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Mercato delle costruzioni: drastico calo delle riqualificazioni e prospettive negative per il 2024

Il mercato delle costruzioni frena sulla riqualificazione dell'esistente appoggiandosi completamente sulle opere pubbliche del PNRR. L'eccezionale dimensione delle opere, il cambiamento climatico e il rischio fallimento per molte aziende senza liquidità, rischiano di segnare i prossimi anni.

Mercato delle costruzioni
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Senza cambiamenti normativi il mercato delle riqualificazioni potrebbe decrescere di oltre il -22%

(Rinnovabili.it) – Come era percepibile dagli ultimi dati rilevati da ENEA sugli interventi per Superbonus, il mercato delle costruzioni dedicato alla riqualificazione dell’esistente, ha iniziato la sua inesorabile discesa. Mentre le opere pubbliche legate al PNRR sono entrate in una fase espansiva cruciale, ma a doppio taglio. In base alle capacità di gestione di questi grandi progetti si deciderà la tenuta o meno del mercato dei prossimi anni.

A sottolineare l’importanza decisionale di questo momento storico è il XXXIV Rapporto Congiunturale e Previsionale sul Mercato delle Costruzioni realizzato da CRESME e presentato ieri a Roma.

Brusca frenata degli interventi sul patrimonio esistente

Nei primi tre mesi dell’anno il mercato delle costruzioni ha mantenuto segno positivo, ma ora il settore delle riqualificazioni mostra i primi segnali di frenata che saranno contenuti nel 2023, ma decisamente più forti nel prossimo anno 2024, con un calo degli investimenti previsto nell’ordine del -6%. Nell’ottica di raggiungere un obiettivo di decarbonizzazione totale del patrimonio costruito entro il 2050, il drastico calo delle ristrutturazioni edilizie fa temere il peggio. Secondo CRESME, se non dovessero esserci cambiamenti normativi, il settore del rinnovo residenziale dell’esistente subirà una decrescita del -22,6% nel 2024. Ovviamente la causa scatenante di questa contrazione la si deve ai correttivi su Superbonus e cessioni del credito.

Quest’ultimo tema ha generato una situazione controversa sottolinea CRESME: da un lato i cassetti fiscali pieni fanno registrare una crescita dei fatturati del 2022 eccezionale, ma di fatto una crescita solo su carta con forti problemi di liquidità. Gli esiti di questa situazione potrebbero tradursi nell’aumento dei fallimenti soprattutto per il 2024 e dei contenzioni tra impresa e utente finale, con ricadute lungo l’intera filiera delle costruzioni.

PNRR, una partita da giocare con attenzione

Come registra CRESME nel suo XXXIV Rapporto, prosegue l’eccezionale fase espansiva delle opere pubbliche. Attenzione però, la portata di tali opere “fuori scala” per la nostra storia, andrà affrontata con attenzione sfruttandola per modernizzare il Paese. Ma se si dovessero mostrare segnali di incapacità si avrebbe un chiaro effetto negativo sulla fiducia e sulla tenuta dei conti del Paese.

Il Cambiamento climatico impatta anche sul mercato delle costruzioni

A due anni di siccità è succeduto un periodo di piogge eccezionali così intense da aver creato una vera alluvione nella Romagna e prima ancora nelle Marche. Questi repentini cambi meteorologici confermano l’impatto che il cambiamento climatico avrà sulle nostre vite e sul mercato delle costruzioni, che andrà ripensato. “I driver della sostenibilità, coniugata nelle sue diverse forme e sospinta dalle norme europee, e della digitalizzazione, stanno chiamando il settore delle costruzioni a farsi carico di una nuova responsabilità: collocarsi alla testa del processo di innovazione”, prosegue il rapporto. Allo stesso modo il ridursi delle risorse renderà necessario il passaggio ad un’economia circolare con filiere collaborative e trasparenti. La sostenibilità ambientale ed economico sociale si trasformerà in uno standard di mercato, rendendo la tecnologia necessaria a misurarli, un must indispensabile. “Oggi, più di sempre, occorre pensare a cosa accadrà nei prossimi due-tre anni ma, soprattutto, a cosa accadrà nei prossimi dieci: abbiamo davanti un periodo di grandi trasformazioni”.