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Non sempre il legno è la risposta per costruire edifici a zero emissioni

Il team di UNStudio ha elaborato uno strumento che gli ha permesso di progettare edifici a zero emissioni scegliendo la migliore combinazione di materiali per ridurre il carbonio incorporato

Edifici a zero emissioni
credit: UNStudio – image render by Play-Time Barcelona

Il tool in fase di sperimentazione creato da UNStudio si chiama “Carbon Builder” 

(Rinnovabili.it) – Scegliere il legno come materiale da costruzione, non è sempre l’unica risposta quando si intende progettare edifici a zero emissioni. A seconda della location, dell’impiego di materiali riciclati e dalla funzione stessa che avrà l’edificio una volta occupato, le opzioni a disposizione dei progettisti per abbattere il carbonio incorporato, oltre a quello operativo, sono davvero molteplici.

Come calcolare il carbonio incorporato: il prototipo “Carbon Builder”

“I nostri nuovi carbon tools ci hanno dimostrato che il legno non è sempre la scelta migliore e che gli edifici altamente sostenibili non devono avere tutti lo stesso aspetto. Ora possiamo dimostrare che la geometria interessante e gli alti livelli di sostenibilità non si escludono a vicenda”, ha sottolineato Ben van Berkel, ceo dello studio di architettura UNStudio. 

Consapevoli del peso del carbonio incorporato nel calcolo complessivo dell’impatto di un edificio, il team di architetti ha messo a punto Carbon Builder. Si tratta di uno strumento capace di valutare quali siano i materiali ottimali da utilizzare per la costruzione di un edificio a zero emissioni. Il tool è stato impiegato da UNStudio per la progettazione di Kyklos, l’ultimo tassello della riqualificazione di un vecchio sito industriale a Belval in Lussemburgo. I dati forniti dal programma hanno permesso agli architetti di optare per una soluzione costruttiva ibrida piuttosto che per la costruzione con il solo legno, arrivando a ridurre l’impronta di carbonio dell’edificio dell’80% rispetto alle costruzioni simili tradizionali.

A dispetto di quanto si sia pensato negli ultimi anni infatti, il maggiore colpevole delle emissioni di un edificio non è il carbonio operativo, ma il carbonio incorporato responsabile del 90% delle emissioni di CO2 totali. Ecco perchè UNStudio sta attualmente sviluppando un quadro di progettazione sostenibile completo che, insieme ad altre applicazioni, consente ai progettisti di avere il pieno controllo dell’impatto del carbonio incorporato nei progetti. 

Per Kyklos vince l’edilizia ibrida

Nel caso di Kyklos a vincere è stata l’edilizia ibrida. La possibilità di utilizzare acciaio con contenuto riciclato al 100% e di lavorare con miscele di calcestruzzo ottimali, ha migliorato significativamente le prestazioni di carbonio del progetto. La costruzione acciaio calcestruzzo si è dimostrata la scelta migliore nel lungo periodo anche per la funzione d’uso dell’edificio.

Kyklos è il progetto di UNStudio e HYP Architects vincitore del concorso per la riqualificazione dell’ultimo edificio in un ex sito industriale a Belval in Lussemburgo. Una volta ultimato l’edificio punterà alla certificazione BREEAM Excellent e Well Gold.

L’integrazione urbana e un approccio olistico sostenibile sono i due principali driver della progettazione di tutti gli elementi dell’edificio, dalla sua organizzazione funzionale alle sue tecniche di costruzione e alla sua materialità.

Anche grazie al 90% di superficie vetrata per massimizzare l’illuminazione naturale, ma anche grazie agli aggetti dei solai per ridurre il guadagno solare, la struttura potrà essere considerata un valido esempio tra gli edifici a zero emissioni. 

Fin dall’inizio del processo di progettazione, l’obiettivo è stato quello di evidenziare gli elementi unici del sito e creare un edificio la cui forma potesse essere collegata in modo chiaro e univoco a queste caratteristiche.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.