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L’Europa chiamata a rivedere le misure provvisorie di alloggio

Secondo la Corte dei Conti il progetto CASE ha utilizzato i fondi FSUE in maniera non perfettamente allineata al regolamento in caso di disastro ambientale

(Rinnovabili.it) – A seguito di catastrofi ambientali interi paesi possono aver bisogno di alloggi alternativi che garantiscano riparo e sicurezza. A seguito di una audit effettuata dalla corte dei Conti l’unione Europea è stata chiamata a ripensare le proprie disposizioni in merito. A seguito del terremoto che nell’aprile 2009 colpì e rase al suolo gran parte de L’Aquila causando danni diretti stimati in 10 miliardi di euro, l’Ue intervenne nel novembre successivo stanziando un fondo di supporto del valore di mezzo miliardo di euro. I soldi servivano al ripristino di infrastrutture fondamentali quali linee elettriche, condutture idriche e fognarie, telecomunicazioni, trasporti e sanità oltre che istruzione e alloggi provvisori da mettere a disposizione delle circa 67.500 persone che a causa del sisma persero la casa.

 

Circa il 30% (144 milioni di euro) del contributo del FSUE (Fondo di sostenibilità europeo) è stato destinato ad interventi sotto ogni profilo ammissibili ai sensi del regolamento istitutivo dell’FSUE, ma a far discutere è stato quanto fatto nell’ambito del progetto CASE (“complessi antisismici sostenibili ed ecocompatibili”). In questo caso non sono stati costruiti alloggi temporanei ma case permanenti assorbendo il 70% del finanziamento (350 milioni). Sebbene in questo modo 15mila persone abbiano ottenuto di nuovo un tetto non è stato rispettato lo stato di emergenza e gli alloggi non sono stati messi a disposizione in maniera tempestiva,oltre ad aver avuto bisogno di somme molto più ingenti di denaro necessarie alla costruzione degli alloggi. Il regolamento FSUE dispone infatti che il Fondo possa essere utilizzato unicamente per “interventi di emergenza” (essential emergency operations), inclusa la realizzazione di “misure provvisorie di alloggio” (temporary accommodation) ma senza includere la realizzazione di edifici permanenti, che hanno a disposizione altri strumenti di sostegno. Quindi nonostante le abitazioni realizzate nell’ambito progetto CASE abbiano rispettato i criteri di sostenibilità e eco costruzione non hanno rispettato gli obiettivi del regolamento FSUE.

 

Ville Itälä, il Membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione, ha dichiarato: “Vi sono state carenze nella pianificazione preventiva, nonostante l’Abruzzo sia una delle aree a più alto rischio sismico d’Europa. Sono lieto che la Commissione sfrutterà l’opportunità fornita dal prossimo riesame del regolamento disciplinante il Fondo di solidarietà dell’Unione europea non solo per chiarire il concetto di “misure provvisorie di alloggio”, ma anche per esortare gli Stati membri a rischio a porre in essere veri piani di preparazione. Ciò rappresenterà un notevolissimo contributo per la risposta dell’UE alle catastrofi naturali”.

 

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