Tra i prodotti testati dal simulatore anche la facciata solare adattiva del modulo NEST
(Rinnovabili.it) – Immagina di poter testare ogni genere di componente edilizio o materiale costruttivo, simulando le più svariate condizioni atmosferiche semplicemente premendo un pulsante. Senza spostarci di un metro, avremmo la possibilità di verificare le prestazioni termiche di un involucro innovativo passando dal caldo torrido del Sahara, al timido sole invernale di Dublino. Grazie ad un “simulatore solare” i ricercatori dello Zero Carbon Building Systems Lab del Politecnico Federale ETH di Zurigo sono riusciti in questa magia.
Testare lo stesso materiale a Dubai o Londra senza muoversi dalla stanza
All’interno del laboratorio avviato dal professor Arno Schlüter, della facoltà di architettura e sistemi costruttivi dell’ETH, i ricercatori possono testare con estrema facilità il comportamento dei più svariati sistemi costruttivi, delle pareti stampate in 3D, dei materiali di nuova concezione, sottoponendoli ad ogni genere di radiazione solare possibile sul Pianeta Terra. Il cuore pulsante del laboratorio è il simulatore solare, un Sole artificiale composto da centinaia di potenti diodi emettitori di luce, fissati ad un braccio meccanico girevole, capace di imitare il percorso del sole a qualsiasi latitudine. Il professor Arno Schlüter non è nuovo a questo genere di tecnologia. A lui ed al suo team di deve lo sviluppo della famosa e pluripremiata “facciata solare adattiva” installata anche sulla parete esterna del modulo abitativo NEST, nel vicino campus di Empa a Duebendorf.
All’interno del laboratorio di Schlüter i pavimenti, le pareti e i soffitti possono essere rimossi, sostituendo al loro posto i prototipi che si desidera testare.
E quasi sempre i materiali da mettere alla prova arrivano dal vicino laboratorio di ricerca. Come la facciata semitrasparente realizzata in polimero stampato che scherma o lascia passare la luce solare a seconda dell’angolo di incidenza. O i componenti stampati in 3D per involucro esterno che, grazie ad una sofisticata macrostruttura, possono condurre passivamente il calore solare dalla facciata all’interno dell’edificio, o al contrario se necessario, aumentare il loro effetto isolante. Il simulatore solare permette di ricreare le condizioni di incidenza, inclinazione ed intensità dei raggi solari, verificando le potenzialità di uno stesso materiale in condizioni geografiche differenti o al cambio delle stagioni.
Obiettivo: edifici ad energia zero
Ovviamente il simulatore solare così come l’intera ricerca condotta all’interno dello Zero Carbon Building Systems Lab dell’ETH, ha l’obiettivo di arrivare a produrre edifici (e componenti edilizi) sempre più performanti in qualsiasi condizione. Non solo. Il “cervello” digitale che gestisce il simulatore solare e l’intero laboratorio, è in grado di apprendere dal comportamento degli utenti, proponendo le soluzioni ideali per massimizzare il rendimento piuttosto che ridurre i carichi solari.
“Se si vogliono ridurre le emissioni di gas serra degli edifici, i materiali, la tecnologia edilizia e il comportamento degli abitanti giocano un ruolo importante. Nello Zero Carbon Building Systems Lab possiamo ricercare l’interazione di questi fattori” conclude il Professore a capo del team di ricerca che vedrà impegnati simultaneamente architetti, ingegneri, informatici, scienziati e chimici. Il laboratorio sarà aperto anche a ricercatori esterni e partenariati industriali.