Secondo le stime saranno oltre 450 gli emendamenti relativi al comparto edile che verranno presentati
(Rinnovabili.it) – Le dichiarazioni di ieri del Sottosegretario Fazzolari in tema Manovra e Superbonus hanno scatenato un prevedibile putiferio. La prima reazione dei partiti è la pioggia di emendamenti (che già avevano in canna) alla Legge di Bilancio 2023 per chiedere in primis lo sblocco dei crediti edilizi ormai diventata una bomba ad orologeria. In secondo luogo la proroga del Superbonus 110% per i condomini, facendo slittare la tanto discussa CILAS del 25 novembre fino alla fine dell’anno. Ultimo punto portato avanti in prima linea da Ance è poi il problema del caro materiali e delle risorse insufficienti per assicurare la realizzazione dei progetti del PNRR.
Lo sblocco dei crediti resta la priorità
Si parla di migliaia di emendamenti presentati in totale, con oltre 800 dedicati proprio al mondo dell’edilizia, ma che una volta scremati si stabilizzeranno sulla metà. Una valanga insomma, da analizzare celermente per non rischiare di andare lunghi con l’approvazione della Finanziaria.
Quello su cui sembra esserci accordo è l’intenzione di trovare una soluzione per Sbloccare i migliaia di crediti fiscali di coloro che sono stati definiti gli “esodati del Superbonus”.
L’urgenza di un intervento risolutivo da inserire in Manovra è stato portato in piazza anche dalla Class Action Nazione Edilizia CANDE. Alla manifestazione non è mancata la presenza di Giuseppe Conte che ha confermato il pressing del Movimento5Stelle per liberare almeno i crediti dei cantieri già avviati.
Il problema si è generato con l’introduzione di un limite massimo di cessioni, si è aggravato con le circolari dell’Agenzia delle Entrate che hanno spaventato Banche ed intermediari con le responsabilità in solido, ed è esploso con le sentenze della Corte di Cassazione che hanno confermato la possibilità di un sequestro preventivo in caso di dubbi sulla legittimità dei crediti, anche per chi è in buona fede.
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Questa situazione ha spinto le Banche, CassaDp e Poste a chiudere a nuovi acquisti di crediti edilizi, lasciando di fatto quelle imprese e famiglie con cassetti fiscali pieni di crediti, ma senza liquidi sufficienti per continuare i lavori.
Tra le soluzioni ventilati e ribadite dal Governo nei giorni passati c’è proprio quella proposta da Ance e Abi della compensazione tramite F24.
Proroga al Superbonus
Si allontana invece l’ipotesi di una proroga al Superbonus 110%, modificato dal Decreto Aiuti quater portandone l’aliquota al 90% per quasi tutti. Fazzolari ha ribadito che non è la “proroga al Superbonus il problema” eliminando le speranze dei condomini di un allungamento dei termini per presentare ala CILAS. Le motivazioni sono sempre economiche. Si parla di insostenibilità del bonus, arrivato ad esaurire la capacità fiscale messa da parte dallo Stato per le detrazioni.
Tuttavia la tesi è poi stata smentita da vari rapporti di CNI, Censis e Ance, confermando un extra gettito fiscale dovuto proprio al Superbonus che ripaga il 70% della spesa.
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Caro materiali, a rischio i cantieri del PNRR
C’è poi un altro tema da inserire nella Manovra con Superbonus e Sblocco dei crediti. Il problema del caro materiali che mette oggi a rischio 23.000 aziende. La questione è stata sollevata dal Direttore Generale ANCE, Massimiliano Musmeci in occasione dell’audizione in Commissione Bilancio, in merito proprio al disegno di legge di bilancio 2023.
“Sul tema, la Manovra interviene con un meccanismo potenzialmente efficace”, sottolinea ANCE, “ma che tuttavia risulta fortemente indebolito da un ammontare di risorse limitato e diluito nel tempo”. Ovvero: a rimetterci saranno i cantieri del PNRR, pronti ad entrare a pieno regime nel 2023, ma che dalla Manovra riceverebbero per le compensazioni del caro materiali solo 600 milioni euro. Troppo poco per evitare che le gare vadano deserte.
Staremo a vedere cosa accadrà dato che scade oggi il termine per presentare gli emendamenti alla Manovra finanziaria 2023.