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MycoHAB, la casa in micelio che produce cibo e combatte la boscaglia invasiva 

Un esempio unico di economia circolare, il progetto MycoHAB permette di contrastare una specie invasiva di arbusti che sta soffocando la Namibia ottenendo come sottoprodotto dei funghi commestibili e il micelio necessario per realizzare i mattoni della casa

casa in micelio
credits: Depositphotos

Come produrre cibo e materiali edili sostenibili per alloggi a prezzi accessibili utilizzando la biomassa di scarto

Risolve la crisi abitativa, produce cibo, salvaguarda la biodiverità ed assicura anche un reddito, il progetto MycoHAB è senza dubbio l’esempio più eclatante di economia circolare

Nato come spin off del Mit e basata su una tecnologia implementata dalla Nasa per Marte, il programma ha permesso di costruire la prima casa di micelio prodotta a partire da scarti agricoli.

Come risolvere la crisi abitativa contrastando una specie di arbusti invasiva

MycoHAB è nato dall’iniziativa BioHAB, uno sforzo congiunto tra Standard Bank Group (SBG) con sede a Johannesburg , il Massachusetts Institute of Technology Center for Bits and Atoms, il MIT Label Free Research Group e lo studio di architettura Reddhouse studios con sede a Cleveland, Ohio. Tutto è partito dall’intento di trovare una soluzione sostenibile al problema della crisi immobiliare in Namibia, sviluppando al contempo una strategia economica efficace a sostegno delle famiglie con redditi bassi che vivono in insediamenti informali. Questi nobili obiettivi si sono uniti alla necessità di limitare l’espansione di una specie invasiva di arbusto, l’Acacia mellifera. Questi cespugli occupano 45 milioni di ettari di terra in Namibia, soffocano erba e agricoltura e costringendo il governo a bruciare 300 milioni di tonnellate di arbusti ogni 15 anni, soluzione che però produce emissioni di CO2.

Il progetto MycoHAB Namibia ha deciso di adottare un approccio diverso. 

La casa in micelio e scarti agricoli

MycoHAB raccoglie e macina l’Acacia mellifera, per creare un substrato (cibo) attraverso cui il micelio, ovvero l’apparato radicale dei funghi, possa crescere. I cespugli vengono “digeriti” da una specie particolare di funghi che al loro posto produce, sia una varietà di funghi commestibili estremamente redditizi, sia scarti agricoli composti dal micelio che vengono compattati e trasformati in materiali da costruzione strutturali solidi.

E’ con questi mattoni “MycoBlocks” che è stata costruita la prima casa in micelio strutturale soprannominata MycoHouse 1.0.

L’ecosistema MycoHAB si è evoluto fino a diventare un vero e proprio programma sociale. I namibiani con redditi bassi sfruttando questa innovativa soluzione per contrastare l’espansione dell’arbusto invasivo, ottenendo un reddito dalla vendita dei funghi “gourmet” sottoprodotto ed ottenendo un alloggio vivibile a costo zero. 

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.