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Phoenix, il ponte in cemento stampato in 3D prodotto con 10 tonnellate di cls riciclato

ponte in cemento stampato in 3D
Credits by Block Research Group (BRG) at ETH Zurich – credit photo: Alessandro Dell’Endice

Il design del ponte in cemento stampato in 3D è firmato dal team Hadid e rappresenta l’evoluzione del pluripremiato prototipo presentato alla Biennale di Venezia 2021

(Rinnovabili.it) – Dieci tonnellate di materiali riciclati, un’impronta di carbonio ridotta del 40% e un insolito “inchiostro” per la stampa: sono gli ingredienti che hanno dato vita a Phoenix, il ponte in cemento stampato in 3D disegnato dal team di Zaha Hadid e sviluppato da Holcim. 

Come ci comunica il suo stesso nome, Phoenix “la Fenice”, risorge letteralmente dal suo predecessore, ovvero il ponte Striatus, un progetto pluripremiato presentato alla Biennale di Venezia del 2021 e che per la prima volta trasformava in realtà l’idea di stampare in 3D un ponte in cemento. Phoenix rappresenta l’evoluzione del primo prototipo, migliorandone la qualità costruttiva e le tempistiche, oltre ad assicurare una impronta di carbonio ridotta addirittura del 40%.

Un monumento alla circolarità 

ponte in cemento stampato in 3D
Block Research Group (BRG) at ETH Zurich – credit photo Alessandro Dell’Endice

Basandosi sulle innovazioni di Striatus, Phoenix utilizza 10 tonnellate di materiali riciclati, inclusi aggregati recuperati dai blocchi del primo prototipo. 

A fare la differenza è la tecnologia ECOCycle® sviluppata da Holcim. Si tratta di un sistema di progettazione computazionale direttamente connesso alla stampa 3D che permette di ridurre fino al 50% i materiali utilizzati, impiegando come “inchiostro di stampa” una miscela di calcestruzzo riciclato al 100%. Non solo, grazie al particolare design sviluppato dal team di architetti dello studio Zaha Hadid, la struttura resiste autonomamente ai carichi di compressione, senza la necessità di rinforzi aggiuntivi.

La realizzazione di Phoenix però va oltre alla sua funzione. Riuscire a realizzare un ponte in cemento stampato in 3D, che impiega meno materiale ed abbatte la sua impronta di carbonio del 40%, rappresenta un traguardo verso un’edilizia più sostenibile ed a basse emissioni. 

“Phoenix rappresenta una pietra miliare significativa nella preparazione tecnologica”, sottolinea Shajay Bhooshan, Responsabile del Gruppo di calcolo e progettazione della Zaha Hadid Architects. “Mette in mostra la maturazione della progettazione integrata alle tecnologie di costruzione avviata con Striatus. Sono stati apportati miglioramenti nella robustezza degli strumenti di progettazione digitale, un più stretto allineamento con i numerosi miglioramenti relativi alla progettazione strutturale e alla circolarità, una più stretta integrazione con i parametri di stampa robotizzata del calcestruzzo e un’ampia calibrazione per migliorare l’efficienza della produzione di quasi il doppio del numero di blocchi in meno stampa tempo”.

La digitalizzazione migliora i processi

Il progetto del ponte in cemento stampato in 3D è il frutto di una collaborazione interdisciplinare che ha coinvolto oltre alla Holcim anche il Research Group dell’ETH di Zurigo, Zaha Hadid Architects Computation and Design Group e incremental3D.

Accanto al materiale riciclato utilizzato per la costruzione, anche la componente digitale diventa un punto essenziale della stampa 3D. Il programma permette infatti di ottimizzare il quantitativo di materie prime impiegate, eliminando quasi completamente gli sprechi e gli scarti, posizionando invece il calcestruzzo solo nel punto esatto e nel quantitativo esatto calcolato dal software.

Il risultato è un approccio sostenibile e veramente circolare alla costruzione in calcestruzzo” commenta Philippe Block, Co-direttore del Block research dell’ETH di Zurigo, riportando l’attenzione sulle incredibili potenzialità che questo innovativo sistema costruttivo potrebbe portare al settore edile.

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