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Il nuovo Museo Munch di Oslo uno “sgraziato” passivhaus

Aprirà ad ottobre il Nuovo Museo Munch di Oslo progettato da Estudio Herreros secondo gli standard Passivhaus impiegando materiali riciclati. Nonostante la sostenibilità l'edificio è stato definito freddo e sgraziato.

Museo Munch di Oslao - credits: estudio herreros
Museo Munch di Oslao – credits: estudio herreros

Oltre 26mila mq di spazi espositivi per il Museo Munch

(Rinnovabili.it) – Il nuovo Museo Munch, dedicato al celebre artista autore del “L’Urlo”, è finalmente completo e pronto ad aprire i battenti il 22 ottobre 2021. A firmare l’opera di Oslo sono gli architetti spagnoli di Estudio Herreros che hanno fatto della sostenibilità un cavallo di battaglia del progetto. Oltre 26.000 metri quadri di spazi espositivi, distribuiti su 13 piani per quasi 60 metri d’altezza coronati da una terrazza panoramica affacciata sulla città.

Passivhaus e sostenibilità

Tutti i materiali impiegati nel Museo Munch sono stati scelti con attenzione. Come i pannelli perforati in alluminio riciclato della facciata o le lastre di acciaio, fino ad arrivare al cemento a basse emissioni di carbonio utilizzato per le parti strutturali.

L’edificio è progettato per soddisfare gli standard Passivhaus ed unisce sistemi attivi ad alta efficienza e basso consumo a sistemi passivi come la ventilazione e l’illuminazione naturale. I pannelli traforati in alluminio ondulati che rivestono la facciata del Museo Munch, permettono alla luce naturale di filtrare con vari livelli di trasparenza. A seconda delle ore del giorno e del cambio delle stagioni, la percezione interna degli ambienti cambia e con lei l’esigenza di illuminazione artificiale.

Ma l’attenzione alla sostenibilità non si esaurisce nella scelta e l’impiego dei materiali. Il Museo Munch infatti sarà unicamente raggiungibile pedonalmente e dispone solo di parcheggi per le bici, non prevedendo la possibilità di collegamenti per le auto private.

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Collocato sul waterfront del fiordo principale della capitale norvegese, il Museo Munch si è trovato a confrontarsi con un’icona del panorama architettonico e visivo della città, il celebre Opera House firmato Snøhetta. Da ciò la scelta degli architetti di far “protendere” l’edificio verso l’edificio preesistente.

Ma non a tutti il progetto è piaciuto, tanto da essere stato oggetto di pesanti critiche soprattutto nei confronti dell’estetica dell’edificio, definita “fredda e sgraziata”. Nonostante ciò la struttura olistica è piaciuta alla città che porta avanti da sempre grande impegno verso la sperimentazione e l’innovazione in ottica ecofriendly.