Sottolineata da parte dell'Ance l'importanza di una politica di defiscalizzazione per scongiurare il condono ed attivare un processo di riqualificazione e risparmio energetico
La manutenzione dei fabbricati costruiti prima degli anni ’70, la necessità di modificare le periferie e renderle più moderne, ricostruire dove necessario ed intervenire in modo più mirato e con maggiore criterio ambientale, questa la ricetta per rilanciare il mercato edilizio italiano e valorizzare il nostro inestimabile patrimonio. Il presidente Buzzetti ha poi sottolineato l’importanza di un intervento unificato: “Varare un grande piano città, in accordo tra i sindaci. Le norme fiscali ormai ci sono, ci vuole la miccia fiscale”. Dovrebbe dunque spettare al Governo la prossima mossa, per rendere appetibili le trasformazioni del tessuto edilizio esistente in chiave sostenibile e di contenimento dei consumi. Purtroppo però, sembra sempre più probabile l’ipotesi di un condono edilizio per reperire risorse ed abbattere il debito, secondo quanto affermato durante il weekend da alcune degli esponenti della maggioranza. Ma l’Ance non ci sta e si oppone fermamente alla manovra che potrebbe sminuire tutti gli importanti traguardi energetici italiani, fino ad oggi raggiunti. “Su questo – ha concluso Buzzetti – la nostra posizione è netta: sempre contrari a qualsiasi idea di condoni su abusi edilizi”.