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Perplessità dell’INU sul Piano Città: “Occasione mancata”

(Rinnovabili.it) – Modifiche in “corso d’opera” al Piano Città che, lo scorso venerdì, ha assistito alla revoca da parte del Viceministro delle Infrastrutture Mario Ciaccia, alla neo direttrice delle Politiche abitative, Costanza Pera, della responsabilità sulle procedure di istruttoria per le candidature dei Comuni candidati all’assegnazione dei fondi stanziati dal Governo.

La notizia si apprende dalle pagine de Il Sole 24Ore attraverso una circolare pervenuta ai massimi dirigenti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che sposta il ruolo di esaminatrice delle proposte dei Comuni, arrivate entro il 5 ottobre, dalla direzione delle Politiche Abitative ad una task force capitanata dal capodipartimento del Ministero, Domenico Crocco, e composta da una ventina di funzionari provenienti da varie direzioni del ministero stesso. Se la scelta potrebbe essere interpretata come uno scontro interno al ministero, Domenico Crocco sminuisce affermando che “la decisione è stata presa dal viceministro dopo avere rilevato l’elevato numero di propost. C’è la volontà di fare presto, ma questa quantità è difficilmente gestibile dalla direzione.

Nel frattempo l’INU – Istituto Nazionale di Urbanistica, in occasione dell’evento Urban Promo Social Housing tenutosi la scorsa settimana a Torino, ha sottolineato alcuni aspetti deludenti del Piano Città, identificando nel modello d’azione scelto dal Governo per avviare e sostenere le politiche di riqualificazione e rigenerazione, uno schema vecchio e ormai obsoleto, che servirà unicamente a “recuperare progetti dormienti o progetti non completati per riproporli o completarli”, invece di proporre “progetti nuovi programmati per un vero rilancio di parti urbane significative delle città”. Lo stesso presidente di INU, Federico Oliva, ha poi affermato che i 230 mln di euro messi a disposizione dei progetti vincitori e recuperati dai residui dei fondi pubblici, sono sostanzialmente pochi per un intervento di riqualificazione massiccia a scala nazionale, proponendo invece di ricercare le risorse “nell’unica fonte di ricchezza prodotta dalle stesse città: la rendita fondiaria urbana fissata nella città e variamente articolata da luogo e luogo e da città a città”. Perplessità anche nei confronti del recente DDl “Catania” sul Consumo del Suolo, ritenuto dall’INU incompleto perché privo di definizion i chiare per l’identificazione delle “aree agricole” e per la mancanza di strumenti efficaci che possano impedire il consumo del suolo.

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