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Novità Superbonus, Federcepicostruzione: con 110 risparmi in bolletta di 500 €/anno a famiglia

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Foto di moerschy da Pixabay

Per il Cresme ogni miliardo speso per il Superbonus ne ha fatti guadagnare 3,4 mld

(Rinnovabili.it) – E’ sempre più offuscata la situazione riguardante gli incentivi in edilizia. Se da un lato Ance, Centro Studi CNI, Nomisma ed altri esperti di settore sottolineano il valore aggiunto portato in termini economici e di riqualificazione dai bonus edilizi, dall’altro le novità sul Superbonus e fratelli non sono più state positive. Alle analisi appena citate si aggiungono anche le rilevazioni di Cresme e SVIMEZ presentate in audizione alla V Commissione Bilancio della Camera dei deputati, e riprese da Federcepicostruzione.

L’indagine conoscitiva sugli effetti macroeconomici e di finanza pubblica derivanti dagli incentivi fiscali nel settore dell’edilizia (Superbonus e Bonus facciate)” predisposta dalla Camera in teoria vuole tracciare il reale impatto territoriale di queste detrazioni. Secondo il Cresme ogni miliardo di euro investito nel Superbonus ha generato valore della produzione per 3,4 miliardi.

L’Analisi di Ance appena pubblicata stima che le entrate fiscali per lo Stato grazie al 110 per cento sono in grado di coprire il 47% della spesa complessiva, dimezzando il peso sulla finanza pubblica.

SVIMEZ ha rilevato che l’incentivo fiscale ha innescato una crescita del PIL nel Mezzogiorno di oltre il 2,4%. Tuttavia le novità per il Superbonus si muovono nella direzione opposta.

Servono incentivi per affrontare le richieste della Direttiva Case Green

Già nello scorso mese di ottobre – commenta il presidente Antonio Lombardi di Federcepicostruzione –, avevamo evidenziato l’analisi parziale e lacunosa dei detrattori del Superbonus 110%, sottolineando anche gli effetti preoccupanti che la cancellazione della detrazione avrebbe determinato in termini occupazionali, economici, ma anche di riqualificazione energetica degli edifici: questione sulla quale il nostro Paese sarà presto obbligato ad assumere inderogabili ed urgenti impegni nei confronti dell’Unione europea (una Direttiva Ue prevede che gli edifici residenziali e le unità immobiliari dovranno raggiungere entro il 1° gennaio 2030 almeno la classe energetica E ed, entro il primo gennaio 2033, almeno la classe di prestazione energetica D) ”.

Il centro Studi di Federcepicostruzioni lo scorso ottobre, aveva sottolineato che il Superbonus ha prodotto risparmi sulla bolletta energetica per 500 euro/anno in media a famiglia ed una riduzione di CO2 immessa in atmosfera per oltre 1,4 milioni di tonnellate. Sempre secondo la federazione i 181,5 miliardi di euro di valore economico sul PIL del 2022 prodotti dalla misura hanno attivato 922.300 posti di lavoro, 49.000 Megawatt di produzione di nuova Energia da fonti rinnovabili (per i cantieri in corso) e 155.000 Megawatt di produzione da fonti rinnovabili per nuovi impianti connessi alla rete. Insomma sono moltissimi i dati a disposizione che confermano gli aspetti positivi delle detrazioni fiscali per l’edilizia, ma davvero pochi quelli che invece focalizzano gli aspetti negativi.

Novità sul Superbonus, ma tutte negative

Il Mef da sempre ha espresso la sua contrarietà ad una misura considerata “insostenibile” mettendo in evidenza il suo pensiero con le molte novità sul Superbonus del 2023: lo stop alla cessione del credito, il blocco al Superbonus per le unifamiliari tranne in casi straordinari, l’abbassamento dell’aliquota anno per anno fino alla totale scomparsa. Tuttavia resta il problema di capire come riqualificare oltre 200mila edifici l’anno entro il 2033 e, non meno importante, come sbloccare i crediti ceduti per lavori lavori di efficientamento energetico, ma ancora senza acquirente o sufficiente capienza fiscale per portarli in detrazione diretta.

Ci auguriamo che le tante interrogazioni parlamentari presentate, contribuiscano a fare chiarezza sul reale impatto del Superbonus”, conclude il presidente di Federcepicostruzioni Lombardi. “Restiamo dell’avviso che questa misura abbia rivestito, ed ancora possa rivestire, un’enorme valenza strategica non solo per l’edilizia, ma per l’intera economia del Paese. Tutte le analisi sommarie che hanno portato alla revisione della detrazione, si fondano su valutazioni frammentarie, superficiali e lacunose che si fermano allo sconto fiscale e ai presunti mancati introiti per lo Stato. Un’analisi seria ed articolata, deve ponderare e valutare tutti gli effetti positivi generati anche sull’ambiente, la riqualificazione delle città e la sicurezza complessiva degli edifici in termini di staticità e antisismicità”.

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