Appuntamento alla Biennale di Venezia nell’Abbazia di San Gregorio fino al 24 settembre 2024
(Rinnovabili.it) – Si apre con un modello in scala di The Line la mostra Zero Gravity Urbanism, predisposta da NEOM per presentare alla Biennale di Venezia il suo controverso progetto per l’Arabia Saudita. Curata da Ramon Part e prodotta dallo studio britannico Squint/Opera e dallo studio italiano We Exhibit, la mostra sarà visibile presso l’Abbazia di San Gregorio a Venezia fino al 24 settembre 2023.
Un viaggio nel futuro di NEOM attraverso i modelli in scala della mostra
All’interno dell’esposizione trovano posto modellini, disegni ed audiovisivi dedicati ai 4 progetti lanciati da NEOM: The Line, la città lineare lunga 170 km a zero emissioni; Oxagon, la città portuale dedicata allo sviluppo industriale; Trojena, la stazione sciistica dell’Arabia Saudita; Sindalah l’isola del Mar rosso dedicata all’ecoturismo marittimo.
Con il contributo di oltre 100 studi di architettura tra i quali anche Adjaye Associates, BIG, Coop Himmelb(l)au, Delugan Meissl Associated Architects, Studio Fuksas, LAVA, Luca Dini Design and Architecture, Morphosis, Oyler Wu Collaborative, Pei Cobb Freed & Partners, CHAP e UNStudio, la mostra Zero Gravity Urbanism immagina la città del futuro come risposta ai principali problemi dell’urbanizzazione, della sovrappopolazione e del cambiamento climatico.
I progetti esposti alla Biennale danno un’idea di quello che sarà realmente l’impatto di NEOM, quale manufatto artificiale inserito all’interno di un contesto naturale praticamente incontaminato.
Il recente video pubblicato dalla società saudita ha trasformato il progetto in realtà, mettendo in chiaro una volta per tutte l’intenzione concreta di costruire la città.
leggi anche Neom, la costruzione della Smart City saudita è realtà: rilasciato il video che lo dimostra
Dieci progetti per il futuro di Neom
I modelli mostrano varie sezioni della struttura futura della città lineare The Line di Neom, con particolare riferimento ai due grattacieli alti 500 metri e distanti 200 metri l’uno dall’altro che comporranno il progetto. In netto contrasto con la location storica dell’Abbazia di San Gregorio, le rappresentazioni di Oxagon, Trojena e Sindalah sembrano provenire dal futuro, tanto da aver sollevato non poche critiche sulla visione eccessivamente utopistica dell’opera, al limite dell’irrealizzabile. Il progetto è stato ampiamente criticato anche per le mancanze nel rispetto dei diritti umani dei lavoratori impegnati nella costruzione dell’opera. Una volta ultimato il complesso comprenderà 10 progetti totali.