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L’Ue propone il ripristino del regolamento sul mercato unico dei materiali da costruzione

Per velocizzare la transizione ecologica ed il rinnovamento del settore l'UE sta ripristinando il Mercato unico dei materiali da costruzione europei

mercato unico dei materiali da costruzione
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Il mercato unico dei materiali da costruzione influisce su un fatturato di 800 miliardi di euro

(Rinnovabili.it) – Ristrutturare e costruire nuove abitazioni il più velocemente possibile, migliorando nettamente gli standard. Come? Grazie alla revisione del mercato unico dei materiali da costruzione dell’UE.

La recente guerra in Ucraina ha fatto salire le richieste di alloggi per i rifugiati. Mentre la crisi con la Russia ha fatto levitare i prezzi energetici, sommandosi al già consistente caro materiali. Per quanto riguarda il mercato delle costruzioni, la soluzione è sicuramente quella di puntare ad una maggiore efficienza e qualità, delle case ma anche della distribuzione delle merci.

Sono queste le fondamenta che hanno spinto l’UE a presentare una proposta di rinnovamento e ripristino dell’ormai sorpassato Construction Product Regulation (CPR).

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Dobbiamo ridurre la nostra dipendenza dal gas russo. Questo è un fatto. Oggi 34 milioni di europei vivono in case scarsamente isolate”, ha spiegato Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno, presentando una revisione del regolamento sui prodotti da costruzione (CPR) del 2011.

L’obiettivo è duplice: creare un mercato unico dei materiali edili funzionante e con regole precise, nonché investire nella transizione ecologica e digitale.

Un mercato da 25 mln di posti

L’ecosistema delle costruzioni corrisponde a cinque milioni di imprese e oltre 25 milioni di posti di lavoro”, ha spiegato Breton. “Quando si tratta solo di materiali da costruzione, si parla di 430.000 aziende, 800 miliardi di euro di fatturato e 10.000 posti di lavoro”, ha aggiunto introducendo la proposta di revisione del regolamento UE.

Per ottimizzare il Construction Product Regulation (CPR) europeo si deve necessariamente passare per la standardizzazione. Tuttavia il passaggio non è semplice in primo luogo a causa dell’incapacità di comunicazione tra le varie nazioni. Basti pensare che dei 444 standard armonizzati per i materiali da costruzione, solo 12 sono state emanate dopo l’adozione de CPR. Tra l’altro “un numero significativo di standard non copre completamente tutti i requisiti di base necessari per l’uso dei prodotti da costruzione nei lavori edili”. Il che potrebbe causare rischi per la sicurezza dei lavoratori e creare incertezza giuridica.

Creare una zona armonizzata tra gli Stati Membri

Il restyling del regolamento sul mercato unico dei materiali da costruzione prevede inoltre di conferire alla Commissione europea il potere di adottare specifiche norme. Questi “atti delega” diventano necessari per mettere d’accordo tutti gli Stati Membri. Per combattere l’ambiguità ed evitare norme nazionali in contrasto al mercato unico, il regolamento stabilirà cosa potranno o non potranno fare le diverse nazioni.

Gli aspetti ambientali

Nell’intento di sostenere il Green Deal europeo, la Commissione ha anche cercato di introdurre nel regolamento standard ambientali e un elenco di requisiti di sostenibilità. Tuttavia questo punto ha raccolto pareri contrastanti. Se da un lato si spinge per l’adozione di uno standard unico per il calcolo della sostenibilità di ciascun prodotto, dall’altro lato si dubita sulla fattibilità di una norma omnicomprensiva di tutti i requisiti di ciascun materiale.