il riordino e la semplificazione normativa di settore, sia la definizione di modelli sperimentali.

Qualità urbana, edilizia sociale e best practice

Per affrontare il problema concretamente, il Ministro Salvini ha istituito una serie di tavoli di lavori tra pubblico e privato, che coinvolgono gli enti interessati.

In particolare i tavoli riguarderanno:
1)    Ricognizione delle caratteristiche distintive dei programmi di edilizia residenziale pubblica e di edilizia sociale e dei relativi fabbisogni.
2)    Riordino e semplificazione delle procedure di valorizzazione e recupero degli immobili pubblici dismessi, in modo da individuare le misure di semplificazione necessarie a promuoverne la destinazione ad obiettivi di edilizia residenziale e sociale.
3)    Individuazione di linee guida e best practices per il riordino degli enti regionali operanti in materia di edilizia residenziale pubblica.
4)    Avvio di un confronto sulle iniziative di competenza delle cooperative edilizie e degli enti previdenziali, al fine di verificare le condizioni per promuovere un rilancio dei relativi programmi abitativi.

A questi gruppi si affiancherà inoltre la riflessione sui modelli sperimentali, definiti “progetti pilota”, da attivare in attuazione della Legge di Bilancio 2024.

Il confronto con gli operatori ha permesso anche oggi di individuare alcuni esempi virtuosi su cui riflettere. Sono stati anche ipotizzati possibili percorsi per semplificazioni normative e acquisite proposte sul punto”, riporta la nota del Mit.

Al centro del Piano Casa, accanto all’edilizia residenziale pubblica, grande spazio sarà lasciato all’edilizia sociale, allo scopo di trovare una soluzione a quella grande massa di “cittadini, lavoratori, studenti, che soprattutto nelle grandi città non riescono a sostenere i costi di affitti o dell’acquisto di una casa”.

Grande soddisfazione del ministro Salvini, che ha ribadito la sua attenzione al tema e ha assicurato l’intenzione di acquisire gli spunti e le proposte del tavolo anche per la revisione del testo unico sull’edilizia su cui il governo sta lavorando”.

CNAPPC: “Iniziativa Positiva per il Piano Casa”

Positivo il commento del CNAPPC al termine del tavolo di lavoro.

L’Italia negli ultimi venti anni ha progressivamente abbandonato politiche attive relative alla “Casa”. Nel frattempo la società italiana ha modificato la propria composizione e oggi si sono ampliate le fasce di popolazione che necessitano di una risposta pubblica al tema della casa: coppie giovani, anziani, studenti, persone ad alta mobilità lavorativa, un ceto medio economicamente indebolito richiedono oggi una politica di social housing con offerte abitative nuove. Premesso che la casa è un diritto umano fondamentale irrinunciabile per lo sviluppo sociale, l’avvio di un “ Nuovo Piano Casa”, come preannunciato dal Ministro delle Infrastrutture, è visto con favore, se inserito in una strategia territoriale di rigenerazione che contempli la prossimità con il lavoro ed i servizi e traguardi una qualità urbana diffusa.”

Per il Consiglio Nazionale degli Architetti la questione dell’offerta abitativa va affrontata partendo prima di tutto dall’analisi puntuale dei bisogni di ciascun territorio.

Il Piano Casa, sempre secondo il CNAPPC, dovrebbe perciò indicare le misure di contrasto alla povertà ed al disagio abitativo, definendo un nuovo modello sia dal punto di vista tecnico che finanziario e gestionale.

Va riaffermata l’importanza del rafforzamento di edilizia sociale di proprietà pubblica quale strumento utile al controllo del mercato, in una visione di lungo periodo in grado di garantire adeguati modelli abitativi per le generazioni future, così come  quella di adeguare il patrimonio edilizio esistente e di nuova costruzione, disponibile per un nuovo Piano Casa, ai principi di economia circolare, di bassa impronta carbonica e di capacità relazionale con il contesto, come espressamente richiamato dal programma New European Green Deal“, conclude il CNAPPC.

Creare una Banca dati del Riuso

A questo proposito, secondo gli Architetti nazionali, creare una Banca dati del Riuso potrebbe essere d’aiuto al prossimo Piano Casa. In questo modo sarebbe possibile tracciare un elenco delle aree dismesse disponibili e l’eventuale capacità trasformativa. LA Banca Dati potrebbe essere uno strumento da affiancare a quelli urbanisitici comunali, per facilitar eil rapporto tra pubblico e privato e terzo settore, in modo di agire sia sugli aspetti economici, ambientali e sociali.

Questo approccio conoscitivo al Nuovo Piano Casa consente di traguardare una risposta ai nuovi bisogni abitativi coerente con i principi di qualità dell’abitare e di efficienza economica nell’ottica di riuso del patrimonio edilizio esistente pubblico e privato.