Nel 2021 il mercato degli impianti ibridi è cresciuto del 355% grazie agli incentivi fiscali. Nonostante la fisiologica frenata dettata dalla contrazione del settore edile, la quota di vendita del mercato dell’impiantistica rispetto al totale delle costruzioni è pari al 32,5% della produzione totale
In media nel periodo 2024-2026, saranno installati in nuovi edifici e negli esistenti circa 1.464.000 caldaie e 1.947.000 impianti di condizionamento e trattamento aria
(Rinnovabili.it) – Grazie alla riqualificazioni energetiche, agli investimenti nelle energie rinnovabili, all’aumento della tecnologia e digitalizzazione negli edifici, il mercato degli impianti ha raggiunto il 32,5% del valore della produzione totale delle costruzioni. Un dato non irrilevante che pone l’Italia seconda in Europa, dopo la Germania (33,8%). Ma la frenata dell’edilizia del 2023 ha fatto rallentare anche il mercato degli impianti, danneggiato anche dalla fine degli incentivi fiscali.
E’ il quadro tracciato da CRESME nel suo 10° Rapporto congiunturale sul mercato dell’installazione di impianti negli edifici (2024-2026), presentato a Milano in occasione della fiera MCE.
Dopo il picco del 2022, il mercato frena nel 2023: positive le aspettative per il 2025
Nel 2023 la corsa degli impianti in Europa ha registrato una brusca frenata, passando da 572,6 miliardi del 2022, a 568,6 miliardi nel 2023. Anche nel 2024 il calo prosegue scendendo a 559,1 miliardi, ma si intravedono prospettive di ripresa a lungo termine, calcolate al 2025 in circa 567,70 miliardi.
Anche l’Italia ha assistito alla contrazione del mercato degli impianti, inevitabile dopo la corsa avvenuta grazie agli incentivi fiscali. Dal segmento della climatizzazione ambientale agli impianti termici ed a quelli del raffrescamento, l’intero mercato impianti ha risentito del calo nella domanda.
Nel 2021 il mercato degli impianti ibridi è cresciuto del 355%
Un focus particolarmente interessante raccontato da CRESME nel suo Rapporto, è quello che racconta il settore dei sistemi ibridi, ovvero quello che unisce i due grandi mercati della climatizzazione ambientale, integrazione tra caldaia a condensazione e pompa di calore. “Nei dati diffusi in collaborazione con AssoClima ed AssoTermica, nel 2019 erano state collocate sul mercato da parte di produttori ed importatori, circa 7.600 macchine. Nel 2020 se ne registrano 13.600 circa per un incremento del 79%”, racconta il rapporto.
Ma il dato più eclatante nella vendita dei sistemi ibridi si registra nel 2021, quando con la collocazione di circa 61.700 macchine, l’aumento registrato è stato pari al 355%, raggiungendo l’apice nel 2022 con circa 122.400 macchine. “Secondo i dati provvisori per il 2023 si registra un calo del 77% che riporta le vendite a circa 22.800 unità. Tale tipologia di macchine è stata intensamente utilizzata negli interventi di riqualificazione energetica e la dinamica riflette in misura eloquente la pressione della domanda e la rapida accumulazione di scorte da parte della distribuzione”.
L’intero mercato della climatizzazione ambientale (macchine a combustibile, macchine alimentate elettricamente e sistemi ibridi) “ha beneficiato intensamente degli incentivi fiscali ed evidenzia un incremento tra il 2020 e il 2022 di oltre il 49% (+22,7% nel 2021 e +21,8 nel 2022) che ha portato alla installazione sul mercato finale di oltre 4,5 milioni di impianti nel solo 2022”.
Secondo le stime del CRESME il calo del mercato nel 2024 “sarà del 17,3% e nel biennio 2025-2026 si dovrebbe registrare una stabilizzazione con il -1,1% nel 2025 e il +0,5% nel 2026; in media annua nel periodo 2024-2026, saranno eseguite installazioni in edifici esistenti (sostituzioni o prime installazioni) e nelle nuove costruzioni pari a 1.464.000 per caldaie o generatori di calore, 1.947.000 per impianti di condizionamento e trattamento aria, 747.000 per impianti idraulici”