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Nuova truffa Bonus Facciate: 52 mln di crediti mai richiesti nel cassetto fiscale 

truffa bonus facciate
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Secondo le ultime stime, le frodi totali legate ai bonus edilizi ammontano a 12 miliardi. Il 58% delle irregolarità è imputabile alle truffe del bonus facciate

(Rinnovabili.it) – La vera galline d’oro dei “furbetti” dell’edilizia di questi ultimi anni è senza dubbio la truffa del Bonus Facciate. L’unione di un bonus fiscale privo di un tetto massimo di spesa e del meccanismo di cessione del credito ha permesso un uso improprio degli incentivi statali da capogiro. 

Gli ultimi dati sulle frodi dei bonus edilizi, portati a galla dai controlli incrociati di Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrato, mostrano oltre 12 miliardi di euro sequestrati. Ma non si può fare di tutta l’erba un fascio: conti alla mano, il principale responsabile è proprio il Bonus Facciate che detiene il primato del 58% delle irregolarità scovate. L’Ecobonus ordinario è colpevole al 23%, mentre il sismabonus dell’8%; al tanto criticato Superbonus non resta che un 5% di colpa.  

Allo stesso tempo questi 12 miliardi sequestrati dimostrano un ottimo funzionamento della macchina di controllo ed è bene sottolineare che, essendo riferiti a crediti d’imposta da detrarre nel tempo, una volta individuata la frode i 12 miliardi non rappresentano più un problema per le casse dello Stato. 

L’ultima truffa del Bonus Facciate 

Nato senza un tetto massimo di spesa, il Bonus facciate ha permesso, fino al 2021, di recuperare fino al 90% delle spese sostenute per il rispristino e la manutenzione ordinaria della superficie esterna degli edifici. Ammonta a 52 milioni di crediti d’imposta inesistenti l’ultima truffa scovata dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria. La segnalazione è arrivata dopo che alcuni proprietari di appartamenti di un condominio si sono ritrovati i cassetti fiscali pieni di crediti mai richiesti e finalizzati proprio al recupero edilizio della facciata.  

Le indagini hanno portato a 31 soggetti e 37 società coinvolte e accusate di aver sfruttato il meccanismo dei crediti d’imposta per poi monetizzarli attraverso intermediari finanziari sparsi per il territorio nazionale. I crediti sono risultati ceduti da 4 imprese con sede a Roma e a San Cesareo (RM) tutte amministrate dallo stesso soggetto. Queste prime cessionarie avrebbero accettato crediti inesistenti per un ammontare di ben € 52.026.930 da parte di 160 “ignari” cittadini. Successivamente, le 4 società monetizzavano parte del credito cedendo poi la restante parte ad altre 33 società “seconde cessionarie”, che a loro volta, proseguivano il meccanismo di cessione monetizzando il credito. Insomma, una perfetta frode che come spesso accade nel caso delle truffe del Bonus Facciate, rende estremamente difficile l’individuazione del primo cessionario.  

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