(Rinnovabili.it) – Riqualificazione energetica con scadenza. Dopo l’approvazione da parte di Camera e Senato del “maxiemendamento” al disegno di legge di stabilità, la proroga del bonus per la riqualificazione energetica agli edifici è scomparsa. Mentre negli ultimi giorni le indiscrezioni confermavano un’estensione degli incentivi per l’efficienza energetica e le rinnovabili fino al 2014, pur considerando la possibilità di ridurre il valore del bonus, nell’ultima versione del testo, approvato sabato mattina a Palazzo Madama, la defiscalizzazione non viene confermata. Scadrà dunque il 31 dicembre 2011 e dal 2012 la detrazione del 55% per le spese sostenute a favore di interventi di riqualificazione non sarà più possibile, con ovvie conseguenze per molti settori e con un potenziale ritardo per il recepimento degli obiettivi UE del 2020.
Già negli ultimi giorni le associazioni di settore si erano espresse duramente nei confronti del maxiemendamento, sottoponendo all’uscente Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, le loro perplessità in merito al provvedimento; le associazioni di FederlegnoArredo e Uncsaal nell’ultima settimana avevano elaborato un apposito dossier contenente tutte le obiezioni riscontrate nel testo normativo, sottoponendo alla Camera dei Deputati il testo di un possibile emendamento per la riconferma delle detrazioni fiscali del 55%, sottolineando le gravi ripercussioni economiche che potrebbero verificarsi, nello specifico per il settore italiano dei serramenti, con una mancata reintroduzione degli incentivi.
Dello stesso parere anche il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, che rivolge il suo appello al Governo che verrà, evidenziando come il credito d’imposta per la riqualificazione energetica ed ambientale del nostro Paese, sia stata e sarebbe una misura importante per prevenire il degrado del patrimonio edilizio e prevenire i drammatici avvenimenti verificatisi negli ultimi giorni.
“L’utilizzo del bonus del 55% – continua il Cnappc – ha inciso profondamente sul contenimento dei consumi energetici e, permettendo a soggetti privati di detrarre parzialmente i costi degli interventi, ha contribuito in modo rilevante all’emersione di molte attività altrimenti destinate ad alimentare il sommerso costituendo, di fatto, un efficace strumento di contrasto dell’evasione fiscale”.
Resta ora da capire se il nuovo Governo tenterà di trovare strade alternative per raggiungere gli obiettivi prefissati dall’Europa, sostenendo eventualmente un “ecoprestito” sul modello francese ed inglese, da parte degli Istituti di Credito, come proposto recentemente da FINCO.