Rinnovabili

Le tecnologie più efficiente si ispirano ai termitai, cos’è l’architettura biomimetica

Architettura biomimetica
creato con IA

I termitai sono in grado di garantire il massimo comfort termico interno assicurando resilienza alle catastrofi naturali ed al surriscaldamento 

Forse appaiono sgraziati e casuali, eppure i termitai sono ecosistemi ricchi di spunti incredibili ai quali le tecnologie ingegneristiche si sono ispirate per progettare edifici più salubri, che consumano meno e più vivibili. L’architettura biomimetica ancora una volta dimostra il concetto del “less is more” ben espresso dallo slogan “energy efficiency first”, ovvero la prima energia rinnovabile è quella risparmiata. 

Perchè ispirarsi ai termitai per progettare edifici passivi, resilienti ad alte prestazioni?

Cinque motivi per progettare edifici ispirati ai termitai 

Nei termitai migliaia di individui lavorano all’unisono per costruire strutture durevoli, ben climatizzate e resistenti alle intemperie. Al contrario gli edifici nei quali viviamo oggi sono per la maggior parte inefficienti, soggetti ai repentini cambiamenti climatici ed altamente emissivi. L’architettura biomimetica prova ad applicare all’esperienza umana, le soluzioni scelte dalla natura applicando strategie di ventilazione passiva, raffrescamento, isolamento termico, sostenibilità e resilienza, ma anche soluzioni di equità e convivenza sociale. 

Ventilazione naturale

All’interno dei termitai, veri capolavori di ingegneria, la circolazione dell’aria avviene in maniera naturale garantendo sempre il massimo comfort, anche in presenza di temperature esterne molto elevate. A favorire la ventilazione naturale è la fitta rete di tunnel che la comunità di termiti modifica in numero e dimensione in base alla stagione calda o a quella delle piogge. Al pari di queste soluzioni naturali, l’architettura biomimetica potrebbe garantire soluzioni igrotermiche ideali anche in contesti umani. 

Edifici auto-raffreddanti 

Estendendo i benefici della ventilazione naturale, i termitai potrebbero portare beneficio anche alla climatizzazione invernale ed estiva. Un validissimo esempio è l’edificio Eastgate Centre di Harare, Zimbabwe, progettato da Mike Pearce con il supporto di Arup. Grazie all’ispirazione data dai termitai, questa architettura biomimetica utilizza il 90% in meno di energia rispetto agli edifici tradizionali. Le chiavi di questa notevole auto regolazione sono la ventilazione e lo spessore dell’involucro che assicurano un raffrescamento passivo ottimale.  

Costruzioni sostenibili

Così come le termiti utilizzano solo terra, fango ed elementi naturali per costruire strutture in proporzione molto più grandi di loro, anche l’architettura potrebbe abbandonare una parte dei materiali “artificiali” tra i più utilizzati per rivolgersi a soluzioni bio based ingegnerizzate. L’impiego di materiali naturali diminuisce le emissioni, ma allo stesso tempo se reperite a livello locale, riduce anche i costi di trasporto e produzione. 

Strutture resilienti

I termitai possono raggiungere anche diversi metri d’altezza garantendo al contempo una resistenza nel tempo anche centenaria. La dimostrazione che anche i materiali più poveri, se correttamente progettati, possono garantire la massima resilienza sia nel tempo che agli eventi atmosferici più pericolosi. 

Sistemi decentralizzati

Come già sottolineato, in una colonia di termiti possono vivere anche migliaia di individui diversi che lavorano insieme per la sopravvivenza. Il loro comportamento organizzato consente di costruire strutture complesse capaci di funzionare anche senza un controllo centralizzato. Tutto ciò potrebbe ispirare algoritmi umani per il controllo distribuito della robotica e dell’intelligenza artificiale, finalizzato a favorire un benessere durevole e flessibile delle persone. 

L’ispirazione dalla natura è forse la via più rapida per trasformare gradualmente le nostre città arrivate quasi al limite, ma che dovranno adeguarsi ad esigenze sempre più pressanti, come la crescita della popolazione urbana, il problema delle isole di calore, la disuguaglianza sociale, gli eventi catastrofici estremi. Per aiutare progettisti e politici a progettare città sempre più ecologiche, il WEF ha recentemente pubblicato un manuale contenente i 9 passi chiave per la decarbonizzazione urbana.

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