A pesare sul futuro del Bonus sono anche le considerazioni di Eurostat sulla classificazione dei crediti pagabili o non pagabili
(Rinnovabili.it) – Il Consiglio dei Ministri di questa mattina ha ufficialmente messo un punto sul Superbonus e sui meccanismi alternativi alla detrazione diretta, confermando per la prossima Manovra 2024 un “ritorno alla origini” con le aliquote più contenute (65% e 50%) che da sempre hanno caratterizzato l’ecobonus ed il bonus ristrutturazione.
Come predetto dal Sole24Ore qualche tempo fa, con la prossima Legge di Bilancio si tornerà ad utilizzare le detrazioni in forma diretta, spalmandola probabilmente su 10 anni, per consentire il recupero dell’incentivo anche a chi non dispone di capienza fiscale alta.
Manovra 2024: Superbonus addio
Senza meccanismi di cessione del credito e sconto in fattura sarà estremamente difficile portare avanti interventi di riqualificazione energetica finanziati dal Superbonus che, ricordiamo, terminerà con il 2023 per le villette e proseguirà solo per i condomini con aliquota al 70% nel 2024 e 65% nel 2025. Il salto di due classi energetiche previsto dalla misura è infatti costato in media circa 640mila euro per i condomini e 117mila euro per le unifamiliari, cifre difficilmente anticipabili dalla maggior parte della popolazione senza un meccanismo di cessione.
La Manovra 2024 va avanti senza il Superbonus, probabilmente anche nella speranza di porre rimedio alle considerazioni di Eurostat che tiene il nostro Paese sotto stretta osservazioni nell’attesa di capire se i crediti 2024 potranno essere considerati “pagabili o non pagabili”. Un dettaglio che inciderà pesantemente sui conti pubblici dello Stato.
Tuttavia, secondo le stime ENEA, resterebbero ancora da completare oltre 20mila interventi di Superbonus nei condomini. Ventimila cantieri aperti che se non verranno ultimati entro la fine dell’anno e senza una proroga ad hoc, si vedranno decurtare l’aliquota di detrazione dal 110% al 70%, con conseguenze prevedibili.
Nonostante la chiusura sulla Manovra 2024, i costruttori di ANCE in audizione a Palazzo Chigi sembrerebbero essere riusciti ad ottenere qualche “spiraglio di apertura” da parte dell’Esecutivo in merito al futuro dei bonus edilizi, le cui sorti non si conosceranno probabilmente prima della fine dell’anno.