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Tecnomodulo Proxima, spazi abitativi dinamici grazie alla modularità 

L’architettura ibrida modulare e l’industrializzazione dei processi sono il segreto di Proxima, il tecnomodulo Siemens che unisce economia circolare, sostenibilità ed efficienza

Tecnomodulo Proxima, spazi abitativi dinamici grazie alla modularità
Tecnomodulo PROXIMA© – credits JDP Architects

Ridurre l’impronta ambientale del settore rivoluzionando i processi edilizi grazie ad un approccio tecnologico ed impiantistico innovativo che sfocia nell’industrializzazione e nella produzione in serie. E’ questo l’obiettivo dell’ecosistema Proxima, un tecnomodulo abitativo funzionalmente e tipologicamente adattabile lungo tutto il ciclo di vita.

Architettura Ibrida Modulare, il segreto di Proxima

Presentato a Casa Siemens pochi giorni fa, il tecnomodulo Proxima punta tutto sull’architettura ibrida modulare. Un concetto che rivoluziona il mondo dell’edilizia rendendo totalmente reversibile sia la funzione, sia la configurazione distributiva degli spazi interni. Si passa così da una concezione rigida degli spazi a un’impostazione dinamica e adattiva degli edifici. 

Nell’architettura ibrida modulare l’edificio è suddiviso in due gruppi di sistemi edilizi distinti:

  • la struttura madre concepita per un lungo ciclo di vita (100 anni)
  • i tecnomoduli plug-in dove si concentrano i sistemi impiantistici e che hanno un ciclo di vita più breve (20 anni).

Grazie ad un’attenta standardizzazione delle dimensioni di inserimento e degli allacci, il sistema consente di estrarre il tecnomodulo Proxima dalla struttura portante al termine del suo ciclo di vita, e sostituirlo con un nuovo Tecnomodulo, ristrutturando gli ambienti senza azioni invasive.

Il vecchio Tecnomodulo può essere ricondizionato e reinserito all’interno di un’altra struttura madre. Questo approccio, unito ad una gamma di possibili tecnomoduli specializzati intercambiabili (unità sanitaria remota, unità di lavoro remoto, etc.), consente di riconfigurare l’edificio nel tempo contaminandolo con diversi inserti funzionali a seconda delle esigenze.

“In Siemens, crediamo che l’innovazione sia il motore del cambiamento, e con PROXIMA© stiamo ridefinendo il concetto di abitare. Il nostro obiettivo è trasformare gli spazi urbani in ambienti intelligenti, sostenibili e connessi, dove la tecnologia non solo migliora la qualità della vita, ma promuove anche comportamenti responsabili e consapevoli. Questo progetto dimostra come la digitalizzazione e la sostenibilità possano andare di pari passo, creando un futuro migliore per le città e le persone che le abitano” ha dichiarato Claudia Guenzi, Head of Smart Infrastructure di Siemens Italia.

Passare alla modularità per uscire dall’emergenza abitativa

L’utilizzo di un’architettura modulare e sopratutto la produzione standardizzata ed industriale in serie degli elementi potrebbe essere una soluzione a due problematiche che affliggono il settore: la carenza di alloggi e l’inadeguatezza strutturale degli immobili. 

Proxima assicura sia la flessibilità che le massime performance energetiche, migliorando notevolmente il comfort indoor. Senza trascurare la riduzione dei costi per la produzione su larga scala e l’attivazione di un processo di economia circolare. 

“In altre parole, il Tecnomodulo offre un modello innovativo nel concepire l’abitare che porta a intendere l’edificio non come un manufatto, ma come un erogatore di servizi, si legge nella nota.

L’aggiornamento tecnologico permette ai moduli di auto configurarsi e connettersi in rete tramite sistemi di controllo e gestione da remoto. Inoltre, attraverso la “sensoristica comportamentale” è possibile, da una parte, rilevare i macro-dati di consumo energetico, dall’altra, identificare le modalità comportamentali che li generano in una concezione dell’edificio-utente come sistema simbiotico.  

Un lavoro di squadra dal progetto alla prototipazione 

Il Tecnomodulo Proxima è un brevetto del Politecnico di Milano frutto dell’attività iniziata nel 2017 con la ricerca dottorale dell’arch. Joseph di Pasquale, presso il Dipartimento ABC, con i professori Elena Mussinelli, Andrea Tartaglia e con il professor Gianpaolo Cugola del DEIB. L’attività di ricerca coordinata dal Politecnico è arrivata alla prototipazione della prima unità e del sistema di slittamento per inserire ed estrarre il tecnomodulo. Prototipo realizzato grazie al Programma di valorizzazione Boostech finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU.

 Allo sviluppo del progetto hanno collaborato anche Siemens, Sanika, Gewiss, Energa Engineering, Valsir, JDP Architects, Crea e Progress.

“La direzione verso cui l’innovazione tecnologica in genere sembra orientarsi oggi non è più soltanto sull’invenzione di prodotto ma anche e soprattutto sull’innovazione dei processi, sul concetto di replicabilità anche solo parziale dei componenti, sulla loro intercambiabilità e riutilizzabilità nel tempo. Il tecnomodulo Proxima va in questa direzione”, ha commentato Joseph di Pasquale, coordinatore del progetto PROXIMA.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.