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Perdita del Superbonus, l’impresa che non termina i lavori dovrà risarcire

E' la prima di una lunga serie la Sentenza del Tribunale di Frosinone che punta il dito sull'impresa appaltatrice responsabile di non aver ultimato i lavori causando la perdita del Superbonus

Perdita Superbonus
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Se il committente potrà ancora accedere al Superbonus 90%, il rimborso sarà inferiore. In caso contrario si parla della totalità dell’appalto

(Rinnovabili.it) – Crea un precedente non indifferente una sentenza del Tribunale di Frosinone dello scorso 2 novembre 2023, con la quale il giudice ha riconosciuto colpevole di “inadempimento” un’impresa appaltatrice di lavori non conclusi che hanno portato alla perdita del Superbonus e dei suoi benefici.

Come sappiamo bene, avviare lavori di riqualificazione che consentano di avvalersi degli incentivi previsti dal Superbonus, non è un’impresa semplice. La fitta lista di scadenze e i numerosi adempimenti da non tralasciare, generano non pochi difficoltà per le imprese appaltatrici. Ad una situazione già di per sé complessa, si è poi aggiunto il caos normativo, la carenza di manodopera, il caro materiali e caro energia, e l’incertezza normativa sulle scadenze. Ecco perché la sentenza del Tribunale di Frosinone potrebbe trasformarsi nella prima di una lunga serie di contenziosi tra committenti ad imprese.

Secondo il giudice, l’impresa dovrà risarcire il committente

Il caso riguarda una villetta unifamiliare nella quale si sarebbero dovuti eseguire lavori di Superbonus al 110%. Ci troviamo nella situazione ante Decreto Aiuti-quater che consentiva di mantenere la detrazione al suo massimo per lavori nelle unifamiliari, a patto che entro il 22 settembre 2022 fossero stati completati almeno il 30% dei lavori. Ma nel caso portato in tribunale la scadenza non è stata rispettata provocando la perdita del Superbonus e di tutti i suoi benefici a causa di un “grave inadempimento dell’appaltatrice, consistente nel non avere iniziato i lavori appaltati e nel non averli portati a compimento”, recita la sentenza n.1080/2023 del Tribunale di Frosinone.

A quanto ammonta il risarcimento?

Entriamo nel vivo della sentenza, nella parte cruciale del testo. Chiarito che ci debba essere un risarcimento per i ritardi di cui è colpevole l’azienda appaltatrice, la domanda successiva è a quanto ammonta il valore di tale risarcimento e come calcolarlo. Secondo il Tribunale di Frosinone, l’impresa dovrà risarcire sicuramente il 10% dell’importo previsto dall’appalto. Ma la percentuale potrebbe salire fino a coprire la totalità dell’importo nel caso in cui, il committente, sia in grado di dimostrate che, l’inadempienza dell’aziende gli ha provocato la perdita totale dei benefici del superbonus. Cerchiamo di capire.

Il Superbonus per le villette unifamiliari è rimasto al 110% per tutto il 2022, tuttavia la legge ha previsto una proroga per questa tipologia edilizia con un Superbonus al 90% solo per determinati contribuenti con particolare reddito Isee ed a condizione che si tratti di prima casa.

Secondo il Tribunale di Frosinone dunque, qualora il contribuente sia in grado di dimostrare l’impossibilità di poter accedere al Superbonus al 90% (per mancanza delle condizioni a cui si accennava in precedenza), l’impresa appaltatrice potrebbe essere chiamata a rimborsare l’intero importo dei lavori (100%), ovvero la quota che non sarebbe possibile detrarre.

Purtroppo questo caso è solo la punta di un iceberg di contenzioni che potrebbero nascere, dovuti alla perdita del Superbonus, piuttosto che alla scadenza dei titoli edilizi, o ancora al guadagno perso nel caso di una potenziale successiva vendita di un immobile ristrutturato, ma anche alle spese aggiuntive pagate in bolletta a causa del mancato efficientamento energetico.