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Coibentazione passiva, il mattone che sostituisce il climatizzatore con l’evaporazione

Unendo la saggezza popolare all’architettura biomimetica, due scienziati hanno sviluppato un mattone stampato in 3D capace di raffrescare gli ambienti senza l’uso del climatizzatore

Coibentazione passiva, il mattone che sostituisce il climatizzatore con l’evaporazione
credits: James Dyson Awards 2024

Si chiama Brikoole ed è un mattone brevettato da due scienziati dell’Università dell’Asia-Pacifico che ha il potenziale teorico per sostituire i comuni sistemi di aria condizionata per la climatizzazione estiva. Questo particolare componente edilizio sfrutta unicamente i principi della coibentazione passiva per abbassare la temperatura, senza la necessità di energia esterna aggiuntiva.

Architettura biomimetica e saggezza popolare

Coibentazione passiva, il mattone che sostituisce il climatizzatore con l’evaporazione
credits: James Dyson Awards 2024

Il principio su cui si basa Brikoole è il raffreddamento evaporativo. L’ispirazione arriva da molto lontano, recuperando la “saggezza” antica ed abbinandola all’ingegnosità della natura. Il primo suggerimento è stato tratto dall’architettura biomimetica dei termitai, costruzione naturale ampiamente “copiata” dall’ingegneria umana per il suo sofisticato sistema di ventilazione. Ulteriore ispirazione arriva poi dai collettori del vento tipici degli edifici mediorientali e dalla capacità di raffrescamento assicurata dalle fontane poste nei cortili interni. Il tutto analizzato alla luce delle possibilità offerte dalla termoregolazione garantita dalle ceramiche porose

Questo approccio poliedrico unito alla ricerca contemporanea sulle tecnologie di  coibentazione passiva ha dato vita ad una soluzione innovativa e sostenibile.

Come funziona il raffreddamento evaporativo

Brikoole impiega un approccio multifunzionale per ottenere l’effetto di raffrescamento. I fori di ventilazione presenti all’esterno del mattone e posizionati strategicamente, consentono il passaggio dell’aria in entrata.

Quest’aria passa quindi attraverso una complessa struttura interna creata grazie alla stampa 3D che viene mantenuta costantemente umida. In questo modo l’aria calda che passa attraverso il mattone fa evaporare l’acqua presente sulla maglia interna, raffrescando efficacemente l’aria in entrata nell’edificio. 

Per individuare il design ideali da stampare in 3D sono serviti mesi di ricerca, che però hanno alla fine condotto alla creazione di un mattone autoraffreddante che non richiede l’uso di ulteriore energia elettrica.

L’obiettivo futuro sarà il test sul campo in climi caldi e tropicali, per verificarne le potenzialità per metterlo sul mercato.

Brikoole, sviluppato dai due scienziati Chee Kin Chong e Kah Zun Ng ha ricevuto il Premio James Dyson Awards 2024

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili.it scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.