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Come progettare un tetto verde: l’aiuto dalla norma UNI

Come progettare un tetto verde: l’aiuto dalla norma UNI
credits: Immagine di vecstock su Freepik

Le ricadute positive di un tetto verde sono ben più numerose di quanto si possa pensare. Oltre a trasformarsi in un’oasi verde per l’edificio, una copertura a verde offre anche vantaggi ambientali, economici e sociali. Lo conferma la stessa Direttiva EPBD “Case Green” che inserisce i giardini pensili e le soluzioni naturali nelle premesse al testo. 

Tuttavia, solo attraverso una corretta progettazione, manutenzione e realizzazione è possibile assicurare il raggiungimento degli obiettivi di efficientamento energetico.

Un riferimento utile per gli operatori del settore è la norma UNI 11235:2015 “Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione, il controllo e la manutenzione di coperture a verde”.

Costituita per il clima mediterraneo al contrario di altre norme che fanno riferimento a climi diversi dal nostro, come quello continentale, introduce il concetto di sistema, e in quanto tale può fornire dati prestazionali precisi, in modo da integrare il verde pensile nel progetto, ottenendo una situazione win-win.

A cosa serve un tetto verde

L’utilizzo delle coperture a verde permettono di qualificare gli immobili, aumentando la qualità della vita dei suoi occupanti, migliorando le prestazioni termiche dell’immobile ed assicurando uno spazio verde, privato o pubblico, a servizio della comunità. A livello urbano, i giardini pensili ed il verde verticale offrono un significativo contributo nella riduzione delle isole di calore, fenomeno estremo sempre più frequente ed accentuato dal cambiamento climatico. 

Agendo come isolante naturale, le coperture a verde riducono l’esigenza di climatizzazione estiva e di riscaldamento in inverno, oltre ad aumentare la qualità dell’isolamento acustico. 

Come progettare un tetto verde

La Norma UNI 11235:2015 definisce i criteri di progettazione delle coperture a verde seguendo un approccio bottom-up, ovvero partendo dalla definizione degli strati alla base della struttura per poi procedere progressivamente verso gli strati più esterni. 

La sequenza degli strati è cruciali perchè determina il corretto funzionamento della copertura a verde e la sinergia tra gli strati anche in funzione della protezione contro le infiltrazioni d’acqua e della gestione ottimale delle risorse idriche

Attenzione all’impermeabilizzazione

Il primo elemento da inserire è certamente la membrana impermeabilizzante  che riveste un ruolo determinante per garantire sia la tenuta all’acqua che la protezione dalle radici. Questo elemento deve inoltre resistere alle sollecitazioni meccaniche Utile al fine di evitare infiltrazioni d’acqua anche la creazione di settori compartimentati per facilitare eventuali riparazioni. 

Si procede poi con uno strato drenante, la cui funzione è quella di gestire correttamente le acque meteoriche e favorire il deflusso dell’umidità. Questo strato impedisce il ristagno d’acqua, estremamente dannoso per la struttura dell’edificio stesso.

A livello progettuale deve essere dimensionata la capacità drenante di questo strato, in funzione dell’intensità di pioggia critica, dell’inclinazione del solaio e della geometria della copertura. Gli aggregati naturali, come pomice, lapillo, tufi geolitici, sono in grado di accumulare acqua, contribuendo così a una sua gestione più equilibrata. Gli elementi preformati invece, sono soluzioni più leggere e possono essere composti da materiali come pannelli in plastica, polistirene estruso, poliestere, polipropilene, polistirene espanso o polietilene. 

L’elemento filtrante impedisce il passaggio di particelle fini dallo strato colturale al sistema drenante. Composto da geotessile non tessuto, deve avere una permeabilità superiore a quella dello strato colturale per evitare ostruzioni nei canali drenanti.

Il substrato è lo strato in cui crescono le piante. Deve essere ben drenato e avere caratteristiche specifiche, come una buona porosità totale per il drenaggio e l’ossigenazione, una giusta capacità di ritenzione idrica per l’acqua e una buona conducibilità elettrica per l’assorbimento dei nutrienti.

In sintesi, un sistema di drenaggio ben progettato è essenziale per il buon funzionamento e la sostenibilità delle coperture verdi, favorendo la crescita delle piante e la gestione delle risorse idriche.

La manutenzione 

Come sottolinea la norma UNI 11235:2015 la manutenzione delle coperture a verde non è un elemento accessorio. Esistono diverse tipologie di manutenzione a seconda della fase progettuale in cui ci si trova:

La norma UNI 11235:2015 si configura, quindi, come uno strumento essenziale in grado di guidare nella progettazione delle coperture a verde, ma anche di garantire un quadro di riferimento per tutte le parti coinvolte nel processo, dal progettista al committente.

Un utile vademecum di guida all’interpretazione della norma UNI per il verde pensile è messo a disposizione da ANCE e scaricabile attraverso il portale dedicato.

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