Dall’Osservatorio costruzioni emerge che a pesare sul 2022 saranno caro materiali, incertezze normative e blocco cessioni
(Rinnovabili.it) – E’ stato presentato dall’Ance l’Osservatorio sulle costruzioni che ha registrato per il 2021 ottimi risultati di crescita.
Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio congiunturale, il settore edile ha rappresentato un terzo della crescita del Pil del +6,5% per lo scorso anno. Per la prima volta dopo gli anni della crisi generata dalla pandemia, l’Italia è tornata a classificarsi tra i principali Paesi Ue in termini di sviluppo.
“Le recenti stime della Commissione europea”, si legge nel documento Ance, “evidenziano, per il 2021, un’ottima performance del Pil italiano, tra le migliori in Europa: +6,5% rispetto al 2020. Rispetto ai nostri principali competitor europei solo la Francia ha registrato un incremento superiore (+7% rispetto al 2020), mentre per la Spagna e per la Germania gli aumenti sono stati più contenuti (rispettivamente, +5% e +2,8%)”.
La crescita italiana risulta trainata dalla domanda interna, dove il settore delle costruzioni in primis ha fatto aumentare gli investimenti, soprattutto grazie ad opportunità inedite come il PNRR e Superbonus.
Crescita del 16,4% con numeri da record
Secondo le stime Ance, lo scorso anno il settore delle costruzioni ha assistito ad un significativo incremento pari a +16,4% in termini reali, grazie all’aumento generale di tutti i comparti. Un salto importate che va oltre il risultato a breve termine, superando in positivo (+9,1%) anche anni pre-pandemia come il 2019.
Per avere un’idea dell’impatto sull’economia basti pensare che, secondo gli indici Istat, la produzione delle costruzioni ha registrato un +24,3% nel 2021, con una crescita a livelli occupazionali del +11,8% e di ore lavorative del+26,7%.
Caro materiali, incertezze normative e blocco cessioni: le criticità
Nonostante lo scorso anno abbia chiuso con il segno più recuperando ampiamente la flessione del -6,2% registrata nel 2020, rimaniamo ancora molto lontani dai livelli produttivi pre-crisi 2008. Rispetto al 2007 il settore delle costruzioni di ferma al –28,8%, perdendo ogni anno circa 60 miliardi di euro di investimenti.
Come sottolineato dallo scenario disegnato da Ance grazie all’Osservatorio sulle costruzioni, purtroppo il 2021 ha fatto emergere alcune criticità che rischiano di vanificare gli sforzi fino ad ora fatto. L’indisponibilità delle materie prime, la crescita vertiginosa dei prezzi dei materiali e dei beni energetici hanno messo in allarme le banche centrali spingendole a ridimensionare le previsioni per il prossimo anno.
Secondo Ance il mercato delle costruzioni per il 2022 assisterà ad un ridimensionamento, mantenendo comunque una tenuta positiva del +0,5%.
Le cause sono da imputare principalmente al ridimensionamento di alcuni bonus edilizi, al temporaneo blocco delle cessioni dei crediti ed alle continue modifiche normative, che faranno calare gli interventi di riqualificazione del -8,5%.
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Bene invece le opere pubbliche grazie al PNRR, nonostante alcune incognite dovute al caro materiali.
“Dei 220 miliardi di risorse del Pnrr, 108 miliardi passano per il mondo delle costruzioni, dalla grande infrastruttura al piccolo intervento. Ci sentiamo responsabili di questo grande cambiamento, ma per riuscirci bisogna correre e far funzionare al meglio la macchina”, ha commentato il Presidente ANCE, Gabriele Buia, durante la presentazione dell’osservatorio congiunturale delle costruzioni. Non poteva mancare un commento in merito alle frodi legate all’edilizia: “L’Ance si costituirà parte civile in tutti i casi di frode e di malaffare. Non abbiamo niente a che vedere con furbetti e operatori improvvisati”. Il Presidente Buia infine plaude al ministro Orlando che ha chiesto il rispetto del contratto di settore per usufruire del bonus, come Ance chiede da tempo.