Installata su un robot aspirapolvere, MobiPrinti la stampante 3D portatile può realizzare qualsiasi oggetto in pochi secondi collocandolo autonomamente in un punto preciso della stanza. Si spazia dalla stampa di una pedana per disabili ad oggetti più ludici come la ciotola del gatto
I ricercatori dell’Università di Washington hanno sviluppato una particolarissima stampante 3D portatile in grado di realizzare molteplici oggetti di uso quotidiano e domestico, muovendosi in completa autonomia all’interno delle nostre case. Come?
Lasciandosi “trasportare” dal robot aspirapolvere ormai parte integrante di molte abitazioni.
Il progetto permette così di superare le limitazioni imposte dalla stampa 3D, soddisfando bisogni ed esigenze quasi in tempo reale.
MobiPrint la stampante 3D che viaggia da sola
Presentata la scorsa settimana in occasione di un simposio sulla tecnologia a Pittsburgh, MobiPrint è una stampante 3D mobile in grado di misurare autonomamente una stanza per poi stampare gli oggetti direttamente sul pavimento. L’interfaccia grafica permette agli utenti di scegliere cosa stampare a partire da una vasta libreria.
Il prototipo costruito dal team è stato aggiunto ad un classico robot aspirapolvere per unire le due funzioni degli oggetti.
“La fabbricazione digitale, come la stampa 3D, è piuttosto matura a questo punto”, ha affermato Daniel Campos Zamora, uno studente di dottorato presso la Paul G. Allen School of Computer Science & Engineering. “Ora ci chiediamo: come possiamo spingerla sempre più nel mondo e abbassare le barriere che impediscono alle persone di utilizzarla? Come possiamo cambiare l’ambiente costruito e adattare gli spazi alle esigenze specifiche delle persone, per l’accessibilità, per il gusto?”.
Non solo ludica, ma anche utile
Al di là della componente ludica che offre agli utenti la possibilità di stampare in pochi minuti una nuova ciotola per il gatto, piuttosto che un poggia piedi per il divano, MobiPrint è stata ideata anche per colmare le lacune che ci separano dalla totale accessibilità dei luoghi, anche nei confronti di persone con diversamente dotate.
Questa stampante 3D portatile ad esempio è in grado di aggiungere indicatori tattili per persone non vedenti. Oppure può creare una rampa per colmare una transizione irregolare nel pavimento.
Prima di stampare un oggetto, MobiPrint si aggira per la casa rilevando lo spazio interno ed utilizzando il LiDAR per mapparlo. A questo punto il software elaborato dal team, converte il rilievo in una mappa interattiva. L’utente può dunque scegliere l’oggetto che vuole stampare dalla libreria o caricare un progetto personale, posizionarlo sulla mappa e ridimensionarlo. MobiPrint farà il resto.
Il prossimo passo sarà il riciclo degli oggetti stampati
Il polimero utilizzato è una bioplastica comunemente impiegata dalle stampanti 3D chiamata PLA. Il prossimo obiettivo dei ricercatori sarà quello di dotare MobiPrint della capacità di riciclare gli oggetti stampati per un ciclo continuo. Inoltre stanno studiando il modo per consentire la stampa anche su arredi più alti, come tavoli o pareti, o spostando le potenzialità all’esterno ed utilizzare al posto della bioplastica, una pasta cementizia per esempio.
“Penso ai bambini che vanno in bici o ai miei amici e familiari in sedia a rotelle che arrivano alla fine di un marciapiede senza cordolo”, ha detto Jon E. Froehlich, professore alla Allen School. “Sarebbe fantastico se in futuro potessimo semplicemente mandare il robot di Daniel lungo la strada e fargli costruire una rampa, anche se funzionasse solo per un breve periodo di tempo. Questo dimostra quanto possano essere riconfigurabili gli ambienti”.
Questa ricerca è stata finanziata dalla National Science Foundation.