I quesiti sul Superbonus sono stati posti dal senatore De Bertoldi in Commissione Finanze al Senato
(Rinnovabili.it) – “Il Superbonus incide negativamente sul Bilancio dello Stato”, “una proroga al 2030 […] determinerebbe oneri a fronte dei quali occorrerebbe reperire idonea copertura, non rilevando ai fini dell’adozione del provvedimento eventuali effetti indotti sull’economia che non possono essere utilizzati a copertura di oneri certi, secondo quanto previsto dalla legge di contabilità pubblica”. Questa la risposta secca del Sottosegretario all’Economia e alle Finanze, Maria Cecilia Guerra, in merito all’interrogazione presentata da Fdi in Commissione Finanze del Senato.
Sostenibile o insostenibile? Questo è il problema
A sottoporre il quesito al Mef è il senatore Andrea De Bertoldi che mette sotto la lente alcune incongruenze che da qualche tempo accompagnano questa misura fiscali tanto dibattuta.
Partendo dalla consapevolezza che la misura è vista dallo stesso Governo come “economicamente non sostenibile a lungo termine”, il senatore porta però all’esame del Ministero due studi separati che affermano esattamente il contrario.
Il primo è l’analisi indipendente svolta dalla Luiss business School e della Open Economics, pubblicato sul sito del Dipartimento di politica economica della Presidenza del Consiglio dei ministri lo scorso marzo. Secondo lo studio il Superbonus, in realtà “determinerà nel medio e lungo termine un impatto positivo pari a 811 milioni di euro sulle finanze pubbliche, grazie a un maggior gettito derivante dalle entrate relativamente alle imposte IVA e IRES, rappresentando, pertanto, un valore aggiunto pari a 16,6 miliardi di euro a fronte di una spesa di 8,8 miliardi di euro per il biennio 2020-2022”. Che in parole povere vorrebbe dire che la misura è in grado di autofinanziarsi.
La seconda osservazione messa in campo dal Sen.De Bertoldi è invece la simulazione del quotidiano Il Sole24Ore che dimostrano l’effetto positivo che la proroga alle agevolazioni fiscali avrebbe sui conti pubblici attraverso l’aumento del gettito fiscale innescato dalla crescita del Pil.
Proroga al 2030
Partendo da queste premesse il senatore di Fdi sottolinea come la possibilità di far circolare i crediti fiscali permetterebbe di introdurre la cosiddetta “moneta fiscale”, uno strumento che, a parere dell’interrogante, sarebbe in grado di autofinanziarsi grazie al miglioramento della competitività. Nonostante ciò i continui aggiustamenti normativi e cambi di rotta hanno reso secondo De Bertoldi, “il quadro complessivamente ambiguo e incerto, in cui emerge sia un’evidente volontà di contrastare da parte degli organismi istituzionali l’introduzione della cosiddetta moneta fiscale, che continue dichiarazioni scarsamente chiare, che rimbalzano tra lo stesso Governo e il Parlamento, sulla proroga del superbonus edilizio”. Misura che per il senatore andrebbe estesa fino al 2030 per completare l’ondata di ristrutturazioni innescata dal meccanismo.
A conclusione dell’interrogazione, De Bertoldi propone poi al Governo di incrementare i crediti fiscali “non pagabili” non solo per i lavori edilizi. Ma anche per finanziare lavori pubblici, per pagare i debiti della pubblica amministrazione o anche per ridurre il cuneo fiscale delle imprese.
La risposta del Mef
Dopo aver sottolineato che il Superbonus incide negativamente sulle casse dello Stato, il Sottosegretario Guerra prosegue affermando che “la cedibilità dei crediti a favore di terzi, compresi gli intermediari finanziari, ha un impatto in termini di debito per il bilancio dello Stato. Di conseguenza, un’applicazione maggiormente generalizzata di tale meccanismo inciderebbe negativamente sui saldi di bilancio, in misura anche significativa tenuto conto delle poste considerate dall’interrogante di ammontare consistente (lavori pubblici, debiti delle Pubbliche amministrazioni)”.
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Inoltre ribadisce che le limitazioni recentemente imposte ai bonus fiscali sono state dettate dalle molteplici frodi che hanno cavalcato l’onda dei crediti fiscali originariamente cedibili all’infinito, per “dissimulare la genesi del credito” originario. A conclusione ricorda però che gli emendamenti approvati al Dl Aiuti mantengono la richiesta di ampliare la platea a cui le banche possono cedere i propri crediti inserendo nella maglia tutti i correntisti che non siano qualificabili come consumatori o utenti.