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Quando l’intelligenza dell’edificio diventa capillare

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Quando l’intelligenza dell’edificio diventa capillare

Grazie anche alla direttiva EPBD appena revisionata, la cosiddetta Direttiva “Case green”, l’edificio intelligente o Smart Building è sulla bocca di tutti. Cerchiamo di capire cos’è uno Smart Building e perché è così importante per la transizione energetica in Italia.

Esistono diverse definizioni di Smart Building. Quella a cui faremo riferimento in questo contesto è stata elaborata dalla Community del “The European House Ambrosetti” (TEHA1), uno dei più accreditati “Think-Tank” in Italia.

Secondo il Gruppo un Edificio intelligente può essere definito come:

“Un hub di servizi automatizzati real time e adattivi, integrabile con l’organismo edilizio e l’ecosistema esterno, dotato di tecnologie connesse, interoperabili e sostenibili che permettono l’ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse idriche e energetiche, dei costi di realizzazione e gestione e la massimizzazione del well-being e della sicurezza degli individui”.

Unitamente al concetto di “smart building”, il focus della direttiva EPBD sono le prestazioni energetiche degli edifici, che rappresentano il 40% dei consumi energetici totali nazionali ed europei ed il 36% delle emissioni di CO2. Per ragioni oramai ben note a tutti, in meno di una generazione dovremo riuscire ad intervenire sia sui consumi di energia, che arrivare alla neutralità carbonica.

A questo proposito, sempre il TEHA dice che: “in Italia, dal 2008 gli edifici hanno superato il trasporto e l’industria come il comparto con il più alto consumo di energia e, contrariamente alle industrie energetiche e manifatturiere che hanno ridotto le emissioni di gas serra quasi della metà dal 1990 ad oggi, il settore residenziale e quello dei trasporti sono gli unici ad aver registrato un aumento delle emissioni.”

Consumo di energia totale per settore in Italia, (indice 2005 = 100), 2005-2021. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Commissione Europea e IEA, 2024.
Consumo di energia totale per settore in Italia, (indice 2005 = 100), 2005-2021. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Commissione Europea e IEA, 2024.

La situazione di partenza in Italia

Bisogna anche tenere conto di altri due fattori che caratterizzano particolarmente il Bel paese rispetto ai nostri fratelli in UE:

  • un’elevata quota del parco immobiliare nazionale è vetusta: in Italia, l’84,5% del patrimonio immobiliare è stato costruito prima del 1990, percentuale superiore rispetto a Francia (65,6%), Germania (75,3%) e Spagna (59,4%). Inoltre, i 3/4 degli stabili presentano una scarsa classe energetica, inferiore o pari alla D, in una scala di valutazione che va dalla classe A (più efficiente) alla classe G (meno efficiente),
  • la presenza diffusa di edifici storici e monumentali, con oltre 227 mila immobili soggetti a vincolo. L’Italia detiene il record mondiale per il maggior numero di siti UNESCO, pari a 59, di cui 53 che includono monumenti, centri storici, opere d’arte, aree archeologiche, e paesaggi.

Eurostat ci ricorda quale sia il servizio più energivoro dei nostri edifici: la climatizzazione invernale, che nel caso del residenziale riveste il peso maggiore, ben il 63.6%, mentre nel caso del terziario è sensibilmente meno, ma rientra comunque tra i sistemi più impattanti a livello energetico.

Peso del consumo dei servizi negli edifici residenziali. Fonte: Eurostat.
Peso del consumo dei servizi negli edifici residenziali. Fonte: Eurostat.

E’ chiaro quindi che se vogliamo essere efficaci nell’affrontare il problema dell’efficienza energetica dobbiamo intervenire preventivamente sui sistemi denominati HVAC (Heating, Ventilation and Air Conditioning).

Finora cosa abbiamo fatto ai fini dell’efficienza energetica?

Il primo intervento per ridurre i consumi dovuti alla climatizzazione invernale è la “deep renovation”, ovvero isolare gli edifici per evitare le dispersioni. Se è pur vero che il riscaldamento è “un secchio bucato” e quindi la cosa più logica sarebbe “tappare i buchi”, è altrettanto vero quello che è stato identificato dal TEHA in quanto alle peculiarità uniche del patrimonio immobiliare italiano.

Confronto tra sistemi di efficienza energetica attivo e passivo. Fonte: slide M.Magri
Smart Building conference
Confronto tra sistemi di efficienza energetica attivo e passivo. Fonte: slide M.Magri
Smart Building conference

Come coniugare dunque la fragilità del costruito nazionale con un valido intervento di efficientamento energetico?

Entrano in gioco i sistemi Building Automation and Control Systems (BACS), strumenti di controllo intelligente degli edifici che contribuiscono a ridurre i consumi energetici. 

A differenza della Deep renovation, che interviene con azioni più invasive e costose come la coibentazione dell’involucro, l’inserimento di un cappotto termico o la sostituzione degli infissi, i sistemi BACS facilitano la gestione ottimale dei consumi e delle performance di un edificio senza la necessità di azioni invasive ed, allo stesso tempo, focalizzando l’attenzione anche sul reale utilizzo dell’edificio.

Tasso di inutilizzo degli edifici in Italia. Fonte: Istat
Tasso di inutilizzo degli edifici in Italia. Fonte: Istat

I Building Automation and Control Systems (BACS) sono gli interventi di efficienza energetica attivi alla base dello smart building e garantiscono numerosi benefici:

  • sono legati ai consumi reali dell’edificio;
  • per loro natura non sono invasivi potendo utilizzare anche le comunicazioni senza fili o wireless, rendendosi perfetti per edifici storici o vincolati;
  • rendono evidenti agli utenti i consumi potendo condividere i dati e presentandoli con diversi media e modalità interattive (pannelli hmi, pagine web, app per cellulari, ecc.);
  • hanno un ritorno dell’investimento molto basso, in genere meno di 5 anni senza incentivi di alcun genere.
Stima dei costi dei BACS per unita’ di superficie e tempi di ritorno dell’investimento
Fonte: Eu.BAC.
Stima dei costi dei BACS per unità di superficie e tempi di ritorno dell’investimento. Fonte: Eu.BAC.

Quanto è Smart un edificio?

Trasformare un edificio in uno Smart Building è essenziale per non correre il rischio di cadere in slogan di puro marketing oppure in argomenti popolari quanto lontani da una realtà tecnica e tecnologica. 

Come si fa dunque a valutare “l’intelligenza” di un edificio? Spesso si usa la parola SMART a sproposito, solo per indicare che un oggetto connesso ad internet (magari con livelli di sicurezza discutibili, e di questo ne parleremo in seguito), oppure utilizzabile tramite un’APP come interfaccia uomo-macchina (HMI).

Se non abbiamo un metodo standardizzato per misurare la “smartness” di un servizio o di un edificio tutto può diventare smart, minimizzando i benefici reali di queste soluzioni.

Un aiuto indispensabile lo fornisce la norma tecnica UNI EN ISO 52120-1. La norma è ancora alquanto sconosciuta, essendo uscita nel 2023 in sostituzione dell’ormai obsoleta norma che dovrebbe (qui il condizionale è d’obbligo) essere ben conosciuta dai tecnici, la UNI EN 15232-1. Quest’ultima  è presente nel nostro ordinamento dal 2015 ed è richiamata dal Decreto Ministeriale dei “requisiti minimi” del 26.06.2015. 

E’ importante ricordare che il suddetto DM impone l’impiego di sistemi BACS minimo nella classe B della EN 15232-1 (oggi ISO 52120-1) per tutti gli edifici non residenziali di nuova costruzione o sottoposti a ristrutturazione di primo livello. In alcuni casi, tuttavia, le Regioni hanno obbligato anche gli edifici residenziali a sottostare a tale obbligo. Come l’Emilia Romagna, ad esempio, che impone la classe C come minimo livello.

Obbligo del DM del 2015 circa la classe di automazione degli edifici non residenziali. Fonte: slide M.Magri per ANIE CSI @ Smart Building Roadshow 2024
Obbligo del DM del 2015 circa la classe di automazione degli edifici non residenziali. Fonte: slide M.Magri per ANIE CSI @ Smart Building Roadshow 2024

E’ bene sottolineare che nel corso del 2024 uscirà il nuovo decreto che estende quest’obbligo anche a tutti gli edifici esistenti con potenza nominale maggiore di 290 kW. Su questo punto si rimanda  alla presentazione dell’ing. Calabrese di ENEA per Edilclima.

La norma UNI EN ISO 52120-1: la classificazione dell’automazione di un edificio

La norma ISO 52120-1 intende classificare l’automazione di un edificio tramite 4 livelli, dal meno automatizzato, classe D, all’automazione ad elevate prestazioni, classe A. Associata ad ogni classe c’è una stima di risparmio energetico: per esempio una scuola che passa dalla classe D (la classe a cui la maggior parte dei nostri edifici appartiene) alla classe A, la stima di risparmio è del 30% (ISO 52120-a BACfatcor energia termica edifici non residenziali usando come la classe D come base).

Le classi di automazione di un edificio secondo la ISO 52120-1. Fonte: slide M.Magri per ANIE CSI @ Smart Building Roadshow 2024.
Le classi di automazione di un edificio secondo la ISO 52120-1. Fonte: slide M.Magri per ANIE CSI @ Smart Building Roadshow 2024.

Non volendo in questo contesto illustrare tutta la norma, per brevità e semplicità, si rimanda per eventuali approfondimenti alla guida ANIE CSI Building automation e domotica: nuova guida pratica alle agevolazioni fiscali” come primo approccio.

Inoltre, Coster Group è disponibile per corsi dedicati sui BACS presso gli ordini professionali ed incontri presso gli studi di progettazione.

La comunicazione dei componenti: il livello minimo di automazione

Come abbiamo visto in molti casi è e sarà sempre più obbligatorio portare il livello di automazione dei nostri edifici alla classe B. Questo implica che ogni ambiente deve essere regolato tramite un regolatore di temperatura indipendente, ma “con comunicazione”. Per ora soffermiamoci solo al servizio di riscaldamento.

La funzione 1.1 della UNI EN ISO 52120-1 (ex EN 15232-1). Fonte: norma tecnica ISO.
La funzione 1.1 della UNI EN ISO 52120-1 (ex EN 15232-1). Fonte: norma tecnica ISO.

La norma UNI EN ISO 52120-1 non specifica come effettuare la comunicazione, ma impone solo che ci sia una forma di comunicazione. Questo punto è fondamentale per garantire il primo requisito della norma, una sorta di logica che implica che tutti gli organi tecnici di un edificio debbano comunicare per dare il servizio con il massimo dell’efficienza energetica.

La logica con cui un edificio intelligente e sufficientemente automatizzato dovrebbe sempre  lavorare. Fonte: slide M.Magri Smart Building Roadshow 2024
La logica con cui un edificio intelligente e sufficientemente automatizzato dovrebbe sempre  lavorare. Fonte: slide M.Magri Smart Building Roadshow 2024

L’edificio dovrebbe essere quindi come il corpo umano. Il cervello dà i segnali al sistema nervoso e la periferia attua in maniera intelligente questi segnali. Tutti i componenti del sistema devono essere intelligenti in quanto devono poter funzionare anche senza comunicazione continuando il loro lavoro. La comunicazione è fondamentale per evitare gli sprechi coordinando i sottosistemi che sono indipendenti, ma che devono essere armonici come in una orchestra che esegue un accordo. Un accordo musicale è composto da singole note suonate da sezioni dell’orchestra separate che però devono eseguire la medesima nota, ognuno con il proprio strumento, con il proprio volume, con la propria espressione.

Facciamo un esempio: un sistema di riscaldamento classico con termovettore acqua, generatore di calore, distribuzione idronica e valvole termostatiche ai terminali di emissione, tipo radiatori.

Le utenze limitano la portata fino alla completa chiusura, ma la pompa continua a spingere senza mai fermarsi. Fonte: immagini generate da AI.
Le utenze limitano la portata fino alla completa chiusura, ma la pompa continua a spingere senza mai fermarsi. Fonte: immagini generate da AI.

Se le valvole comunicano, come richiede la classe B della ISO 52120-1, è possibile utilizzare un controllore che regola la velocità delle pompa tenendo conto dell’apertura delle singole valvole e in caso spegnere la distribuzione quando non è richiesta. Questo consente un notevole risparmio in energia elettrica delle pompe (si ricorda che il consumo elettrico dei circolatori è proporzionale al cubo della portata). Infatti dimezzando la portata, il consumo diminuisce di oltre il 70%. Ma soprattutto se si spegne del tutto la distribuzione, si limitano molto le dispersioni termiche della rete, anche se ben coibentata. Quindi abbiamo un doppio risparmio energetico sia elettrico, sia termico.

La comunicazione con i controllori/attuatori di ambiente consente di coordinare la distribuzione e la generazione. Fonte: immagini generate da AI e di CostergGroup srl.
La comunicazione con i controllori/attuatori di ambiente consente di coordinare la distribuzione e la generazione. Fonte: immagini generate da AI e di CostergGroup srl.

E’ chiaro che un’intelligenza distribuita e connessa non solo risponde agli obblighi di legge, ma consente un’efficienza altrimenti impossibile. In questo esempio abbiamo addirittura utilizzato un’intelligenza inserita in un organo convenzionalmente “stupido” come un attuatore per valvole ideroniche. Questo attuatore intelligente si chiama ACE 008/P, uno dei prodotti unici sviluppati da Coster Group per ampliare la propria offerta dedicata agli Smart Building.

L’intelligenza all’interno di un motore per valvole, l’ACE 008/P

Alla base dell’automazione di un impianto idronico c’è il motore delle valvole di intercettazione e regolazione della portata. Tutti conoscono le valvole termostatiche classiche in cui la temperatura ambiente di un locale viene regolata tramite la regolazione di portata in un corpo emittente, come un radiatore per esempio. L’emissione di questo corpo dipende dalla sua temperatura media e la regolazione della portata consente di limitare l’emissione di energia.

Quando però si parla di decine di corpi emittenti in un impianto anche solo moderatamente esteso, il coordinamento dell’emissione con la distribuzione e la generazione viene tipicamente fatta con programmatori orari. La centrale termica ha dei tempi di funzionamento che devono coprire il massimo teorico del fabbisogno della emissione e questo implica spesso una attivazione continua della rete di distribuzione. Sono sprechi assurdi che oggi nessuno può permettersi, sia per questioni energetiche che economiche, che di impatto ambientale.

L’attuatore ACE 008/P che con la sua elettronica e I/O, è dotato di intelligenza propria e comunicazione ModBus. Foto: CosterGroup srl.

L’attuatore ACE 008/P che con la sua elettronica e I/O, è dotato di intelligenza propria e comunicazione ModBus. Foto: CosterGroup srl.

Oggi è disponibile sul mercato un attuatore che ha dell’elettronica a bordo in grado di realizzare molte funzioni quali:

  • attuatore puro:
    • regolazione posizione valvola con ingresso 0-10V
    • regolazione posizione valvola con due ingressi digitali, apre e chiude con tempo di corsa programmabile da 20 a 120 secondi, con direzioni di apertura in senso sia orario che antiorario,
    • regolazione posizione valvola tramite BUS ModBus RS485 standard e completamente documentato
  • i suoi 3 ingressi sono programmabili come:
    • temperatura (NTC 1k e 10k, PT1000 anche estesa, NI1000)
    • variatore di setpoint di temperatura con limiti
    • 0-10V (per apertura motore 0-100%)
    • ingresso digitale (per apertura e chiusura motore)
  • due uscite digitali come segnali di fine corsa del motore;
  • connettività ModBus tramite la quale è possibile:
    • cambiare la posizione del motore
    • programmare il motore e cambiarne tutti i parametri
    • aggiornare il firmware del motore
    • telegestire tutti suoi parametri remotizzando 
    • ricevere allarmi di stato e funzionali come ritardi, eccesso di coppia del motore, surriscaldamento, blocco.
    • monitorare la temperatura interna, tempo di accensione, degli ingressi ed uscite e gli stati, tra cui anche lo sgancio manuale

La pagina di configurazione del motore ACE e del controllore integrato. Fonte: software di configurazione Costertool di CosterGroup.

In questa schermata di esempio vediamo questo apparente attuatore che in realtà è un regolatore completo di tutte le possibili regolazioni. Il regolatore è PI (proporzionale, integrale) in cui si possono monitorare e ri-configurare tutti i parametri di un regolatore classico:

  • azione diretta ed inversa per caldo e freddo
  • banda morta di regolazione, il range di insensibilità’ in gradi
  • banda proporzionale e tempo integrale,
  • il setpoint ovviamente,
  • posizione del motore in caso di allarmi vari,
  • configurazione del limitatore attivato dal secondo ingresso analogico
  • tempo di corsa del motore
  • direzioni di apertura
  • frequenza della funzionalità’ di antibloccaggio (antigrip)
  • configurazioni molto avanzate come:
    • banda morta della posizione ( evitando così continue pendolazioni anche a valle del regolatore)
    • soglia di allarme della coppia
    • soglia limite consumo di corrente (per evitare sovraccarichi)
    • altri parametri che consiglio di leggere sul manuale.

Siamo quindi davanti ad una intelligenza distribuita, implementata tramite microprocessori oramai molto potenti che possono gestire molteplici funzioni e rendere un motore meccanico un gioiello di tecnologia davvero IoT.

La schermata di lettura dei parametri del ACE 008/P, uno sguardo dei principali parametri monitorabili. Fonte: software di configurazione Costertool di CosterGroup.

Il “motore” non ha display, ma hai dei LED che segnalano il suo stato, gli allarmi e la loro natura. Ovviamente avendo un BUS di comunicazione è fortemente consigliato inserirlo in una rete ModBus per il controllo remoto totale.

Per la documentazione completa si rimanda il lettore al manuale ufficiale a questa pagina web. Per un breve tutorial si può vedere questo video.

Come si diceva questo è un motore, un attuatore per valvole idroniche. La peculiarità è che ha un attacco di accoppiamento con valvole di regolazione a sfera equipercentuale a due o tre vie, con attacco ISO 5211:2017 – F03, quindi standard. Inoltre è accoppiabile con diverse valvole COSTER sia a 2 che a 3 vie con diversi DN, da 15 a 100 e quindi diversi Kvs. La coppia è programmabile, dunque, con un solo motore e si possono accoppiare tutte queste valvole estremamente diverse.

Una delle valvole compatibili con ACE 008/P, la VBR di regolazione con Kvs da 0,25 a 40 m3/h. Fonte: foto di CosterGroup srl.
Una delle valvole compatibili con ACE 008/P, la VBR di regolazione con Kvs da 0,25 a 40 m3/h. Fonte: foto di CosterGroup srl.

ACE 008/P è apparentemente “solo” un motore ma in realtà è la perfetta integrazione tra:

  • meccanica,
  • elettronica,
  • elettrotecnica,
  • comunicazione digitale ed analogica,
  • logiche di termoregolazione avanzate,
  • connettività.

Come tutti i prodotti di COSTER è in grado di attuare la classe A di automazione di qualsiasi edificio.

Chi è COSTER?

Dal 1967 Coster Group offre il meglio per la gestione efficiente degli impianti di edificio: dai regolatori per la centrale termica fino ai Building Management System sviluppati “su misura”.

Il nostro approccio è da sempre volto ad integrare le tecnologie e la gestione dell’edificio per garantire un ambiente abitativo efficiente e al tempo stesso salutare. Senza mai sacrificare la semplicità d’uso dei sistemi.

L’evoluzione di COSTER nei suoi quasi 60 anni sul mercato. Fonte: elaborazione di foto di CosterGroup srl.
L’evoluzione di COSTER nei suoi quasi 60 anni sul mercato. Fonte: elaborazione di foto di CosterGroup srl.

Siamo orgogliosi di dedicare da sempre grandi energie alla ricerca allo sviluppo di nuove soluzioni. Il team di R&D è tutto interno alla nostra azienda e consente di recepire tempestivamente la domanda di innovazione che giunge dal mercato. Possiamo orgogliosamente affermare di essere tra le aziende che più attivamente sostengono la transizione verso edifici sostenibili e rispettosi dell’ambiente, in conformità con l’Agenda 2030.

COSTER è le sue persone, tutte con 80 voglia di fare efficienza. Fonte: foto di CosterGroup srl
COSTER è le sue persone, tutte con 80 voglia di fare efficienza. Fonte: foto di CosterGroup srl.

“Disegnare” infiniti schemi di regolazione con un unico dispositivo, personalizzabile e aggiornabile da remoto senza necessariamente ricorrere a complesse tecniche di programmazione. E’ questa l’unicità dell’approccio Coster Group, resa possibile grazie al tool CosterCad e alla piattaforma WebGarage. Nessuna inutile complessità, nessuna barriera alla diffusione dell’automazione.

La recentissima linea SMT Surface Mounting Tech nello stabilimento di Edolo. Fonte: foto di CosterGroup srl.
La recentissima linea SMT Surface Mounting Tech nello stabilimento di Edolo. Fonte: foto di CosterGroup srl.

Rinnovabili • Incentivi fotovoltaico, i bonus 2024 per privati e famiglie

Incentivi fotovoltaico, tutti i bonus 2024 per privati e famiglie

Dal reddito energetico ai nuovi incentivi per l’autoconsumo virtuale, dal bonus fotovoltaico al 50% ai contributi regionali. Ecco una guida completa ed aggiornata a tutti gli incentivi dedicati al fotovoltaico in Italia per famiglie e privati

Incentivi fotovoltaico, i bonus 2024 per privati e famiglie
Guida agli incentivi per il fotovoltaico residenziale 2024

Guida completa e aggiornata agli incentivi statali e regionali per il fotovoltaico 2024

Anche nel 2024, in Italia, i privati cittadini possono dotarsi di un impianto fotovoltaico facendo affidamento su una serie di sussidi dedicati, dai bandi regionali ai contributi statali. Abbiamo raccolto tutti gli incentivi al fotovoltaico 2024 in una guida, per offrire una panoramica completa e aggiornata degli strumenti di agevolazione finanziaria e fiscale attualmente in vigore e delle modalità per accedervi.

Incentivi al fotovoltaico 2024 per privati e famiglie: bonus e contributi statali

Tra fine del Superbonus 110% e nuove configurazioni dell’energy sharing, i regimi incentivanti per il fotovoltaico dei privati cittadini stanno mutando rapidamente. Oggi la tendenza generale è quella di premiare gli impianti solari in autoconsumo e mettere in campo nuovi strumenti contro la povertà energetica. Dagli ecobonus edilizi “rimaneggiati” al pannelli solari gratuiti per le famiglie a basso reddito, ecco come stanno cambiando gli incentivi per il fv residenziale.

Fotovoltaico gratuito, i contributi del Reddito Energetico (ISEE) 

Una delle grandi novità in tema di incentivi statali al fotovoltaico domestico è il Reddito energetico nazionale 2024. La misura permette di ottenere, per alcune fasce economiche della popolazione, pannelli fotovoltaici domestici in maniera gratuita grazie ad un contributo in conto capitale. Con l’obiettivo più ampio di riuscire a realizzare nell’arco di due anni – il 2024 e il 2025 – circa 31mila impianti solari residenziali al servizio di famiglie in condizione di disagio economico. Budget stanziato per il biennio: 200 milioni di euro.

Beneficiari: possono fare richiesta del Bonus Fotovoltaico Reddito Energetico tutti i nuclei familiari con ISEE inferiore a 15.000 euro; oppure inferiore a 30.000 euro ma con almeno 4 figli a carico. L’incentivo è destinato al Soggetto realizzatore dell’impianto.

Tempistiche: le domande per gli incentivi possono essere presentate dal 5 luglio 2024 fino al 31 dicembre 2024, o fino ad esaurimento fondi. Dopo solo 24 ore gli 80 milioni destinati alle Regioni del Sud e le Isole sono andati esauriti. Ad oggi rimangono unicamente quelli per il resto dell’Italia.

Tipologia di intervento: Il bonus Reddito energetico 2024 incentivata i sistemi fotovoltaici residenziali su coperture e/o superfici di edifici con taglia compresa tra 2 e 6 kWp. Il contributo prevede una quota fissa massima di 2.000 euro più una quota variabile di 1.500 euro per ogni kW di potenza installata. Le agevolazioni previste dal Reddito Energetico Nazionale non sono cumulabili con altri incentivi pubblici.

Come fare domanda: L’istanza per il Reddito energetico deve essere inoltrata direttamente dalla piattaforma dedicata del Gse (Gestore dei Servizi energetici), previa iscrizione o identificazione con SPID. L’installazione di moduli fotovoltaici sul tetto va considerata manutenzione ordinaria e pertanto ricade nelledilizia libera che non richiede nessuna autorizzazione o atto amministrativo necessario per procedere immediatamente.

Fotovoltaico gratuito, i contributi del Reddito Energetico (ISEE) 

Bonus Fotovoltaico 50%  

Noto anche come Bonus Casa 50% o Bonus Ristrutturazione, questo contributo permette di portare in detrazione il 50% delle spese sostenute (bonifici effettuati) in caso di interventi di ristrutturazione edilizia. Ma nella lista di lavori rientra anche l’acquisto e l’installazione di impianti fotovoltaici residenziali.

Beneficiari: Possono portare in detrazione le spese sia i proprietari di singole unità abitative, sia i condomìni per le parti in comune.

Tempistiche: le agevolazioni per i pannelli fotovoltaici rimarranno in vigore fino al 31 dicembre 2024 (salvo proroghe).

Tipologia di interventi:  La detrazione fiscale si applica sulla spesa per impianti fv su tetto, balconi e persino le facciate degli immobili, sistemi di accumulo compresi. Coperto anche anche un eventuale ampliamento dell’impianto solare a patto che la potenza di picco resti sotto i 20 kW. Limite massimo di spesa: 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare. Questo incentivo permette ancora di optare tra cessione del credito o sconto in fattura, ma unicamente per gli interventi effettuati prime del 16 febbraio 2023, o entro la cui data siano stati stipulati contratti vincolanti. 

Come fare domanda:  La richiesta della detrazione IRPEF deve avvenire tramite la compilazione della dichiarazione dei redditi. Per usufruire del bonus fotovoltaico al 50% è necessario:

  • il bonifico parlante, 
  • l’asseverazione di un tecnico abilitato che attesti i requisiti tecnici dei lavori eseguiti,
  • la congruità delle spese con computo metrico,
  • l’APE,
  • l’invio della comunicazione della scheda tecnica all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori.

Per approfondire le modalità di richiesta, leggi Bonus ristrutturazione, cosa accade se il bonifico parlante non coincide con il beneficiario.

Bonus Fotovoltaico 50%  

Superbonus 70% per il fotovoltaico residenziale

Il Bonus fotovoltaico 2024 più famoso in ambito residenziale rimane quello definito “super”. Ma abbandonato una volta per tutte il generoso e complesso 110%, il Superbonus per gli interventi di riqualificazione energetica in edilizia, pannelli solari per privati compresi, scende all’aliquota 70%. Tra tutti gli incentivi al fotovoltaico 2024, questo contributo è in assoluto il più generoso ma presenta anche rigidi paletti.

Beneficiari: possono portare in detrazione le spese i condomìni e le persone fisiche per interventi su edifici composti da 2 a 4 unità immobiliari distintamente accatastate. 

Tempistiche: il Superbonus 70% rimane in vigore fino al 31 dicembre 2024, poi l’aliquota si abbassa al 65%.

Tipologia di intervento: il Bonus Fotovoltaico al 70% copre le spese sostenute nel 2024 per l’installazione di impianti solari, accumuli compresi, anche se i lavori non vengono effettivamente eseguiti nel medesimo anno. Con l’obbligo però di migliorare la certificazione energetica (APE) dell’immobile di almeno 2 classi. Il massimo che può essere detratto è 2.400 euro per ogni kW di potenza fotovoltaica installata, entro un massimo di 48.000 euro. In alcuni casi è ancora possibile chiedere la cessione del credito 2024.

Come fare domanda: Anche in questo caso la richiesta della detrazione IRPEF avviene tramite la compilazione della dichiarazione dei redditi. Per usufruire del bonus fotovoltaico al 70% è necessario:

  • il bonifico parlante, 
  • l’asseverazione di un tecnico abilitato che attesti i requisiti tecnici dei lavori eseguiti e la congruità delle spese con computo metrico,
  • l’APE,
  • l’invio della comunicazione della scheda tecnica all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori.

Gli incentivi per le Comunità Energetiche Rinnovabili e l’Autoconsumo Diffuso 

Una forma di incentivi fotovoltaici 2024 molto convenienti è stata introdotta dal nuovo Decreto CACER e premia l’energia generata da impianti solari (ma non solo) e condivisa virtualmente nei gruppi di autoconsumo diffuso e nelle comunità energetiche rinnovabili (CER). Il regime prevede una tariffa premio riconosciuta sull’energia condivisa incentivabile e un corrispettivo di valorizzazione ARERA a rimborso di alcune componenti tariffarie (nel 2023 è stato di 8,48 euro/MWh).

Beneficiari: possono richiedere gli incentivi i condomìni nel caso dell’autoconsumo diffuso, i privati cittadini per le CER.

Tempistiche: la misura è già in vigore e può essere richiesta fino al trentesimo giorno successivo alla data di raggiungimento dei 5 GW incentivati totali; o in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2027.

Tipologia di intervento: Possono essere incentivati unicamente impianti entro 1 MW di potenza unitaria. La tariffa premio per il fotovoltaico delle CER e dei gruppi di autoconsumo varia a seconda della zona geografica e si suddivide in una tariffa fissa, legata alla potenza dell’impianto, e una tariffa variabile in funzione del Prezzo zonale.

Tabella incentivi al fotovoltaico nelle configurazioni di autoconsumo virtuale
Tabella incentivi al fotovoltaico nelle configurazioni di autoconsumo virtuale

Come accedere: L’invio della richiesta di accesso al servizio per l’autoconsumo diffuso può essere fatto solo dal Soggetto Referente e l’istanza deve essere trasmessa tramite il Portale informatico del GSE “SPC-Sistemi di Produzione e Consumo”. 

Incentivi per l'Autoconsumo Fotovoltaico: CER e autoconsumo diffuso 

Incentivi per pannelli fotovoltaici nel Conto Termico 3.0 

E’ ancora presto per poter richiedere queste agevolazioni ma è opportuno parlare anche della proposta di Conto Termico 3.0, schema che modifica l’attuale regime incentivante per le rinnovabili termiche. L’attuale bozza del provvedimento propone di ampliare gli interventi ammissibili, incentivando accanto alle fonti rinnovabili termiche anche l’installazione di pannelli fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo, presso l’edificio o nelle relative pertinenze. A patto di sostituire contestualmente gli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti a pompe di calore elettriche

Beneficiari: La misura è aperta a privati, PA ed enti del terzo settore.

Tempistiche: Il Decreto Ministeriale è in fase di valutazione, dovrebbe entrare in vigore nel 2024 (salvo ritardi).

Tipologia di interventi: L’agevolazione è un contributo a fondo perduto (valore da definire). Attualmente sono in vigore incentivi che variano dal 40% al 65% della spesa sostenuta. Il Conto Termico è cumulabile con altri incentivi di natura non statale.

Come accedere: L’invio della richiesta di accesso al servizio per l’autoconsumo diffuso può essere fatto solo dal Soggetto Referente e l’istanza deve essere trasmessa tramite il Portale informatico del GSE “SPC-Sistemi di Produzione e Consumo”.

conto termico 3.0

Fotovoltaico, gli incentivi regionali 2024

Non esistono solo gli incentivi statali. Diverse Regioni in Italia offrono oggi delle agevolazioni per i pannelli fotovoltaici, destinate a privati cittadini o comunità. E in molti casi i contributi sono cumulabili con le misure di supporto distribuite a livello nazionale. Vediamo nel dettaglio i bandi regionali 2024 che sostengono la crescita del fotovoltaico residenziale, assieme a tempistiche e modalità per presentare la richiesta.

Gli incentivi al fotovoltaico residenziale del Friuli Venezia Giulia

Il bando del Friuli Venezia Giulia ammette a finanziamento l’acquisto e installazione di impianti fotovoltaici con annessi sistemi di accumulo a batteria, realizzati a servizio di unità immobiliari a uso residenziale con categoria catastale da A1 ad A9 e A11 situati nel territorio regionale.

Beneficiari: Possono partecipare al bando del FVG le persone fisiche residenti nel territorio regionale, ma la richiesta deve essere legata ad un solo immobile.

Tempistiche: il bando regionale è stato lanciato nel 2023 ma le richieste possono essere ancora presentate fino alla fine del 2024.

Tipologia di intervento: gli incentivi sono concessi a fondo perduto nella misura del 40% del costo totale dell’intervento. Per un impianto fotovoltaico di taglia sotto i 800 W (compresi anche i sistemi fotovoltaici Plug and Play da balcone) è ammissibile un costo massimo di 1.720 euro; per un impianto di potenza pari o superiore a 800 W, è ammissibile un costo massimo di 3000 euro al kW (per un totale massimo di 18.000 euro).

Come accedere: la domanda di incentivo deve essere presentata esclusivamente “online” attraverso il sistema “ISTANZE ONLINE” della Regione. L’incentivo è cumulabile con le detrazioni fiscali nazionali e con altri incentivi, purché la somma delle agevolazioni ottenute non superi la spesa complessivamente sostenuta.

Emilia Romagna: Contributi per le Comunità energetiche rinnovabili

L’Emilia Romagna ha lanciato un Bando del valore di 6 milioni euro, per favorire lo sviluppo di CER, in coerenza con la L.R. 5/2022, attraverso la concessione di contributi economici a copertura dei costi per l’installazione degli impianti fotovoltaici di  accumulo dell’energia a servizio delle comunità energetiche stesse e delle relative spese tecniche.

Beneficiari: le Comunità Energetiche Rinnovabili ubicate sul territorio della Regione Emilia-Romagna.

Tempistiche: il bando dell’Emilia Romagna si è aperto il 12 giugno 2024 per chiudersi il 31 ottobre 2024.

Tipologia di intervento: Per ogni Impianto/Unità di produzione deve essere presentata una singola domanda di contributo ed è riconosciuto il 25% dell’importo minore tra: la spesa ammissibile effettivamente sostenuta per l’investimento e  il massimale di spesa ammissibile previsto per l’investimento. La percentuale di contributo riconosciuta per ciascun impianto potrà essere aumentata del 5% qualora la CER sia situata in aree montane ed interne del territorio regionale, oppure vi prendano parte Soggetti economicamente svantaggiati (ISEE fino a 15.000 €), o il progetto sia localizzato nelle aree interessate dall’emergenza alluvione del Maggio 2023.

Come accedere: La domanda di contributo dovrà essere trasmessa alla Regione tramite applicativo web Sfinge 2020. I contributi del bando sono cumulabili con altri aiuti di Stato.

Fotovoltaico residenziale, il bando 2024 della Toscana

Quest’anno la Toscana ha pubblicato il Bando contributi “Casa a zero emissioni” finalizzato al miglioramento della qualità dell’aria nei 14 Comuni dell’area di superamento “Piana lucchese”. L’intervento stanzia 6 milioni di euro per interventi di dismissione di generatori di calore già installati e a uso residenziale a favore di pompe di calore ad alta efficienza, a cui possono essere aggiunti pannelli fotovoltaici con sistema di accumulo a batterie. 

Beneficiari: possono richiedere gli incentivi al fotovoltaico i cittadini residenti nei comuni Altopascio, Capannori, Lucca, Porcari, Buggiano, Chiesina Uzzanese, Massa e Cozzile, Montecatini Terme, Monsummano Terme, Montecarlo, Pescia, Pieve a Nievole, Ponte Buggianese, Uzzano. Ma le richieste devono riferirsi ad un singolo immobile per famiglia.

Tempistiche: il bando è stato aperto il 15 febbraio 2024 e rimarrà in vigore fino a esaurimento fondi.

Tipologia di intervento: in caso di sostituzione di caminetto a legno o stufa a biomassa, il bando della Toscana permette usufruire di un contributi a fondo perduto fino ad un massimo di 3.000 euro per l’acquisto di un impianto fotovoltaico. Più altri 500 euro in caso di aggiunta di un sistema di accumulo. L’incentivo scende a 2.400 euro massimi in caso di sostituzione di un impianto a gasolio.

Come Accedere: solo online tramite la piattaforma di Sviluppo ToscanaLe agevolazioni sono cumulabili con gli incentivi nazionali del Conto Termico e degli ecobonus edilizi e possono essere incrementate in base all’ISEE.

Fotovoltaico Basilicata, il bonus 2024

Per il 2024 la Regione Basilicata ha messo a disposizione 15 milioni di euro con cui incentivare il fotovoltaico residenziale e altri impianti rinnovabili domestici. Alla cifra si aggiungono 24 milioni di euro per il 2025.

Soggetti beneficiari: proprietari o usufruttuari di immobili in cui gli stessi hanno la residenza.

Tempistiche: Il bonus fotovoltaico della Basilicata può essere richiesto dall’8 aprile fino al 31 dicembre 2025 o fino a esaurimento budget.

Tipologia di interventi: Il regime lucano assegna contributi a fondo perduto valido per impianti fotovoltaici con una potenza non inferiore a 3 kWp (5% di tolleranza). Il sussidio può arrivare fino a un massimo di 10.000 euro compresi i sistemi di accumulo.

Come accedere:  La procedura di prenotazione delle risorse è “a sportello”. Le istanze devono essere presentate attraverso la piattaforma “Centrale bandi” della Regione Basilicata.

Bonus fotovoltaico basilicata 2024

Incentivi al fotovoltaico 2024, il bando della Lombardia

La Regione Lombardia è storicamente uno delle amministrazioni territoriali che più ha incentivato il fotovoltaico residenziale. Dai bonus destinati ai pannelli solari sul tetto a quelli per l’accumulo fotovoltaico passando per i contributi elargiti alle comunità energetiche, la Regione si è sempre distinta. Divenendo non a caso, la prima in Italia per numero di impianti solari in esercizio e per autoconsumo solare. Nel 2024 lo slancio “locale” si è affievolito, per lasciare spazio ai nuovi sussidi statali. Reddito Energetico Nazionale e Bonus fotovoltaico 70% in primis. Ma qualcosa ancora persiste come nel caso del Bando Rifugi Alpini del valore di 5.000.000 euro, finalizzato a supportare interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico.

Soggetti beneficiari: Possono chiedere gli incentivi i gestori o i proprietari di rifugi alpinistici ed escursionistici di Comuni montani o parzialmente montani.

Tempistiche: le domande possono essere presentate a partire dalle ore 10.00 del 10 luglio 2024 ed entro le ore 16.00 del 31 ottobre 2024.

Tipologia di Intervento: Si tratta di una sovvenzione a fondo perduto di massimo 300.000 euro a per singolo rifugio. Gli incentivi supportano tra le altre cose, anche l’installazione di impianti fotovoltaici ed eventuali sistemi di accumulo. Ogni soggetto richiedente può presentare più domande nel limite dell’importo max. complessivo di 600.000 euro.

Come accedere: La domanda deve essere presentata esclusivamente mediante la piattaforma Bandi e Servizi della Regione Lombardia all’indirizzo www.bandi.regione.lombardia.it.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • Il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili è entrato in vigore

Il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili è entrato in vigore

Il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili del MASE è entrato in vigore dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il 2 luglio 2024. Ecco tutte le norme e la suddivisione regionale della nuova potenza verde

Il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili è entrato in vigore
le nuove norme del Decreto Aree Idonee 2024. Via depositphotos

Il Decreto Aree Idonee Rinnovabili è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale

Dopo un lungo periodo di rimpalli tra MASE (Ministero dell’Ambiente) e Regioni, il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili ha concluso il suo iter normativo. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 2 luglio 2024, il provvedimento ministeriale è entrato ieri formalmente in vigore. Nato con l’obiettivo di fare chiarezza sulle aree da destinare o meno agli impianti eolici e fotovoltaici, il testo finale, tuttavia, non centra a pieno l’obiettivo. Il braccio di ferro innescato da poter centrale e potere locale ha ottenuto come risultato quello di demandare il peso delle decisioni più importanti alle amministrazioni regionali. Senza compiere di fatto quella semplificazione e omogeneizzazione inizialmente sperata.

Ma il decreto in questione è molto di più. Nelle sue pagine sono infatti contenute le nuove quote di Burden Sharing, ossia le ripartizioni regionali dell’obiettivo nazionale per la capacità rinnovabile 2030. Nel dettaglio le 19 Regioni e le due Province autonome di Trento e Bolzano dovranno spartirsi 80 GW di potenza verde attesa per la fine del decennio.

Decreto Aree idonee 2024, cosa contiene il testo

Il Decreto Aree Idonee Rinnovabili è composto da 9 articoli in totale, suddividendo le norme in due capitoli: la ripartizione della potenza fra regioni e province autonome; i principi e i criteri per l’individuazione delle cd. aree idonee.

La disciplina è stata voluta dal decreto legislativo n. 199 del 2021, ma nella pratica avrebbe dovuto rispondere ad un bisogno “storico”. L’obiettivo iniziale era, infatti, quello di ridurre al minimo quegli spazi di dissidio che hanno connotato in passato il rapporto tra livelli di Governo proprio in riferimento al tema delle FER.

Tuttavia il provvedimento risponde anche ad una seconda esigenza, ossia dividere tra i territori quegli 80 GW di potenza verde che il Belpaese dovrebbe installare entro la fine di questo decennio. Nel dettaglio a ogni regione è stata assegnata una capacità minima da raggiungere annualmente, a partire dal 2021. Nel conteggio annuale rientrano tutti i nuovi impianti e i progetti di potenziamento. Sia terra che in mare. Ma vediamo la ripartizione nel dettaglio.

Burden Sharing 2030, le nuove capacità rinnovabile regionale

 Ai fini del calcolo per il raggiungimento degli obiettivi territoriali, il Decreto Aree Idonee Rinnovabili tiene conto della potenza nominale degli impianti nuovi, potenziati, riattivati, ricostruiti integralmente o oggetto di rifacimentoentrati in esercizio dal 1° gennaio 2021 fino al 31 dicembre dell’anno di riferimento”. Compreso il 100% della capacità installata in mare.

Per questi ultimi il Decreto prevede, in caso di connessioni ricadenti in regioni diverse da quelle in cui insistono gli impianti offshore, una speciale ripartizione della potenza. Il 20% a carico del territorio  in cui si trovano le infrastrutture di connessione  alla  rete  elettrica  e  il restante 80%, “in via proporzionale rispetto alla reciproca  distanza, tra le altre regioni  la cui costa sia direttamente  prospiciente l’impianto”. 

Ai fini del raggiungimento dei target regionali il nuovo schema Aree Idonee Rinnovabili riconosce per gli impianti geotermici ad alta e media entalpia e quelli idroelettriciuna potenza nominale aggiuntiva pari alla potenza di ogni fonte rinnovabile per il relativo parametro di equiparazione”. Contestualmente il testo affida al GSE il compito di pubblicare i parametri di equiparazione sulla base della producibilità media rilevata da idro e geotermia rispetto a quella da fonte fotovoltaica.

Il contributo maggiore? Sempre quello della Sicilia con oltre 10,4 GW per la fine del decennio, seguita dalla Lombardia (8,7 GW) e dalla Puglia (7,3 GW).

Decreto Aree Idonee 2024, la capacità assegnata alle Regioni

Impianti rinnovabili: aree Idonee, non idonee, ordinarie o vietate

In base al provvedimento Regioni e Province avranno 180 giorni per individuare sul loro territorio con propria legge quattro tipologie di zone:

  • Le aree idonee, caratterizzate da un iter accelerato ed agevolato per la costruzione ed esercizio degli impianti a rinnovabili.
  • Le aree non idonee, le cui caratteristiche sono incompatibili con l’installazione di specifiche tipologie di impianti, sulla base delle linee guida governative già emanate.
  • Le aree ordinarie, ossia aree diverse dalle precedenti in cui si applicano i regimi autorizzativi ordinari.
  • Le aree vietate, zone che in base alle nuove norme introdotte con l’art.5 del DL Agricoltura sono precluse agli impianti fotovoltaici a terra.

Il potere di definire zone “appropriate e non” rimane, dunque, in mano alle autorità regionali e provinciali, ma, in caso di mancata adozione delle legge nei termini previsti e dopo un richiamo ufficiale con nuovo termine, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica adotterà “le opportune iniziative ai fini dell’esercizio dei poteri sostitutivi”.

Decreto Aree Idonee Rinnovabili: Principi e Criteri di individuazione

Il tema è stato uno dei più discussi durante l’iter di approvazione. Dopo una serie di rimaneggiamenti del testo, la formula finale del DM Aree idonee 2024 chiede alle Regioni di prendere in considerazione la massimizzazione delle aree da individuare al fine di agevolare il raggiungimento degli obiettivi del Burden sharing. Dando priorità all’impiego di superfici di strutture edificate, quali:

  • capannoni industriali
  • parcheggi, 
  • aree a destinazione industriale, artigianale, per servizi e logistica.

E verificando  nel contempo l’idoneità di aree non  sfruttabili per altri scopi, come ad esempio le  superfici agricole non utilizzabili.

Alle amministrazioni regionali è lasciata la possibilità di classificare le superfici o le aree come idonee differenziandole sulla base della fonte, della taglia e della tipologia di impianto. Tenendo conto “delle aree immediatamente idonee di cui all’articolo 20, comma 8 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199 vigente alla data di entrata in vigore del presente decreto”.

Nelle aree non idonee entreranno automaticamente tutte quelle zone e superfici ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio. 

Una delle parti più contestate? Le nuove fasce di rispetto, ossia quelle porzioni di territorio a protezione di elementi sensibili nelle quali le trasformazioni urbanistico-edilizie sono sottoposte a disciplina specifica. In base al nuovo decreto le Regioni possono stabilire una fascia di rispetto dal perimetro dei beni sottoposti a tutela di ampiezza differenziata a seconda della tipologia di impianto. Con un limite massimo di 7 chilometri. I rifacimenti sono esclusi.

Leggi qui il testo in Gazzetta Ufficiale

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Rinnovabili • Incentivi Reddito Energetico, il Sud termina i fondi in 24 ore

Incentivi Reddito Energetico, il Sud termina i fondi in 24 ore

Con oltre 10mila richieste inoltrate attraverso lo sportello del GSE, le famiglie del Mezzogiorno e delle Isole hanno rapidamente saturato il contingente. Ora restano solo gli incentivi di reddito energetico per le altre regioni

Incentivi Reddito Energetico, il Sud termina i fondi in 24 ore
Il contatore degli Incentivi del Reddito Energetico 2024. Credits: GSE

 In un giorno prenotato l’80% delle risorse del REN 2024

Gli incentivi del Reddito Energetico Nazionale sono stati un successo. Perlomeno nelle Regioni del Sud Italia, dove in appena 24 ore sono andati esauriti gli 80 milioni di euro messo a disposizione dal regime. Lo hanno fatto sapere il 6 luglio, con note stampa separate, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetici (MASE) e il Gestore dei Servizi Energetici (GSE). Al netto  dei controlli e delle possibili rinunce, il REN 2024 ha mostrato come l’interesse per il fotovoltaico residenziale sia ancora particolarmente attivo. E come la misura, nata nel 2019 come strumento regionale di contrasto alla povertà energetica, abbia seguito il giusto corso.

Il Reddito Energetico ha visto la luce la prima volta nel Comune di Porto Torres, in Sardegna, come un progetto fortemente voluto dal sindaco pentastellato Sean Wheeler. L’obiettivo? Portare avanti un percorso sociale di rilancio economico del territorio, dotando le famiglie in difficoltà di pannelli solari gratuiti.

La bontà dell’iniziativa, dimostratasi fin da subito un successo, ha convinto prima altre regioni a replicare lo strumento e il poi il Governo Conte a studiare un meccanismo applicabile a tutto il paese. Tuttavia per trasformare l’idea in realtà sono occorsi anni, a causa sia del cambio di Governo e del rimpasto delle funzioni ministeriali che del particolare periodo storico.

Oggi appare chiaro che l’intuizione di Porto Torres possa costituire uno strumento interessante per alleviare la povertà energetica (allora, ben lontani dal caro bolletta 2022, si stimava un risparmio per famiglia di 150-200 euro). Un’opinione condivisa dal ministro dell’Ambiente Pichetto secondo cui “lo strumento ha avuto un buon  impatto e si rivelerà molto utile; in chiave economica ed energetica per le famiglie che lo hanno scelto, ma anche più in generale verso i nostri obiettivi di crescita delle rinnovabili sul territorio”.

Ma veniamo ai dati di questo fine settimana. Secondo le informazioni condivise dal GSE, le domande provenienti da Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna hanno saturato il contingente dedicato al Mezzogiorno. Ossia 80 milioni di euro su un totale annuale di 100 milioni.

Da questi territori sono arrivate, infatti, oltre 10.500 richieste di accesso agli incentivi Reddito Energetico 2024 in appena 24 ore, dalle 12.00 di venerdì 5 luglio 2024.

Ma il portale del GSE resterà aperto. In ballo ci sono ancora le risorse destinate alle famiglie con basso ISEE nel resto delle Regioni e Province autonome d’Italia. In questo caso il budget di 20 milioni di euro risulta “prenotato” solo per un quarto (dati aggiornati all’8 luglio 2024). Con 618 richieste pervenute.

Per controllare l’andamento degli incentivi REN 24 viene in aiuto il Contatore del GSE che mostra le risorse residue, suddivise per zona geografica e in funzione delle richieste depositate.

In attesa di capire quando il bando sarà definitivamente chiuso e se il Gestore riaprirà lo sportello nel corso dell’anno per riassegnare le risorse liberate da rinunce ed esclusioni, c’è chi propone di anticipare gli incentivi del Reddito energetico 2025.

“Visto il grande successo, chiediamo al Governo di anticipare il bando di febbraio, che prevede altri 100 milioni di euro, in modo da permettere a tutti coloro che sono rimasti esclusi di poter fare richiesta”, scrive Antonio Trevisi, Senatore del Movimento 5 Stelle. “È fondamentale agire rapidamente per soddisfare le esigenze dei cittadini e sfruttare al meglio le risorse disponibili e per questo motivo lancio un appello per l’apertura del nuovo bando nazionale già a settembre, evitando di aspettare fino al 2025, e sollecito la Regione Puglia a riaprire il bando del reddito energetico per i fondi residui. E non dimentichiamo che il reddito energetico non è solo un aiuto economico per le famiglie italiane, ma rappresenta anche un passo significativo sul piano ambientale, verso un futuro più sostenibile”.

Leggi anche Incentivi fotovoltaico, i bonus 2024 per privati e famiglie

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