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Le Big Tech si uniscono per costruire data center più sostenibili con calcestruzzo verde

Avviata una collaborazione tra le grandi aziende tecnologiche per la sperimentazione di calcestruzzo verde a basso tenore di carbonio incorporato nella realizzazione di data center

Calcestruzzo verde
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I test prevedono l’impiego di 4 miscele di cls green, raggiungendo una riduzione delle emissioni del 50% rispetto al cls tradizionale

La no profit Open Compute Project Foundation (OCP) ha annunciato una collaborazione internazionale con i grandi innovatori tecnologici globali per l’integrazione di calcestruzzo verde a basso impatto ambientale nei loro data center. 

Il calcestruzzo, cemento e acciaio sono responsabili della maggioranza delle emissioni di Co2 legate al comparto delle costruzioni. Allo stesso modo i data center, pur essendo indispensabili per l’implementazione tecnologica, sono strutture che richiedono un elevato quantitativo di energia ad alto impatto ambientale. La joint venture avviata da OCP unisce queste due componenti, puntando a dimezzare le emissioni nocive del comparto. 

Cls green per data center meno emissivi

La collaborazione vede protagoniste le Big Tech dell’innovazione come Amazon Web Services (AWS), Google, Meta e Microsoft. L’accordo permetterà di testare l’applicazione di calcestruzzo verde a basso tenore di carbonio incorporato nella costruzione dei data center. Si stima che l’intervento possa garantire una riduzione di oltre il 50% della CO2 per metro cubo. 

La sperimentazione ha previsto l’adozione di quattro tipologie diverse di miscele per calcestruzzo con potenziale di riscaldamento globale decrescente, dove la miscela meno emissiva ha ridotto della metà l’impatto ambientale rispetto al calcestruzzo tradizionale. Il processo produttivo e la composizione della miscela sfrutta le moderne tecnologie di produzione del calcestruzzo verde, soluzioni all’avanguardia ma che stentano a trovare spazio nel mercato ancora assuefatto dal cls tradizionale.

Il calcestruzzo a basso tenore di carbonio incorporato rappresenta un progresso significativo nelle pratiche edilizie ecologicamente responsabili. Riducendo l’impronta di carbonio associata alla produzione di calcestruzzo, possiamo avere un impatto tangibile nella mitigazione dell’impatto ambientale del settore dei data center. Questa dimostrazione fornirà preziose informazioni sulle prestazioni e la fattibilità del calcestruzzo a basso tenore di carbonio incorporato, aprendo la strada alla sua diffusa adozione in tutto il settore”, ha affermato George Tchaparian, CEO della Open Compute Project Foundation.

Ottimizzare il materiale utilizzato ed aumentare la qualità

Come sottolinea l’organizzazione OCP, la costruzione fisica di data center più “sostenibili” implica due strategie: utilizzare meno calcestruzzo possibile ottimizzando gli sprechi, e impiegare calcestruzzo verde a basse emissioni di carbonio. La seconda strategia viaggia di pari passo con l’innovazione. A “pesare” in termini emissivi nel calcestruzzo è la sua componente in Cemento Portland, elemento che necessità grandi quantità di energia ed emette altrettante quantità di CO2. Ridurre le emissioni incorporate nel cls significa utilizzare soluzioni alternative alla classica produzione inserendo ad esempio nella miscela scorie industriali, piuttosto che utilizzando reazioni chimiche che riducano le emissioni. 

Tuttavia non tutti i calcestruzzi green offrono le stesse prestazioni in termini di resistenza e durabilità. Il progetto di test avviato dalla OCP in collaborazione con le grandi società tecnologiche permetterà proprio di verificare sul campo l’effettiva resistenza e qualità del nuovo calcestruzzo verde a basso tenore di carbonio. 

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