(Rinnovabili.it) – L’incertezza sui tempi, la mancanza di finanziamenti certi, la scarsa sicurezza antisismica, i comportamenti non etici contenuti negli innumerevoli Piani di Ricostruzione che hanno più volte destato perplessità tra i professionisti, sono le principali problematiche che bloccano la rinascita dell’Abruzzo e dell’Aquila, dopo gli eventi drammatici del sisma del 2009.
Questo quanto affermato in un recente documento sottoscritto dal Censu (Centro nazionale studi urbanistici), dal Consiglio nazionale degli Ingegneri (Cni) e da tutti gli Ordini provinciali degli ingegneri, nonché dalla Federazione degli Ordini dell’Abruzzo, in cui vengono sottolineati tutti gli aspetti che ancora non sembrano essere stati risolti.
L’infinita burocrazia occupa un posto predominante nel documento, che riporta all’attenzione anche l’ingerenza delle Università nella fase di progettazione. I professionisti intervenuti nella redazione del documento, sottolineano la necessità imprescindibile di individuare un elenco delle priorità, distinguendo gli interventi destinati alla città de L’Aquila, in quanto capoluogo e città storica, rispetto ai centri rurali più piccoli, per arrivare al più presto a coinvolgere soprattutto i professionisti locali che costituiscono il naturale tramite tra la società civile e le strutture tecniche di coordinamento.
“Il piano di ricostruzione dovrà farsi carico, accompagnandolo dove possibile e in modo tempestivo, con direttive più che con norme, con accordi più che con vincoli, di un progetto edilizio complessivo che appare sempre più urgente e indifferibile, sul quale concentrare tutte le risorse”, si legge nel documento.
Per risolvere il problema dei tempi e dei finanziamenti, il documento suggerisce di definire prioritariamente l’entità del finanziamento pubblico, immobile per immobile, ed il possibile impegno del proprietario, sulla base di un progetto edilizio.
Ma l’aspetto più importante del documento è riservato al miglioramento della qualità edilizia, un passo fondamentale per una ricostruzione sicura, garantendo al 100% il rispetto della normativa antisismica indispensabile in un territorio a rischio. Un fattore che non dovrebbe essere mai trascurato, sia che si tratti di edifici ex novo, sia per il patrimonio esistente, per mettere in sicurezza tutto il territorio, estendendo la riqualificazione edilizia anche alle strutture non direttamente danneggiate dal sisma.
Infine l’etica della ricostruzione. La complessa macchina dell’edilizia che si metterà in moto deve essere equilibrata anche sul piano degli interessi contrapposti che si metteranno in gioco. Il ruolo del tecnico, pubblico e privato, quello della pubblica amministrazione e delle imprese devono garantire la trasparenza del processo. Il Cni ha proposto un Codice etico per la ricostruzione al fine di garantire un comportamento deontologico degli ingegneri, ma anche per prevenire situazioni non-etiche.