(Rinnovabili.it) – Una Passive House non è solo una casa progettata in modo tale da riuscire a risparmiare energia, ma rappresenta un vero e proprio organismo destinato prima di tutto a migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti.
E’ di questo pensiero l’architetto Jan Fillinger di STUDIO-e Architecture con sede nell’Oregon, ma origini svizzere e che da sempre si interessa di questa particolare branca della bioarchitettura, mettendo in pratica i principi base della progettazione Passive House per dimostrare le potenzialità di questo sistema costruttivo al di la del semplice risparmio energetico.
La residenza progettata nei pressi del suo studio nell’Oregon incarna perfettamente le tecniche costruttive adottate dal sistema Passive House Usa, mettendo nello stesso tempo in evidenza le caratteristiche che gli permettono di migliorare la qualità della vita dei residenti.
I principi della progettazione Passive House
Le caratteristiche della residenza progettata dal team STUDIO-e per incarnare i principi della Passive House, corrispondenti per altro ai medesimi principi riconosciuti a livello internazionale sono semplici ed estremamente intuitivi:
Bassa richiesta energetica – Riducendo la domanda energetica si abbassa di conseguenza anche il consumo. Le Passive House sono progettate per ridurre all’essenziale la richiesta energetica, sfruttando al massimo il guadagno solare recuperabile dal sole e dal calore disperso dagli stessi occupanti della casa. Con gli adeguati accorgimenti progettuali il sistema Passive House riesce a ridurre la richiesta energetica del 90% rispetto alle costruzioni tradizionali.
Superisolamento – Uno dei problemi cruciali delle abitazioni sono i ponti termici, principale causa di dispersioni termiche e di perdita di efficienza. Le Passive House solitamente prevedono un massiccio impiego di isolanti, ovviamente di origine naturale, inseriti come nella residenza progettata da STUDIO-e all’interno di un pacchetto murario a parete ventilata, ideale per eliminare completamente il problema dell’Umidità.
Involucro ad alte performance – Partendo prima di tutto dalle prestazioni di porte e finestre, necessariamente ad alta efficienza ed alto isolamento.
Solo energia rinnovabile e autoprodotta – La dove non arriva la progettazione, è la tecnologia pulita a rispondere. In questo modo i consumi elettrici necessari sono prodotti direttamente in loco ad esempio attraverso impianti alimentati da fonti rinnovabili come fotovoltaico, solare termico, geotermico, mini-eolico, annullando completamente la dipendenza dalla rete comune.
Ventilazione naturale e ricambi d’aria – Come sottolineato dall’architetto Fillinger, nonostante la scelta di materiali da costruzione il più possibile naturali ed atossici, l’iper-isolamento e la mancanza di infiltrazioni d’aria porta inevitabilmente ad un rapido consumo dell’ossigeno interno. Per questo motivo la progettazione Passive House richiede l’utilizzo di sistemi innovativi per il ricambio dell’aria interna sia attraverso la ventilazione naturale pre-trattata che attraverso l’impiego di impianti per il recupero di calore.
Eco-friendly e contestualizzata– Da non trascurare è l’aspetto dell’integrazione al contesto naturale nella quale si colloca, prestando particolare attenzione alle esigenze degli utenti finali, alle funzioni dei singoli ambienti ed alla presenza di ampi spazi verdi limitrofi.