(Rinnovabili.it) – “Un fenomeno illegale consolidato e diffuso in Italia, anche grazie all’inerzia delle Istituzioni preposte a contrastarlo, agli interessi della criminalità organizzata e a una carente programmazione urbanistica”. Continua la battaglia di Legambiente contro l’abusivismo edilizio, un fenomeno che, secondo i dati diffusi dal Cresme, solo nel 2011 ha interessato il 13,4% del totale delle nuove costruzioni. I numeri parlano chiaro: quello che per l’associazione ambientalista è un patrimonio che non si riesce ad abbattere comprende, infatti, 258.000 case illegali costruite dal 2003, anno dell’ultimo condono edilizio, ad oggi, costruzioni che continuano a prosperare in tutto il Paese mettendo a repentaglio la salute del paesaggio e alimentando una filiera illegale del cemento.
«Nel nostro Paese – ha dichiarato il Presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza – dove il messaggio prevalente è quello dell’inviolabilità della casa anche se fuorilegge, la demolizione delle costruzioni illegali è la migliore cura preventiva contro il vecchio e nuovo abusivismo. Il fatto che ogni anno sopravvivano alle ruspe migliaia di manufatti è un chiaro segnale che esiste una rete di complicità e di omissioni da parte delle amministrazioni comunali, che invece hanno l’obbligo e non la facoltà di abbattere l’abuso ripristinando così la legalità».
Da qui, la presentazione di un disegno di legge contenente integrazioni e modifiche normative capaci di rendere più efficace e tempestivo l’iter delle demolizioni e ripristinare la legalità. Tra le novità che il ddl propone, lo scioglimento del Comune inosservante, la creazione di un albo speciale delle imprese abilitate alla demolizione di opere edilizie abusive, lo stanziamento di fondi più consistenti e la creazione di un Osservatorio nazionale sul fenomeno.