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L’edificio SMART: connesso o non connesso?

L’edificio SMART: connesso o non connesso?

Che cosa sia un edificio “smart” l’abbiamo spiegato nell’articolo “Quando l’intelligenza dell’edificio diventa capillare” qualche tempo fa su questo stesso quotidiano. Oggi invece vorremmo illustrare come sia necessario che un edificio con un buon livello di automazione (almeno la classe B della UNI EN ISO 52120-1) debba essere intercomunicante con tutte le singole parti del sistema tecnologico. La connettività non è un gadget, ma è una condizione assolutamente necessaria per un vero Smart Building.

Connettività interna all’edificio, i bus di campo tra dispositivi e regolatori, sono indispensabili per il raggiungimento almeno della classe B della norma ISO 52120-1. Fonte: foto AI e COSTER
Connettività interna all’edificio, i bus di campo tra dispositivi e regolatori, sono indispensabili per il raggiungimento almeno della classe B della norma ISO 52120-1. Fonte: foto AI e COSTER

Ma cosa si intende per connettività? 

Per semplicità dividiamo il concetto in due parti:

Connettività esterna tramite EDGE computing per la Smart City, l’EHC 602 di COSTER in cui è possibile attivare il BMS WebGarage.Fonte: foto AI e COSTER
Connettività esterna tramite EDGE computing per la Smart City, l’EHC 602 di COSTER in cui è possibile attivare il BMS WebGarage.Fonte: foto AI e COSTER

Nell’articolo già citato si è parlato della norma sui BACS e di quanto sia necessaria la connettività interna per raggiungere almeno la classe B della ISO 52120-1, in modo da permettere agli organi di regolazione di essere interoperabili e raggiungere il massimo sia della efficacia che dell’efficienza energetica.

In questo nuovo articolo vedremo come la connettività interna sia necessaria non solo per i componenti HVAC, ma anche per connettere al bus di campo i dispositivi che si occupano di sicurezza, in questo caso un rilevatore di fughe di gas.

Infine vedremo l’importanza della connettività esterna e come realizzarla in maniera efficace, efficiente e sicura.

Smartness per la sicurezza da fughe di gas

In uno “smart building” di qualunque dimensione e destinazione d’uso non basta un buon livello di efficienza energetica. E’ anche necessario occuparsi dei possibili rischi derivanti dalla presenza di gas sia esplosivi che tossici. Questo approfondimento non si occuperà della IAQ (qualità di aria interna), argomento affrontato dai BACS nella ISO 52120-1 dominio 4 ossia il servizio della ventilazione (VMC), quanto piuttosto di quei gas presenti in milioni di abitazioni in cui per cucinare e scaldarsi si usa ancora il metano o il GPL. E che possono provocare ancora oggi disastri come quello accaduto molto recentemente a Saviano (NA) in cui sono deceduti due bimbi e la loro mamma.

Inoltre, a causa della nuova normativa F-Gas, le pompe di calore useranno il refrigerante R290, cioè il propano. Quindi la rilevazione di tale gas sarà sempre più necessaria in ogni luogo, dalla centrale termica a tutti quei locali dove il gas potrà essere presente.

Oltre ai gas esplosivi ci sono anche i gas asfissianti come il monossido di carbonio (CO). Pericolosissimo in quanto inodore ed incolore, è responsabile delle cosiddette “morti bianche”. Il monossido di carbonio è prodotto dalle combustioni anomale in condizioni di scarsità di ossigeno. perché in gran parte è consumato proprio dalla combustione stessa.  La recente legge 191/23 obbliga l’installazione di rilevatori di CO in tutte le unità immobiliari dedicate agli affitti brevi.

Quindi un rilevatore di gas, sia esplosivi che asfissianti, è da ritenersi necessario quando si verifica una combustione, e, come visto nelle righe precedenti, in alcuni casi è anche obbligatorio per legge. Per essere davvero sicuro il dispositivo deve vantare anche altre funzionalità. Ad esempio deve:

La prima funzionalità è quella storica che hanno tutti i rilevatori attualmente sul mercato, anche quelli più economici. Se si determina una situazione di potenziale pericolo, il rilevatore deve come minimo emettere un allarme sonoro. Questo è sufficiente? Dipende. Per esempio, in caso di fuga di gas metano o propano, se vi fossero nell’unità immobiliare delle persone presenti e in grado di:

  1. capire di che allarme di tratta,
  2. ventilare adeguatamente il locale,
  3. intercettare il gas a monte della perdita,

allora non si rischierebbe di registrare tutti gli incidenti che la cronaca ci racconta quasi giornalmente.

Quindi fermarsi alla sola funzionalità A non è chiaramente sufficiente. Serve avere un dispositivo che possa anche operare automaticamente su organi che servono ad attuare le funzioni 2 e 3 e quindi implementare anche la funzionalità B.

RFG 442 il rilevatore di gas sia esplosivi che asfissianti con funzioni di attuazione e connettività ModBus per integrazione e telecontrollo. Fonte: COSTER
RFG 442 il rilevatore di gas sia esplosivi che asfissianti con funzioni di attuazione e connettività ModBus per integrazione e telecontrollo. Fonte: COSTER

I rilevatori di gas devono essere connessi

Ma ancora tutte queste automazioni non sono sufficienti. In un edificio davvero smart, infatti, informazioni così importanti e vitali per le persone e l’immobile stesso non possono rimanere confinate all’interno del dispositivo. Quando un edificio è intelligente è di certo dotato di quella connettività interna di cui si è accennato in precedenza. Ecco perché il rilevatore di gas deve poter essere integrato in un bus di campo. In questo modo è possibile implementare anche la funzionalità C ed affiancare al buon livello di efficienza energetica anche la sicurezza delle persone che lo occupano.

Nel dettaglio, tramite il bus di campo deve essere possibile:

Telecontrollo di un RFG tramite ModBus: via rete è possibile riprogrammare il dispositivo in ogni sua parte Fonte: COSTER
Telecontrollo di un RFG tramite ModBus: via rete è possibile riprogrammare il dispositivo in ogni sua parte Fonte: COSTER

Serve anche poter aggiungere qualsiasi sensore che sul mercato possa arrivare anche successivamente all’installazione del dispositivo di sicurezza. Tramite la porta ModBus dell’RFG questa operazione può essere fatta anche da remoto.

Programmazione di un nuovo sensore sul controllore tramite ModBus.Fonte: COSTER
Programmazione di un nuovo sensore sul controllore tramite ModBus.Fonte: COSTER

Il dispositivo per la connettività esterna: l’EDGE

L’edificio SMART è quindi una parte di un sistema più ampio. Anche la ISO 52120-1 prevede – seppure con una sola funzione (funzione 7.7) – un meccanismo di comunicazione esterna al building. Oggi però non è immediatamente attuabile in quanto riguarda la comunicazione con la smart grid. E’ una funzionalità fondamentale per attuare le funzioni di gestione dei carichi, soprattutto elettrici. Questa gestione prende il nome di Energy Management System (EMS) che spesso è presente sui BMS e sui dispositivi EDGE. Il protocollo viene chiamato Active Demand Response (ADR). OpenADR è uno di questi protocolli e il più conosciuto in USA. Presente da circa 20 anni oggi è arrivato alla versione 3. 

La Smart City non è però confinata alle esigenze della smart grid e dell’EMS che pure è indispensabile per realizzare l’autoconsumo nelle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER, o nei gruppi di autoconsumo condominiali.

La gestione centralizzata tramite un BMS e la telegestione sono condizioni imprescindibili per operare su un singolo edificio, soprattutto se gli edifici sono molteplici. La necessità di ottimizzare gli spostamenti degli operatori e la recente pandemia hanno reso evidente a tutti che poter operare da remoto non solo è efficiente in sé, ma può anche migliorare di molto l’efficienza energetica degli edifici.

Un esempio di dispositivo EDGE immesso sul mercato recentemente è il EHC 602 di COSTER che dispone di:

Il nuovo dispositivo EDGE di Coster, dotato di porte ETH, bus di campo e possibiilità di integrare il BMS.Fonte: COSTER
Il nuovo dispositivo EDGE di Coster, dotato di porte ETH, bus di campo e possibilità di integrare il BMS. Fonte: COSTER

Le funzionalità di questo dispositivo sono molteplici:

Ciò significa che in soli 6 DIN abbiamo una centrale di gestione completa per un medio edificio. E se non fosse sufficiente è possibile, usando solo una porta ETH della rete cablata del building, mettere in cascata questi dispositivi in modalità “daisy-chain”, evitando così molteplici cablaggi al quadro.

La modalità daisy-chain di EHC: con una sola porta ETH dell’edificio in quadro elettrico, è possibile fare una cascata di dispositivi, moltiplicando quasi “ad libitum” le capacità di controllo.Fonte: COSTER
La modalità daisy-chain di EHC: con una sola porta ETH dell’edificio in quadro elettrico, è possibile fare una cascata di dispositivi, moltiplicando quasi “ad libitum” le capacità di controllo. Fonte: COSTER

Vediamo brevemente le funzionalità. 

La A è una funzionalità che hanno anche altri dispositivi ma non così integrata come in EHC. Infatti la lista dei numerosi device connettibili è davvero eterogenea per un solo convertitore.

La funzionalità B è comune ad altri sul mercato ma EHC aggiunge la porta WIFI, molto comoda quando il dispositivo si trova già cablato all’interno di quadro elettrico. Infatti non solo questa porta WIFI può essere usata in fase di messa in servizio, ma è anche molto utile in caso di manutenzione in quanto non serve accedere alla rete dell’edificio per accedere a EHC, basta solo premere il tasto frontale. In questo modo è possibile accendere temporaneamente l’AP WIFI e da qui procedere alla manutenzione in loco. Dopo qualche tempo l’AP WIFI si spegne automaticamente per sicurezza.

Tramite web è possibile configurare tutto il dispositivo, ma soprattutto controllare che i device che sono a lui connessi siano funzionanti ed accessibili.

Diagnostica di EHC tramite WEB: con questa pagina si controlla ciò che c’è a valle sulle reti di campo connesse. I problemi della rete e dei device sono evidenziati in rosso.Fonte: COSTER
Diagnostica di EHC tramite WEB: con questa pagina si controlla ciò che c’è a valle sulle reti di campo connesse. I problemi della rete e dei device sono evidenziati in rosso. Fonte: COSTER

L’interfaccia WEB consente un controllo capillare sia di ciò che si vede ma anche di ciò che può essere in avaria in quel momento, velocizzando le attività di manutenzione e ricerca dei guasti in campo.

Il singolo dispositivo connesso a valle può essere ulteriormente esploso leggendo i dati che mette a disposizione, in questo caso si vedono i dati di un contatore di energia termica. Fonte: COSTER
Il singolo dispositivo connesso a valle può essere ulteriormente esploso leggendo i dati che mette a disposizione, in questo caso si vedono i dati di un contatore di energia termica. Fonte: COSTER

La funzionalità C, chiamata “virtual device”, è molto apprezzata dai system integrator. EHC può, infatti, essere usato non solo come gateway puro tra Modbus RTU su RS485, M-bus e C-bus e IP, ma è anche in grado di diventare lui stesso un device modbus, inglobando nelle sue variabili quelle dei device connessi a valle. Questo è molto comodo perché in caso di manutenzione o sostituzione dei device a valle EHC agisce in modo che nulla cambi a monte, cioè sul BMS.

Può infatti capitare che i device connessi ai bus di campo necessitino di manutenzione, sostituzione o aggiornamento, spesso questo significa anche aggiornare il BMS. Con EHC questo viene evitato risparmiando il lavoro di riprogrammazione del BMS, molto tempo, errori e quindi denaro.

La funzionalità D è affidata alle prestazioni eccellenti del EHC elencate precedentemente. Il processore, la RAM e la capacità di immagazzinare dati, rende questo EDGE di COSTER una sorta di server in cui poter processare reti e dati tramite il BMS WebGarage e, quando i protocolli saranno disponibili, anche EMS per smart grid e ADR. Ad oggi le funzioni di EMS in EHC sono già possibili sfruttando la potenza di programmazione all’interno di WebGarage (logic builder).

L’EDGE di COSTER con il BMS integrato, basta inserire la licenza tramite l’interfaccia WEB anche via WIFI.Fonte: COSTER
L’EDGE di COSTER con il BMS integrato, basta inserire la licenza tramite l’interfaccia WEB anche via WIFI.Fonte: COSTER

Per la connettività esterna serve un router che può essere fornito anche da COSTER nel caso si voglia utilizzare una propria rete 4G via GSM. In questi casi si consiglia fortemente l’uso di reti GSM tramite SIM con APN privato ad indirizzo IP fisso. Le questioni di cyber security si possono approfondire nel capitolo 16.4 “Sistemi di building automation e domotica” del libro del Clusit “IoT Security e Compliance: gestire la complessità e i rischi”.

EHC 602 con WebGarage integrato risponde anche alle richieste dell’art. 16 “condivisione dei dati” della nuova EPBD 4 “case green” visto che l’integrazione tramite API (Application Program Interface) è resa facile proprio dalle peculiari caratteristiche del protocollo Haystack. Grazie ad esso possono essere esportati i dati in maniera sicura e criptata anche per implementare in un prossimo futuro tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale, oppure per essere integrato nel sistema COSTER connect in cloud. Per avere la lista di tutti i protocolli resi ad oggi disponibili dal framework di WebGarage, i system integrator possono fare riferimento alla lista presente al link: https://finproducts.atlassian.net/wiki/spaces/FINFramework/pages/770708212/Connectors+List

Infine EHC 602, grazie alla sue porte M-Bus e ModBus con cui è possibile teleleggere i consumi sia termici che elettrici, è necessario per il conseguimento di punti per la classificazione di qualità degli edifici. Per esempio nel caso di LEED BD+C v 4.1 EA Credit: Advanced Energy Metering a pag. 142 richiede che:

Tutti questi punti possono essere soddisfatti da EHC 602 e dal sistema di misurazione a lui connesso.

Chi è COSTER?

Dal 1967 Coster Group offre il meglio per la gestione efficiente degli impianti di edificio: dai regolatori per la centrale termica fino ai Building Management System sviluppati “su misura”.

Il nostro approccio è da sempre volto ad integrare le tecnologie e la gestione dell’edificio per garantire un ambiente abitativo efficiente e al tempo stesso salutare. Senza mai sacrificare la semplicità d’uso dei sistemi.

L’evoluzione di COSTER nei suoi quasi 60 anni sul mercato. Fonte: elaborazione di foto di Coster
L’evoluzione di COSTER nei suoi quasi 60 anni sul mercato. Fonte: elaborazione di foto di Coster

Siamo orgogliosi di dedicare da sempre grandi energie alla ricerca allo sviluppo di nuove soluzioni. Il team di R&D è tutto interno alla nostra azienda e consente di recepire tempestivamente la domanda di innovazione che giunge dal mercato. Possiamo orgogliosamente affermare di essere tra le aziende che più attivamente sostengono la transizione verso edifici sostenibili e rispettosi dell’ambiente, in conformità con l’Agenda 2030.

COSTER è le sue persone, tutte con 80 voglia di fare efficienza. Fonte: foto di Coster
COSTER è le sue persone, tutte con 80 voglia di fare efficienza. Fonte: foto di Coster

“Disegnare” infiniti schemi di regolazione con un unico dispositivo, personalizzabile e aggiornabile da remoto senza necessariamente ricorrere a complesse tecniche di programmazione. E’ questa l’unicità dell’approccio Coster Group, resa possibile grazie al tool CosterCad e alla piattaforma WebGarage. Nessuna inutile complessità, nessuna barriera alla diffusione dell’automazione.

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